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Il Sagrantino custodito

Vino
Recensito da Adriana Blanc

Terre di dedizione e “de la Custodia

Dal 7 al 9 giugno si è svolta a Montefalco l’Anteprima dedicata a quello che è il fiore all’occhiello di queste terre: il Montefalco Sagrantino Docg. Assieme all’azienda Terre de la Custodia ne abbiamo esplorato le caratteristiche e le potenzialità, ripercorrendo la storia dell’iconico vitigno umbro.

Prodotto esclusivamente in provincia di Perugia, nell’areale che si estende tra Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi, sono solo 660 gli ettari che ricadono nella Docg Montefalco Sagrantino. Negli ultimi anni la tendenza è stata quella di sprigionarlo dalla tradizionale immagine di robustezza che, dalla nascita nella sua versione secca negli anni ’80 e poi fino agli anni ’90, lo aveva proiettato nell’immaginario collettivo tra i vini più muscolosi del Bel Paese, tanto apprezzati all’estero. Oggi si predilige una versione più austera, meno dominata dal legno e quanto più aderente alle caratteristiche intrinseche del vitigno.

È in questa maniera che il bouquet tradizionalmente votato alle morbide sfumature di frutto e legno sprigiona note balsamiche, terrose e speziate. Il frutto è sempre ben presente, mora e prugna emergono costantemente nel calice, ma la trama olfattiva è complessa e intensa, con una nota di oliva che si riallaccia agli uliveti disseminati in ogni dove. L’uva dalla maturazione tardiva, ricca di polifenoli e tannini, si traduce coerentemente al palato a seguito del lungo affinamento di almeno 37 mesi richiesto dal disciplinare: il corpo del vino è scuro e imponente, con una trama tannica fitta e sontuosa, alleggerito da un’acidità equilibrata e dalla sapidità che dona a questo vino un’accentuata – e quanto mai insidiosa – bevibilità. Lo stesso accade nella sua versione passita che, grazie all’importante presenza di tannini, risulta piacevolmente asciutta.

Un simbolo del territorio

Vinificato “secco” solo negli ultimi decenni e giunto così alla traduzione moderna e contemporanea che gli ha garantito il riconoscimento Doc e Docg nel 1979 e nel 1992, è tuttavia proprio assaggiando il Sagrantino nella sua versione “dolce” che se ne può ripercorrere la storia e capire l’intimo intreccio con il territorio umbro. Le prime viti di Sagrantino sembra, infatti, che siano state impiantate dai frati francescani, che, da qui il nome, l’hanno deputato a “vino sacrale” proprio per la sua ottima qualità. Assunto in breve tempo a vino della festa, ideale da abbinare all’agnello e alla classica torta pasquale umbra, il Sagrantino nei secoli è diventato motivo d’orgoglio per la popolazione locale e si è affermato come il vino più emblematico del territorio. All’interno dei chiostri dei loro conventi, i monaci ne hanno tramandato i segreti, custodendo questo vino per preservarne al massimo la qualità e genuinità.

Gli odierni custodi

Ancora oggi a distanza di secoli l’azienda Terre de La Custodia, sita a pochi passi da Gualdo Cattaneo, con il suo nome allude alle cure amorevoli apportate dai monaci ai vigneti, per questo soprannominati “La Custodia”. Oggi è Giampaolo Farchioni ad aver raccolto l’eredità tramandata dai frati, rendendosi uno dei più recenti interpreti del territorio. La conduzione della vigna, che sorge su terreni argillosi con una considerevole presenza di lignite, prevede un approccio tradizionale, con l’ausilio di trattamenti e macchinari agrari, ma sempre guardando alla tradizione e alla sostenibilità tipiche del mondo contadino. Sul lato tecnico, sin dalla fase progettuale, l’azienda si è avvalsa della consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella, assieme al quale si è scelto di puntare sulle migliori tecnologie moderne per selezione delle uve, macerazioni, fermentazioni e vinificazioni.

L’obiettivo era che questi vini esprimessero completamente il carattere del territorio umbro e che allo stesso tempo fossero suoi chiari interpreti, con una netta pulizia di bevuta che ne riflettesse integralmente ogni sfumatura. Qui, in occasione dell’Anteprima Sagrantino 2017, si sono tenuti numerosi eventi atti a far conoscere il vitigno. Verticali, masterclass, picnic in vigna e cene d’autore che hanno mostrato tutta la versatilità di questo vino, presentato da un degustatore di eccezione come Luca Gardini e abbinato magistralmente a piatti complessi come quelli dello chef stellato Riccardo Agostini.