Per noi che di vino viviamo non è mai facile selezionare quell’unica bottiglia per un intero anno di degustazioni. Quest’anno, tuttavia, complice anche la neonata sezione spirits di Passione Gourmet, abbiamo deciso di alzare ulteriormente il livello e concederci pure qualche divagazione in materia. Il nostro 2025 in sorsi è, dunque, il nostro brindisi virtuale a voi e con voi, cari lettori, affinché il 2026 sia un anno di prosperità, bellezza e piacere, a tavola come nella vita.
Orazio Vagnozzi
Ci sono vini che il tempo non consuma, ma affina fino a renderli fuori scala. Il Marqués de Riscal 1945 è uno di quelli: più che longevo, ancora sorprendentemente giovane, con un’energia che spiazza. Nel calice non c’è traccia di stanchezza: il vino è integro, teso, con una profondità aromatica che si muove tra spezie fini, tabacco, cuoio nobile, note balsamiche e un frutto scuro ancora vivo. La bocca è il vero miracolo: slancio, equilibrio, tannino fuso ma presente, una freschezza che sostiene tutto e allunga il sorso in modo quasi irreale. Un vino che non racconta il passato, ma continua a parlare al presente.
Rilettura mediterranea di un grande classico, l’Italian Paloma di Abi El Attaoui, barman di Ceresio 7, integra la freschezza amara del pompelmo e la linearità della tequila con il succo di pomodorino, che porta acidità, dolcezza naturale e una sottile vena umami, e un cordiale al basilico, verde, aromatico, immediatamente riconoscibile, in un cocktail che acquista profondità e identità italiana, ricordando i profumi dell’orto e della cucina mediterranea.


Leila Salimbeni
Assaggiato colpevolmente a fine anno, alla fine di una cena piuttosto impegnativa in termini di sorsi e piatti, anche elaboratissimi. Eppure il ’61 Nature Extra Affinamento 2011 di Berlucchi è riuscito a svettare su tutto e a imporsi come uno dei migliori vini della serata e dunque dell’anno. Ultimo tassello di una verticale in coffret (2009 e 2010 prima di lui), tutte e tre le bottiglie furono degorgiate assieme il 25 maggio 2023, dopo la sboccatura originale (avvenuta per il 2011 il 13 dicembre 2017). 70% Chardonnay e 30% Pinot nero, questo vino conferma la grandezza della 2011 in Franciacorta nonché le legittime velleità di ulteriore affinamento di una grande firma del Metodo Classico italiano. Tensione e ricchezza in un sol sorso e un olfatto mutevole e penetrante, che continua a svilupparsi. “Peccato” che la bottiglia finisca in un baleno.
Un Penicillin a Kunming, nel bar più antico della città, in un posto che più volte ho tentato, senza successo, di geo-localizzare e tanto da indirmi a chiedermi se, dopotutto, fosse reale. Siamo nel Wuhua district, in un vicolo tra Qingyun Street e Duanshi Street, in un mite crepuscolo d’inizio estate. Figlio recente della passione tutta contemporanea per la nostalgia, diventata un concetto in cui abitare e da arredare, il Penicillin ha il merito di rieditare già nel nome l’antica funzione medicale di spiriti e distillati, mescolati quasi sempre a un elemento tonico. In questo caso un Islay single malt molto torbato, del miele, del limone, e il rush cosmopolita dello zenzero
Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi. Ed è subito Cina anni ’30.


Alberto Cauzzi
Qualcosa è cambiato in questo Cerasuolo d’Abruzzo d’autore, ed è cambiato in meglio da quando la terza generazione della famiglia Pepe, tutta al femminile, ha imposto la propria rigorosissima visione. Ne sortisce un palato riarso di sali dolci pestati con agrumi rossi e foglie autunnali; uno sbuffo d’argilla, un profumo d’armadio dimenticato, profumato e molto penetrante. E poi questo sorso teso e speziato, pieno e aereo, sugoso e salato, austero nel complesso. Da vigne giovani di Montepulciano, la pigiatura avviene come una volta, ovvero coi piedi, su vasche di legno; la fermentazione è spontanea e avviene in vasca di cemento vetrificata. L’affinamento, ovviamente, in bottiglia. Né un rosso né un bianco, ma un rosso vinificato in bianco di grandi intensità e dalla forte personalità, luminoso e tonico.
Lo Shanghai-Milano Old Fashioned. Una twist dell’Old Fashioned che fa del cosmopolitismo uno dei suoi ingredienti principali. A realizzarlo per noi (qui la ricetta) è Manuele Pirovano, Head Sommelier e Restaurant Manager del D’O di Davide Oldani, che l’abbina a un petto d’anatra arrostito con verza in cassœula, cavolo rapa e condimento allo zenzero e soia. Un cocktail che, da solo, parla di un asse, quello tra Milano e Cina, sempre più solido e più fecondo, e che disegna al palato una tessitura di speziature e rimandi di bella profondità .


Angelo Sabbadin
Dalle assolate terre andaluse, dove l’abbagliante Albariza nutre il vitigno Pedro Ximénez, nasce Px El Coscojal 70, frutto della passione di Pepe Rodriguez de Vera e Carlos Jiménez, è una selezione sartoriale di quattro antiche botti, con un invecchiamento ossidativo medio di 70 anni. Si accede a sacrestie dimenticate per svelare soleras storiche, vere essenze non in commercio. Nel bicchiere, il colore è un mogano nero fittissimo, quasi opaco, la viscosità maestosa disegna lacrime lente e dense. Al naso, un’impressionante sinfonia: uvetta, datteri, melassa, cioccolato fondente, liquirizia, incenso e una sublime nota di grafite affumicata. Il sorso? Una dolcezza estrema, vellutata e untuosa, quasi sciropposa, che chiude con un inatteso, vibrante finale salino. Non è un vino, ma un’esperienza mistica, un tripudio per
l’anima.
Fondata nel 1823, Port Ellen traeva la sua essenza dalle acque pure di Leorin Lochs. Nonostante una storia interrotta, prima nel 1929 (mantenendo solo la pregiata maltazione) e poi definitivamente nel maggio 1983 per sole ragioni di mercato, la sua qualità è rimasta eccezionale. Questo Port Ellen Islay Single Malt Scotch Whisky Distilled 1980 Matured and Bottled by Gordon & MacPhail è un inno alla finezza. Al naso, svela un bouquet elegante e raffinato: sottili note di vaniglia, pera matura, cannella, tabacco essiccato, rovere carbonizzato, pepe bianco e mango, incorniciate da sentori floreali di lavanda e violetta, tocco iodato e marino in chiusura. Il palato è un esercizio di straordinario equilibrio. Si apre con rimandi di frutta candita, evolvendo in un sofisticato intreccio di liquirizia e sale, per chiudere con un soffio etereo di fumo di torba. Difficile chiedere di più a una leggenda.


Antonello Sgobba
Saint-Aubin 1er Cru la Chatenière di Pierre-Yves Collin-Morey 2020. Grande produttore, eccelso bianchista della parte meridionale della Côte de Beaune, capace di interpretare la vendemmia 2020 in maniera esemplare. Al naso il vino ha una aromaticità moderata con sentori agrumati e fiori di acacia, sorso teso e vibrante con una buona acidità che lo fa risultare elegante e persistente. Finale lungo e sapido con una leggerissima nota affumicata. Un vino buono ed espressivo con una bella beva che esprime perfettamente il territorio di Saint Aubin.
Il Daiquiri al gelso bevuto al Signum di Salina. Una creazione istantanea di Raffaele Caruso, un classico daiquiri impreziosito dai gelsi rossi freschi appena colti da un albero della tenuta a donare quella nota acida perfetta per rinfrescarsi dopo un’assolata giornata di inizio estate.


Vania Valentini
Champagne Symposium di Aurore e Florian Laval. È lo Champagne (dal terroir di Boursault, 80% Meunier, 20% Pinot Noir) che più mi ha conquistata per vibrazione, espressività e liricità: un vino che supera la rigidità del metodo per farsi pura poesia liquida, giocata su grazia e trasparenze stratificate. Il naso è floreale, nitido e luminoso, dall’invito immediato; al palato la freschezza si distende in un sorso avvolgente e persistente, sorretto da una fine trama sapida. Il finale, di dolcezza naturale, richiama il piccolo frutto rosso – lampone, ribes, fragola – croccante e succoso, a chiudere un profilo di rara purezza ed equilibrio. Emerge con evidenza l’intento di Florian: dare vita a vini fruttati, di beva immediata e spontanea, capaci di giocare sulla freschezza senza rinunciare a profondità e che dà vita a uno champagne di grazia rara, dove la precisione tecnica si dissolve nella vibrazione emozionale e il gesto enologico diventa pura espressione poetica.
La Lavender Pina Colada dell’ottimo Davoli Emanuele, al Bicio Papao di Milano Marittima. Una Piña Colada che sovverte l’immaginario tropicale – lo stesso che, fino a oggi, mi aveva sempre dissuasa dal desiderarla. L’ananas qui vibra luminoso, il cocco si avverte appena, mentre la lavanda è solo un riverbero che aggiunge eleganza e grazia. Il sorso è setoso, teso, ampio e freschissimo nelle sue accensioni agrumate (lime) per chiudere in una freschezza lievemente aromatica – la lavanda – che rinfresca il palato e invita al sorso successivo.


Thomas Coccolini Haertl
Il Perlé, Archivio di Famiglia Sboccature Recenti Magnum 2002 di Ferrari. La 2002 è perfettamente riuscita in casa Ferrari sia per il Perlé che per il Giulio Ferrari Collezione e la magnum è sempre l’ideale per un Metodo Classico. Due assaggi a distanza di pochi mesi, uno conferma l’altro: nessun dubbio, qui, sulla qualità dello Chardonnay d’alta quota Trento DOC. Raccontare le perle finissime, lo spettro olfattivo e le sensazioni al palato aggiunge poco all’aspetto emozionale di uno spumante che chiede alla propria memoria di fissarsi per sempre come riferimento. Thomas Coccolini Haertl
Una distilleria nello Speyside e un Single Malt scozzese, questo The Twenty Speyside Single Malt Scotch Whisky Four Cask Matured di Benriach, ove le note di torba sono lì solo per ricordarci che un tempo il malto d’orzo si essiccava nei kiln con l’unica cosa che c’era da bruciare. Nel dram entra la combinazione delle maturazioni per 21 anni in botti di Bourbon, Sherry e di vino rosso Bordeaux che oltre le aspettative classiche di un grande Whisky, completa il bouquet con un flavour elegante e retrò. Unchill filtered è un’altra differenza, ma soprattutto è un Whisky straordinariamente buono.












