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Le novità del Consorzio di Tutela Lambrusco

31-01-2021
di Erika Mantovan

Un nuovo Presidente e una nuova immagine coordinata

In questo anno che segue quello segnato dallo scoppio della pandemia, il Consorzio Tutela Lambrusco dopo aver preso il posto dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, nomina come presidente Claudio Biondi – già presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena – e come  vicepresidente Davide Frascari – già a capo del Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa.

È un giorno importante per il nostro Consorzio, che inizia ufficialmente la sua attività attraverso la prima seduta del suo consiglio di amministrazione – commenta Biondi – Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo: ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia”.

Il nuovo volto del Consorzio Tutela Lambrusco è al passo con i tempi moderni, la brand identity fonde alcuni degli elementi essenziali del terroir: dal colore che il vino assume a seconda delle sue tante anime, alla “L”, l’iniziale di Lambrusco posizionata all’interno del nuovo brand dalla forma sinusoidale. “Una forma che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i regali più intimi e preziosi”.

Elementi che aiutano a proiettarsi nei nuovi scenari che si prospettano affiancati da una strategia che deve coinvolgere tutta la filiera del vino. Ecco perché il Consorzio ha deciso di andare incontro alle aziende del settore Ho.Re.Ca. attivando una richiesta formale rivolta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ossia di rivedere l’impossibilità di vendita di vini e bevande alcoliche per asporto nei bar e nelle enoteche dopo le ore 18.

“Il provvedimento, entrato in vigore lo scorso 16 gennaio a seguito dell’ultimo DPCM, sta infatti andando ad aggravare immotivatamente una frangia di produttori già messi a dura prova”- ha affermato Claudio Biondi.