L’Oca Ciuca. Vigevano (PV) By Il Guardiano del Faro

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
DIFETTI

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Recensione ristorante.

Fa piacere di tanto in tanto pranzare in un buon ristorante quasi pieno anche a pranzo. Sono casi rari ormai.
Certo, questa Oca Ciuca si trova ben piazzata, al centro di una laboriosa cittadina di provincia, per giunta a due passi da una delle più belle piazza d’Italia, ma senza pizze, toast e insalate non è comunque semplice tirare avanti.

Invece qui , grazie al concreto rusticismo civilizzato della cucina di Fulvia, sembra che le cose vadano piuttosto bene. Per gli animali di cascina invece no. Per loro questo è da considerarsi un luogo pericolosissimo. Per oche, anatre, conigli, maiali, mucche e pure per i cavalli non c’è via di scampo. Qui finiscono irrimediabilmente tutti in padella.

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La più presa di mira, perché la tradizione locale l’ha individuata come vittima privilegiata , è proprio l’oca, diventata colonna portante di una linea di cucina dura e pura.

La troverete sotto forma di mortadella, a far compagnia a quella più classica di Pasquini, o nel proprio collo mozzato e farcito della sua salsiccia ai pistacchi di Bronte, o ancora in raviolo, nel suo grasso e nocciole.
Il pezzo forte rimane la coscia a bassa temperatura , ma ovviamente anche il suo foie gras…

Se non si butta via niente del bipede starnazzante figuriamoci del quadrupede grugnente!

Del maiale, mai e poi mai butterei la sapida e grassa mariola, accompagnata da purè di zucca e con cipolle speziate e candite.

Un primo vegetariano, in questo clima di strage annunciata fa quasi sensazione, ed è pure molto appetitoso questo risotto con porri e formaggio cremoso, spezzato in acidità con una riduzione di Ruchè.

Di peso e sostanza il crespellone di farina di castagne farcito di altre castagne e salsiccia con salsa cremosa di porcini.

Di ricordo estivo la fresca insalata di petto d’anatra con ananas, agrumi, e ambiziosa gelatina alcolica di “Americano”

Del povero cavallo viene usato il filetto, cotto alla perfezione e servito con pera speziata lasciata un po’ troppo al dente, cipolle in agrodolce e riduzione di vino rosso.

Invece del dessert perché non chiudere con i formaggi di capra del Boscasso con tartufo bianco ?

La carta vini, che in altri tempi avrei criticato per eccessiva limitatezza, ora mi pare coerente ai tempi ed alla struttura di questo locale prevalentemente bistrottiano.

Ma se volete un bel tavolo tondo in atmosfera soft, lo troverete a disposizione negli spazi interni dell’ Oca Ciuca.

Servizio gentile ed attento, disponibilità e gradevolezza .

Credo siano graditi ospiti anche i vostri amici a quattro zampe, ma non perdeteli d’occhio! 😉

Qualche scatto con le mani unte.

C’è mortadella e mortadella…

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Mariola.

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Collo d’oca farcito di pistacchi in purè di zucca.

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Insalata d’anatra con ananas, agrumi e gelatina di Americano.

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Risotto con toma dolce, porri e riduzione di Ruchè.

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La crespellona di castagne e salsiccia, salsa di porcini.

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Filetto di cavallo al vino rosso, pera e cipolle agrodolci.

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Caprini del Boscasso al tartufo bianco.

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il pregio : Vera cucina di tradizioni Padane.

il difetto : Qualche temperatura di servizio.

L’Oca Ciuca
Via xx Settembre,25
Vigevano (PV)
Tel ( +39 ) 0381 348091
Numero coperti : 40
Chiuso : Mercoledì . Da metà Agosto alla prima decina di Settembre e la prima settimana di Gennaio.
Prezzi: alla carta 40 – 50 euro
Menù degustazione : 38 – 50 euro

http://www.locaciuca.com/

Visitato nel mese di Ottobre 2009

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Birra artigianale di Trecate.

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Piazza Ducale.

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gdf

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8 Comments

  1. piergiovanni ha detto:

    Grande Fulvia !!
    Anch’Io ricordo un’ottimo risotto….

  2. fulvia legnazzi ha detto:

    …Ocio che la prox volta GDF confit…….!!

    …..allora il “celodurismo” è anche femmina!!!

  3. Andrea ha detto:

    1/20 in meno di Berton ?

  4. Il Guardiano del Faro ha detto:

    Io rischio di finire a bassa temperatura nel forno di Fulvia e tu ti fermi al numeretto? 😀

    Da Berton non c’ero, e allora perchè no…. facciamo cambio? … : 1 /20 meno della tristellata Ruscalleda?

    Tra l’altro volendo cercare riferimenti tra le immagini della Carme e di Berton io ci vedo similitudini nella costruzione pensata dei piatti, che poi però probabilmente non trovano sbocco in una piacevolezza gustativa sempre centrata.

    Se è vero che il miglior piatto di Berton è il risotto ( e allora…) e il miglior piatto della Carme è il tonno che mi farebbe ( con tutto il rispetto per entrambi) anche il Roberto Rollino de La Femme di Diano Marina vorra dire che tutto sommato tanta aria fritta a me ha proprio stancato.

  5. Presidente ha detto:

    Prossima recensione, tra un’ora più o meno, Symposium.
    Da quelle parti “l’aria fritta” pare non sappiano cosa sia.

  6. velavale ha detto:

    GDF
    come vedi l’abbinamento formaggi e tartufi?

    • Il Guardiano del Faro ha detto:

      Se parliamo di tartufo bianco e di formaggi giovani di capra come nella recensione qui sopra, trovo interessante l’abbinamento.

      Basta che i formaggi non siano freddi.

      Credo che gli elementi basilari che evidenziano il tartufo bianco siano il grasso, il calore, e pure anche una certa sapidità non guasta.

      Immagina una cocottina di polenta tiepida con robiola e sfoglie di tartufo bianco 😉

      Volendo generalizzare, su quelli molto stagionati o erborinati, eviterei.

      Così come nei bicchieroni vuoti del Bulli .

  7. COMPLIMENTI ALLA FUVIA. PRIMA O POI ANDRO’ A TROVARLA PERCHE IO ADORO L’OCA, INVECE MIO FRATELLO NON LA FA’ QUASI MAI.
    A PROPOSITO DEL “BICCHIERE DI TARTUFO”…
    …MA PERCHE’ NON CI AVETE MESSO UN PO’ DI VINO IN QUEL BICCHIERE PER POI COSI’…
    … BERLO?
    SALUTI.

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