Passione Gourmet Ao Yun: “Volare Sopra le Nuvole” - Passione Gourmet

Ao Yun: “Volare Sopra le Nuvole”

Vino
Recensito da Orazio Vagnozzi

Presentata l’annata 2016 di un vino che nasce sotto le pendici dell’Himalaya

Che il Cabernet Sauvignon sia uno dei vitigni più versatili, capace di crescere nelle condizioni di terreno e climatiche più diverse è cosa risaputa. Forse è meno noto che qualcuno riesca a farci del vino in alta montagna, tra i 2200 ed i 2600 metri, nientemeno che in Cina. Il vino si chiama Ao Yun, ovvero “volare sopra le nuvole” e la cosa curiosa è che questo qualcuno sia LVMH, che, qualche giorno fa ha presentato l’annata 2016.

Era l’inizio del 2008 quando Estates & Wines – la divisione vini di Moët Hennessy – ha affidato all’enologo e scienziato australiano Tony Jordan, il progetto di individuare in Cina un territorio adatto per produrre un vino rosso di qualità mondiale. Dopo quattro anni di ricerche il dott. Jordan ha individuato un microclima ideale in un’area compresa tra i 2.200 e i 2.600 delimitata da quattro villaggi, due su entrambi i lati del fiume Mekong, alle pendici dell’Himalaya: Adong (2.600 m), Shuori (2.500 m), Sinong (2.300 m) e Xidang (2.200 m), ognuno dei quali produce vini di carattere distintivo. L’estensione della zona vitata è di 28 ettari composti da oltre trecento parcelle suddivise in 900 appezzamenti secondari, che rappresentano oltre 20 diversi tipi di terroir, ognuno dei quali è gestito in modo diverso nel processo che va dalla potatura al blending finale.

Maxence Doulu, lo chef de cave, racconta che non è un posto facilissimo da raggiungere: da Honk Kong si vola a Shangri-La, poi altro volo per Kumming e per finire 4 ore circa di macchina per raggiungere la Contea di Degin – eppure pare proprio che ne valga la pena.

Le parcelle

Le parcelle, i cui terreni sono in prevalenza calcarei e argillosi, sono terrazzate a mano e il clima è favorevole alla coltivazione della vite come avevano scoperto già da oltre un secolo, dei missionari gesuiti, con vigneti piantati per la prima volta sulla montagna alla fine del XIX secolo. Nel 2000, il governo cinese ha incoraggiato gli agricoltori locali a piantare viti, importate dalla Francia, con l’obiettivo di rilanciare l’economia della zona e rallentare l’esodo rurale. Si tratta di un territorio in cui ci sono grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte e questo assicura un buon livello di acidità; il clima mite e senza piogge del periodo della vendemmia assicura una perfetta maturazione delle uve mentre per proteggerli dal rigidissimo inverno i ceppi vengono interrati alla fine della vendemmia.

La prima annata prodotta è stata la 2013 e inizialmente il vino era un blend di 90% Cabernet Sauvignon e 10% Cabernet Franc – nel 2015 la percentuale di Cabernet Franc fu portata al 21%. Nel 2016, oltre al Cabernet Sauvignon (74%) e al Cabernet Franc (20%), sono stati aggiunti all’assemblaggio anche il Syrah per un 4% e il Petit Verdot per un 2%. Il blend finale della vendemmia 2016 inoltre è stato deciso con assaggi fatti a livello del mare, ad Hong Kong, dove il grado di umidità dell’aria è più costante.

Ma veniamo alla degustazione che non tradisce l’aspettativa.

Ao Yun 2016

Dal colore rosso rubino carico ha un profilo olfattivo fruttato di fragoline e ciliegia candita con richiami di frutta esotica su un sottofondo di legno di cedro, peperone arrosto, pepe Sichuan e una leggera nota affumicata. In bocca il vino è denso con tannini dolci e ben amalgamati, perfettamente equilibrato da un’acidità succosa e una sapidità minerale che conferiscono a questo vino freschezza ed eleganza. Il finale è persistente.