Recensione ristorante.
Un frammento d’Italia incastrato sulla costa francese.
Marco Ballo, cuoco e ristoratore di successo con lunga tradizione famigliare , con manifesta idiosincrasia verso tutto quanto sia francese si è andato a piazzare meno di un anno fa dentro al porto sportivo di Menton Garavan e ha tirato fuori il bandierone tricolore a pochi metri dalla ex dogana.
Ex per modo di dire, perché un metro oltre i Balzi Rossi cambia tutto. Provare per credere.
Meglio essere argentini che italiani volendo tentare di far qualità a Menton.
Due stellati in duecento metri a Menton , a vista entrambi dal dehors del “MarcO” .
Sull’altro , che si chiama Paris-Rome , (sempre Italia-Francia…) circola da anni la storiella di quell’ispettore Michelin che sceso da Parigi per andare ad assegnare una scontata stella a Mauro Colagreco si trovò poi a ridiscendere in auto la strada che dal Mirazur riporta sulla statale litoranea.
I maligni, narrano di una foratura avvenuta in corrispondenza del primo semaforo.
Il gommato si sarebbe dunque accorto di avere una gomma a terra davanti all’albergo e sarebbe stato soccorso per il tempo e nei modi necessari per metterlo nelle condizioni di ripartire l’indomani.
Tutto sarebbe andato talmente bene da consentire anche al Paris-Rome di fregiarsi ormai da tre anni della stelletta. Ci andai dopo il cambio di pneumatico del nostro. Forse non avevo ancora calibrato bene i ventesimi tre anni fa, ma un 12 avrebbe calzato meglio di una camera d’aria.
Comunque lo so già che ci ricascherò, ci ricascherò.
Marco Ballo invece continua imperterrito a mantenere la vecchia e fruttuosa linea ligure che gli ha consentito di costruirsi anche un portafoglio clienti che vengono a trovarlo con affetto dall’Italia.
Sta importando tutto: pesce, pasta, olio, vini e pure quasi tutti i clienti!
L’ambiente e l’atmosfera elegante da Yacht Club, resa più informale dal salotto confidenziale con grande schermo sintonizzato unicamente su Sky Italia, si apre poi sulla piccola saletta vetrata che potrà contenere una trentina di coperti seduti con vista rollio yacht.
Cantinetta sotto vetro e carta vini talebana fino all’osso.
Mi viene voglia di una bollicina, che a questo punto sarà per forza italica.
C’è un metodo classico di Contratto . E’ un giovane 2005, ma va bene lo stesso, messo in bottiglia da una delle più belle ragazze del vino, la Dottoressa Marta Micca Bocchino.
Ad una ragazza così si perdonerebbe tutto, figuriamoci se sto qui a sottilizzare su un perlage un po’ scomposto ed un lieve tono amaro di ritorno. Il ricordo sarà comunque dolcissimo.
Carta delle vivande dimostrativa e mano libera in cucina, in funzione del pescato e dell’umore del cuoco, l’unico che io conosca che porti ai piedi sempre due calzature da cucina di colori diversi. Normalmente una rossa e una blu.
Ma come? Ma non sono i colori francesi?
A mano libera si parte con la fresca insalata di spada marinato, foglie “ostrica” e zestes d’arancio.
Si sale di temperatura con i bianchettiBianchetti è il termine che identifica il novellame del pesce, principalmente azzurro (sardine e acciughe), pescato nel Mar Mediterraneo. Dal 2006, per il ripopolamento dei mari, in Italia ne è vietata la pesca, la tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento, l'immagazzinamento e la vendita. Una specie alternativa, del quale non ne è stata vietata la pesca, sono i rossetti,... Leggi e i carciofi bolliti al filo d’olio nuovo.
Si sale di contrasti con lo sgombro in salsa di soja e julienneTermine per indicare una zuppa di verdura nella quale quest'ultima viene tritata a fiammifero, ma più comunemente utilizzato per indicare un tipo di taglio in cucina, definito appunto à la julienne. Con questo taglio si ottengono listarelle di 4-5 cm di lunghezza, con una sezione quadrata di circa 2 mm per lato. Si utilizza prevalentemente per carote e cipolle, ma anche per... Leggi di mostarda cremonese.
Ancora in verticale per le note dolci e amare dei gamberi e del calamaro ( un po’ troppo tenace ) posati sul radicchio di Treviso al balsamico.
Freschezza acida dei limoni della riviera nel brandacujun di baccalà, però carente di forza agliata.
Dolcezza e concretezza nello spaghettone ai ricci di mare e grande forza e vitalità nella zuppa di cappellane e conchiglie : olio, pomodorino, peperoncino, fagiolini verdi, pinoli e crostino all’aglio e rosmarino. BOOM! Piatto coraggioso ma riuscitissimo.
Sorbettino pera e Calvados, trasgressione da sottobanco prima di chiudere al bancone con una più adeguata Sambuca con la mosca.
Da segnalare che in estate si cena all’aperto, con i medesimi coperti e la medesima cucina, ma il dehors si sdoppia lasciando uno spazio separato riservato alla griglia ed al forno per pizze.
I Piatti:
Spada con foglie di insalata “ostrica” e bucce d’arancia.
Bianchetti e carciofi al vapore.
Sgombro con salsa di soja e mostarda di Cremona.
Gambero testa viola e calamaro alla piastra su radicchio di Treviso.
Spaghettone ai ricci di mare.
Un’assaggio di brandacujun.
Zuppa di cappellane e conchiglie con pomodoro, fagiolini verdi e crostino all’aglio e rosmarino.
Sorbetto di pera al Calvados.
il pregio : Il coraggio di andare di la’ a dirglielo ! 😉
il difetto : La scelta vini solo italiana.
MarcO Restaurant – Marco Ballo
Port de Garavan
Menton- France
tel. 0033 (0) 493841690
Numero coperti :30
Chiuso :Lunedi e martedi
Prezzi: alla carta 50 – 80 euro
Menù degustazione : 70 euro
Visitato nel mese di Febbraio 2010
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gdf
5 Comments
Piatti all’apparenza, credo, semplici .Ben predispongono ad una vera abbuffata di pesce.Mi è venuto un appetito.
L’estate scorsa ero a Mentone coi miei cucciolotti ed ero convinto che mi avessi fornito tu, Roberto, il “suggerimento” del Paris-Rome… come locale alternativo a Colagreco (sempre pieno se non prenoti con largo anticipo).
Mi sa che non è così! 🙂
No, infatti, non l’avrei mai fatto 😉 Paris – Rome proprio no.
Ora il locale è stato rifatto ma L’ Eveil, L’Ecume , L’Ecorce occhieggiano tuttora minacciosi dalla carta esposta.
Era il Pierrot-Pierrette che ti avevo indicato:
http://passionegourmet.com/2009/11/12/pierrot-pierrette-menton-cote-dazur-by-il-guardiano-del-faro/
Ma se non sei in auto è complicato da raggiungere.
@Vigneto: piatti più che semplici, proprio primari, senza nulla che non sia indispensabile. Tra poco inizierà il periodo di astici e aragoste alla catalana, non appena gli ortaggi necessari avranno un sapore all’altezza.
Ci sono stato a cena venerdì sera e sabato a pranzo…
Il fatto del bis immediato dimostra che il posto e la cucina mi sono piaciuti molto…
Degustazione di antipasti con un plauso particolare alle alici con olio al tartufo e al brandacujun…
Sabato a pranzo un sodissimo Rombo da 1,9kg polverizzato in due.
Sarà che ho passato una decina d’anni a maledire la cucina dei ristoranti a Mentone, ma consiglio di passare in questo ristorante..
Solo due appunti: ai francesi concederei almeno lo champagne in carta, mentre se la saletta con plasma fosse stata sintonizzata su fox, sicuramente la cena sarebbe andata ancora meglio:-)
Provato ieri, sabato 12 giugno, a cena. Devo dire che abbiamo mangiato bene eh? cucina di mare, seria e consistente. Apriamo con gli antipasti – senza vedere un menù – e ci arrivano:
– tartare di palamita, freschissima ma un pò eterea.
– brandacujun, ottimo.
– spada con marinatura all’arancio, forse: buona.
– dadolata di seppia con asparagi e olive, il miglior antipasto, ottima cottura, un pò di grip piccantino.
Segue, come primo, il tagliolino all’aragostina, un pelo sciapo, ma molto godibile.
Segue una manciata di gamberi, appena scottata, superba materia prima.
Segue un branzino al sale, bella consistenza della carne, cottura sapiente.
Segue ancora una tarte tatin con gelato e caramello, molto molto golosa.
Accompagnano un pigato riserva di Alessandri, un Vorberg 2002 pescato in mezzo ai rossi altoatesini e un caffè strepitoso.
In due abbiamo speso 232 euri.
Dovendo condensare l’esperienza in un giudizio, forse ho speso qualche euro di troppo per vedermi arrivare al tavolo le bottiglie già aperte – e infatti ho ordinato il Vorberg proprio come check wine, per vedere se era proprio lui…
Ma l’ambiente e il tavolo pieds dans l’eau e la fauna di sedicenti armatori poliglotti ha un costo, oltre che, per qualcuno, un certo fascino:-)
Bravo Marco, davvero ingrata la missione che ti sei assegnato!