Passione Gourmet Berlucchi Cuvée Imperiale Brut - Passione Gourmet

Berlucchi Cuvée Imperiale Brut

Vino
Recensito da Marcello Carli

Stupefacente dinamismo del tempo

Facciamo un applauso. E tutti voi vi chiederete, a cosa dobbiamo applaudire? La risposta arriverà nelle prossime righe. Ma la domanda ve la poniamo subito: come si comporta il Franciacorta con lo scorrere del tempo? Beh il quesito di fondo sembra semplice, fatto sta che la risposta è incerta.

Tutti noi, infatti, sappiamo che questi vini definiti “speciali” – in quanto rifermentati in bottiglia attraverso quel procedimento chiamato Metodo Classico – evolvono in maniera molto lenta fintanto che rimangono a contatto con i propri lieviti, come avviene per un bambino nella pancia della madre, alla quale egli è collegato attraverso il cordone ombelicale. Ciò che cambia repentinamente è l’evolvere della situazione – nel caso del vino a livello microbiologico e di conseguenza aromatico – nel momento in cui esso viene privato di questo cordone, ovvero dei propri lieviti, nella fase denominata degorgement. Da questo momento in poi il vino neonato è più scoperto – dal punto di vista ossidativo – perché il lievito presente nella fase di autolisi funge da antiossidante in concomitanza alla tappatura delle bottiglie con tappo a corona, quindi con una permeabilità rasente allo zero. Il dinamismo del cambiamento diventa nettamente più veloce dal momento in cui il vino spumante viene degorgiato e sigillato con tappo in sughero, che favorisce una permeabilità tra l’interno e l’esterno molto maggiore e, quindi, permette al vino di respirare, vivere ed evolvere più in fretta, come i primi mesi della nascita di un neonato che cresce a vista d’occhio.

Ma quanto può durare uno spumante proveniente da questa zona denominata Franciacorta nelle nostre cantine private o nelle enoteche prima di essere consumato? Noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare questo Metodo Classico dell’azienda Guido Berlucchi con sboccatura 2005. Ad oggi che siamo nel 2020, abbiamo la bellezza di 15 anni di evoluzione post autolisi da assaporare, per vedere come si è comportato.

La storia di questa azienda nasce a metà degli anni ’50, quando Guido Berlucchi – uomo di campagna e proprietario di alcuni vigneti nel territorio di Borgonato dove produceva esclusivamente vini fermi – incontrò Franco Ziliani, giovane enologo pieno di idee. Tra esse, spiccava quella strampalata di produrre il suo vino preferito – lo Champagne – in zona Franciacortina. Dopo varie annate e tentativi falliti, nacque il primo Metodo Classico dell’azienda, nel 1961. Il successo fu strabiliante, tanto che la produzione di 3000 bottiglie venne subito esaurita e negli anni a seguire aumentò a dismisura arrivando alla produzione odierna di 5 milioni nella totalità delle varie tipologie. La Cuvée Imperiale Brut con base vendemmia 2002 ha sostato sui lieviti 18 mesi, è stata degorgiata nella primavera 2005 ed infine addizionata di un 10% di vini di riserva. È composta da 85% Chardonnay, 10% Pinot Nero e 5% Pinot Bianco.

Alla stappatura la pressione è notevolmente diminuita e il classico “botto” è sostituito da un fievole soffio. Versando il liquido nel calice si nota il colore oro con riflessi ramati – segno di un’ossidazione protratta nel tempo – e le bollicine che si dirigono verso l’alto con lentezza e leggiadria. I profumi sono quelli dell’evoluzione avanzata laddove risultano scomparsi gli aromi freschi e giovani per far spazio ai sentori terziari di distillato di pera e ananas grigliata, con un accenno di liquore all’anice nel finale. Il palato è consistente e ci regala sapori maturi di mela al forno, crema di pinoli e finale cremoso di zabaione. La persistenza è chilometrica e porta la fantasia culinaria ad un abbinamento con un altro prodotto gastronomico della cucina italiana che ben si armonizza nella lunghezza del sapore: il Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi. Un vino da meditazione, dunque, che risponde alla nostra domanda iniziale; l’applauso va fatto alle potenzialità che questa cuvée può sprigionare grazie al suo riposo nelle nostre cantine, a patto di aver la pazienza necessaria per riuscire ad attenderla cosi a lungo. Salute.

1 Commento.

  • Claudia23 Luglio 2020

    Bellissima spiegazione

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