Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione ristorante.
Si attendeva da tempo l’apertura di Lucio Sforza, già tre gamberi in quel d’Orvieto, in una tranquilla stradina di un quartiere residenziale di Roma Nord. E se il locale è spiazzante, perché dove ti aspetti tovaglie quadrettate trovi invece tavoli di Saarinen e sedie di Jacobsen, in un quadro tutto ispirato al moderno design scandinavo, la cucina è invece rassicurante: piatti classici della ristorazione popolare, preparati come si deve, con ingredienti d’eccellenza e fatti pagare il giusto.
Senza troppi complimenti (il menù è già sul tavolo, i cappotti si appendono per conto proprio) si propone una carta molto ampia, soprattutto nei secondi, e stimolante, per appetiti robusti.
In attesa dei primi, un buon crostino con passata di fave e guanciale. Poi, le tagliatelle al baccalà, “callose” comme il faut e sposate a una salsa di notevole golosità, sono un piatto che ameremmo fosse lo standard di ogni trattoria. Buoni e parimenti gourmandPer "gourmand" si intende una persona amante della buona tavola, in particolare delle preparazioni di stampo classico, un cultore della gola. Ghiottone.... Leggi anche gli gnocchi con salsa di pollo alla pizzaiola:
I secondi sono leggermente meno convincenti: le salsicce con uva e castagne ( in apertura )si gioverebbero di una presenza più forte della castagna per sfumare la nota dolce dell’uva un po’ troppo presente, e anche le costine caramellate, cotte perfettamente, sono un po’ troppo dolci per non stancare un po’ .
Al dolce, riletture in chiave rustica del tiramisù (con le castagne) e della zuppa inglese, ben eseguite e in carta a prezzi davvero inusuali a Roma (4 €).
Piccola ma pensata carta dei vini incentrata su Umbria e Lazio, con una limitata scelta al bicchiere, e servizio “essenziale” ma cortese.
Un approdo sicuro, insomma, che potremmo associare alle operazioni parigine di maggior successo di Christian Constant.
Con questa trattoria di quartiere moderna nell’aspetto e giustamente rispettosa della tradizione nel piatto, si arricchisce l’offerta della capitale in quella fascia che è già oggi più felice di un tempo e che, unica alternativa a pizzerie e modesti “etnici”, riesce a interessare un pubblico generalmente poco ricettivo a operazioni più innovative.
il pregio : Una vera osteria senza inutile folklore
il difetto : Qualche preparazione un po’ “troppo carica”.
L’asino d’oro .
Via Valsavaranche, 81 – Roma
Tel: 06 64491305
Info: lasinodoro@live.it
Sempre aperto
Numero coperti: 50
Prezzo medio alla carta: 30 €
http://www.trattorialasinodoro.it/
Visitato nel mese di Novembre 2009
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orson
che bello vedere una sequenza di trattorie, fa molto famiglia e compagnia.
ci vado ora!!! :-)
Poi dicci la tua.
Ero con Daniela ieri sera. I fegatini non perdeteli! Ottima anche la trota con guanciale, in generale grande sapienza e materie prime curate. Bel locale, prezzi onesti, menu di territorio (orvietano), scordatevi i soliti menu tutti uguali..: una perla a roma!
Prima volta, su suggerimento di Orson. 2 coppie di amici. Io ho provato le animelle al vin santo + contorno di verza. Molto buone. Poi gli altri commensali baccalà, accompagnati da carciofi e un di piatto capocollo brasato. Poco convincente i baccalà e i carciofi. Buono il capocollo. Vini al bicchiere: tutti molto buoni. Dolce: cassola alla nocciola e ciambellone con crema allo zabaione: buoni. Prezzo circa 140 euro. Impressione: da riprovare gli altri piatti soprattutto i primi per potere dare un giudizio a tutto tondo.