Passione Gourmet Ristorante Maxi, Vico Equense (NA). Chef Danilo Di Vuolo. Norbert - Passione Gourmet

Ristorante Maxi, Vico Equense (NA). Chef Danilo Di Vuolo. Norbert

Ristorante
Recensito da

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 05-2024

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Recensione ristorante.

I tornanti della statale che costeggiano il mare e l’affannoso traffico sono l’ultimo balzello da pagare per chi si reca qui a Vico in cerca di ristoro. Le perle nascoste, e spesso insospettabili almeno ad immaginarle dalla strada angusta e tortuosa, del versante sorrentino (e forse ancor di più quelle del coté amalfitano), non sono una leggenda o un luogo comune, ma realtà consolidate di benessere ed ospitalità davvero radicate da queste parti.

Alla storica professionalità dei locali alberghi haut de gamme si sta affiancando da tempo una notevole abbondanza nell’offerta gastronomica di livello che, superando il folklore che spesso la caratterizzava, rende il soggiorno in questi lidi ancora più piacevole e soddisfacente. Da aspiranti esteti della tavola 🙂 io e Fabio Fiorillo non possiamo non compiacerci anche della contemplazione della natura che prepotentemente cattura la nostra attenzione, anche se dobbiamo dire in tutta onestà che il gap tra lo standard dell’offerta alberghiera e quello della ristorazione non sembra ancora completamente colmato.

Non fa eccezione il magnifico Capo la Gala, struttura che ospita il Maxi, ristorante progettato a forma di natante, con pavimenti in tek. Luogo di eleganza rustica ed essenziale, esaltata dalla luce rifratta in sala dagli ampi finestroni. L’esterno è ancora più bello, con il mare a due passi, il mare che ispira la cucina dello chef Danilo Di Vuolo.

Incominciamo col dire che qui l’attenzione per la materia prima è maniacale.
Lo chef la conosce bene e la rispetta, accompagnandola quasi sempre con due o tre elementi di stretta derivazione territoriale. Idee chiare, preparazioni semplici volte a preservare e sottolineare l’indiscutibile qualità di partenza. In alcuni casi questo processo di valorizzazione è riuscito in maniera lineare, in altri è rimasto un po’ farraginoso.

Cominciamo il nostro percorso con uno squisito scampo

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con zenzero ed insalatina, in cui zucchine, aneto, pesca e menta donano notevole freschezza.
Segue, come ulteriore amuse-bouche, una crema di spolichini

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con mentuccia, palamito, dentice, scorfano e ricciola cotti alla perfezione. Appena in là con la sapidità la crema.
Poi il menu: impeccabile il tonno scottato

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con olio extravergine di Montichiari, caponatina di biscotto di Agerola, pomodori, menta e sale Maldon.
I calamaretti

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farciti di alici di Menaica e provola con crema di patate e soffritto di vongole sono esaltati da una cottura perfetta. Peccato che le alici, notoriamente ricche di personalità, siano nel nostro caso subalterne alla provola.

Gli gnocchetti di ricotta e patate

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fettuccelle di seppie, colatura di alici, crema di zucca pasticcina risentono di un tono virato troppo sul dolce.
Le mafaldine del Pastificio dei Campi

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con battuto di scampi, pomodori, peperoncini dolci, provolone del monaco grattugiato, sono senza dubbio più omogenee, anche se il tenero battuto di crostacei in questa vigoria di sapori non ne esce di certo evidenziato.
Buono il trancio di spigola

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cotto al naturale con salsa di riccio ed ortaggi alla vaniglia.
Meno riuscito lo scorfano

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farcito con scampi e spinaci allo zenzero e zuppa di pesce. La concentrazione di quest’ultima infatti non è sembrata ottimale:  il brodo di cottura dello scorfano è risultato un po’ troppo diluito, privo di mordente. La nota vegetale, troppo  in evidenza, non ha fatto da adeguato supporto al pesce peraltro onorato da una cottura perfetta.

Dopo un gelato di mozzarella, granita di basilico e composta dolce di pomodoro

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ecco il dimenticabile crumble di cioccolato

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gelato alla vaniglia, schiuma e sciroppo di amarene e riso selvatico croccante. Meglio le zeppole di banana

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con zucchero e cannella, gelato al cioccolato chuao, biscotto sbriciolato e pleonastiche tazzine con cioccolato, caffè e fragola. A chiudere la golosa (peccato non averne fotografato l’interno) crocchetta di cioccolato fondente Amedei

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impanata con scorze di arancio, gelato all’albicocca, riduzione di Aglianico.
Di livello i petit fours tra cui speciale menzione alle code di aragosta con panna ed alle mini bombe con cioccolato e crema

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Dalla carta dei vini è stato scelto uno Schoenburg grand cru 2004 di Marcel Deiss, molto buono, ma decisamente da meditazione e poco adatto ad un abbinamento a tutto pasto. Fondamentale, all’occorrenza, l’apporto del Substance di Selosse.

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Il ristorante c’è, in tutti i sensi, incastonato in un gioiello di rara bellezza. Di Vuolo è uno chef dalle notevoli potenzialità le cui incertezze riscontrate danno l’impressione di essere piccoli incidenti di percorso piuttosto che vere e proprie defaillances. Tanto più che alcuni nostri compagni di viaggio, in precedenti visite, hanno avuto riscontri ancor più positivi dei nostri.

Una piccola nota di colore: la menta d’estate è fresca,  gradevole, dona sentori sia olfattivi che palatali piacevoli, ma ci sembra  esagerato inserirla, anche solo come orpello, in tutti ma proprio tutti i piatti degustati.

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il pregio: il servizio.

il difetto: la scomodità delle sedie.

Ristorante Maxi, hotel Capo la Gala
Via Serio 8, 80069 Vico Equense (NA)
Tel. 081 8015757-8
Fax 081 8798747
Chiuso il lunedì e a mezzogiorno da giugno a settembre.
Menù 80-95 euro.
Alla carta 90 euro.

http://www.capolagala.com

Visitato nel mese di Luglio 2010

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Norbert

9 Commenti.

  • massisol9 Agosto 2010

    ...Fondamentale, all’occorrenza, l’apporto del Substance di Selosse. eeeeee già... proprio fondamentale!!! :) buona la primaaa... bravi.

  • Berlinora9 Agosto 2010

    Visto che una fra le caratteristiche che apprezzo maggiormente dei post, esclusa s'intende la competenza e la precisione nella valutazione e descrizione dei piatti, è l'eleganza del Suo modo di scrivere e l'attenzione posta a grammatica e sintassi, mi permetto un piccolo appunto: il nome del vino è Schoenenburg e non Schoenburg.

  • Roberto10 Agosto 2010

    con tutto rispetto ,ma come fai a mettere un etero crudo di scampi sotto un primo di tale forza! ma li avanzano gli scampi ? ;-)

  • giancarlo maffi10 Agosto 2010

    piccolo contributo : 4 teste is meglio che uan :-) http://www.lucianopignataro.it/a/vico-equense-ristorante-maxi-di-capo-la-gala/11678/

  • azazel10 Agosto 2010

    per la mia esperienza personale sono su una valutazione un po' superiore, visto che dalla mia cena ho tirato fuori anche il piatto dell'anno (che a quanto pare ho mangiato solo io...), e non credo sia stato solo l'essere in viaggio di nozze..anche io ero rimasto perplesso dal crumble di cioccolato, errore di gioventù. Danilo Di Vuolo oltre ad essere uno chef dotato è anche una persona estremamente disponibile, virtù che caratterizza anche tutto il personale di sala. Ci ripasserò presto. Ho l'impressione che sia meglio, come in molti posti di mare, andarci fuori stagione.

  • melandroweb12 Agosto 2010

    pensavo di più

  • Giampiero Prozzo13 Agosto 2010

    Mi hanno colpito la particolarità del pregio e del difetto riscontrati: Le sedie, non vorrei sbagliarmi, sono le stesse di Uliassi e il servizio evidentemente non ha risentito dell'abbandono del grandissimo Costanzo Cacace. Concordo nel sottolineare la perfezione delle cotture fondamentale con materie prime di grandissima qualità.

  • azazel13 Agosto 2010

    posso confermarti che il servizio è semplicemente spettacolare, ad ogni ora del giorno. Ho passato 4 magnifici giorni a Capo La Gala, e il personale del ristorante, come quello dell'hotel del resto, mi è sembrato oltre che molto preparato (in ogni settore, non solo il maitre), anche fra i più sinceramente cordiali che ricordi, nonostante appunto l'abbandono di quello che sapevo anche io, pur non avendolo incontrato, essere un maestro dell'accoglienza. Sulle sedie non so, il mio culone largo non ci è stato così male, ma i ragazzi sono più magri di me...

  • azazel13 Agosto 2010

    invece lo scampo cotto è gay??? :-)

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