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III edizione della festa “en primeur” de La Collina dei Ciliegi

Vino
Recensito da Orazio Vagnozzi

Le botti di Amarone de La Collina dei Ciliegi fanno il pieno di investitori

Sabato 4 settembre – Si è svolta a Ca’ del Moro Wine Retreat, il resort de La Collina dei Ciliegi, a Erbin (Grezzana, Verona), in Valpantena (zona Doc Valpolicella), l’appuntamento annuale, ormai alla terza edizione, dei membri del Club En Primeur.

Il Club conta oggi 53 membri appassionati di vino (erano 17 solo 2 anni fa) che si incontrano periodicamente per il piacere di incontrarsi e condividere l’assaggio dei vini in cui hanno investito con prelievi da botte guidati dall’enologo della cantina, Paolo Posenato. Partecipano al Club imprenditori, manager, private banker, responsabili di fondi d’investimento e di società finanziarie, partner di studi legali, giornalisti e opinionisti televisivi. A oggi sono 47 – alcune in comproprietà – le barrique di “Ciliegio” vendute nel corso dell’affinamento e prima dell’imbottigliamento (l’equivalente di 14.100 bottiglie da 0,75 litri). 

La pratica commerciale della vendita en primeur è nata in Francia tra i vignaioli di Bordeaux e i negociant per l’immissione sul mercato delle nuove annate circa 200 anni fa ed è stata “aperta” ai clienti privati negli anni ‘80. Questo sistema permette ai produttori di vendere i propri vini tramite prenotazioni prima ancora che vengano imbottigliati. I fondi disponibili grazie a queste vendite servono a finanziare le spese relative al funzionamento della proprietà ed alla produzione dell’anno successivo. Da questo sistema Massimo Gianolli ha preso lo spunto per ideare qualcosa di nuovo e di unico. Dare la possibilità di investire in un vino pregiato e adatto all’invecchiamento come l’Amarone a un prezzo conveniente (il prezzo di ciascuna barrique acquistata, che equivale a circa 300 bottiglie, è di 18.300 euro, ovvero circa 60 euro a bottiglia), decisamente inferiore rispetto a quello di mercato, quando ancora è in corso l’affinamento in legno.

Al termine di questo periodo, gli enprimeuristi, a cui al momento dell’investimento viene dato per ogni barrique un certificato En Primeur, potranno scegliere l’imbottigliamento in formati da 0,75 lt, Magnum (1,5 lt) o Jeroboam (3 lt). Infine, al termine del periodo di affinamento in bottiglia ai proprietari viene dato un ulteriore vantaggio in quanto potranno optare se ritirare il prodotto oppure lasciarlo depositato nel caveau della cantina a temperatura e umidità costanti, con il vantaggio di avere un luogo in cui la conservazione delle bottiglie è garantita con la possibilità di accedere quando si vuole alla propria allocazione di bottiglie, che possono essere non solo rivendute, ma anche prelevate a piacimento ed eventualmente anche bevute in loco. La modalità messa a punto da Gianolli sposa perfettamente la psicologia di chi investe in “pleasure assets” in quanto coniuga da una parte l’aspetto finanziario legato alla rivalutazione nel tempo di un bene reale come la bottiglia di vino pregiata, dando oltretutto la possibilità di conservazione in luogo adeguato, senza dimenticare però che chi ha una dotazione di vini pregiati vuole poterne usufruire, al di là della possibilità di rivendita, sia visitando la cantina che aprendo e bevendo, magari con gli amici, le proprie bottiglie.

È stata una vera e propria festa che ha visto lo svolgimento di alcuni eventi come la masterclass intitolata “Terroirs”, condotta da Christian Roger in cui sono state degustate alcune eccellenze di Borgogna e di Bordeaux insieme agli Amarone “Ciliegio” 2016 e “Ciliegio” Riserva Armando Gianolli 2011, gli assaggi delle proposte culinarie del ristorante Ca’ del Moro, guidato dagli chef Giuseppe Lamanna e Lina Maffia, oltre alla possibilità di vivere esperienze quali passeggiate a piedi, a cavallo o in mountain bike tra le vigne.

Non sono mancate le sorprese e prima della degustazione in cantina, dei vini in affinamento nelle barrique, Massimo Gianolli, ha mostrato al pubblico la statua del Gigante, perfettamente ristrutturata. Si tratta di uno dei 96 giganti che decorano le pareti esterne del Duomo di Milano e che funzionalmente e metaforicamente sorreggono i doccioni. Come spiegato dalla dott.ssa Elisa Mantia, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, l’iniziativa “Adotta una statua”, consente l’adozione da parte di privati, aziende e persone giuridiche di un numero selezionato di statue rimosse dalla Cattedrale e che necessitano di restauro. Massimo Gianolli è stato tra i primi aderenti al progetto, cosicché il Gigante, adeguatamente protetto secondo le indicazioni della Sovraintendenza, farà bella mostra almeno per la durata del “prestito” che durerà tre anni, nella barricaia della Collina dei Ciliegi.