Dal gesso e dalla luce: Cramant nel calice
Nel cuore pulsante della Côte des Blancs, il piccolo villaggio di Cramant è un omaggio assoluto allo Chardonnay. Qui, occuparsi di qualcos’altro risulta quasi un’eresia: è il suolo stesso a richiederlo, è la luce – abbagliante in certe giornate – a invocarlo.

Il paesaggio è di una bellezza senza eguali, percepibile già scendendo da Chouilly verso sud-est, dove si staglia, sulla verde collina della Butte de Saran, l’imponente Château de Saran di proprietà di Möet & Chandon, fino a confluire nella lunga scarpata orientale della Côte des Blancs. È in questa conformazione naturale, un vasto anfiteatro rivolto a est, che si dispongono i migliori appezzamenti del villaggio: dolci declivi, con pendenze variabili dal 40% all’8%, composti da strati alterni di craie e argilla, costantemente irradiati dal sole.

Procedendo verso la pianura, i vigneti di Cramant sfumano gradualmente nei confini di Oiry, dove il suolo, piatto e gessoso, origina vini affilati, vibranti, di grande tensione minerale. La Butte de Saran offre a Cramant una protezione naturale contro i venti freddi e le temperature rigide, contribuendo alla creazione di un microclima equilibrato e peculiare, immune alle intemperie, capace di imprimere nei vini equilibrio, misurata ma anche energica tensione, florealità e una seducente nota esotica. Le vigne, baciate dal sole per la maggior parte della giornata, poggiano su un suolo dove il gesso affiora: è qui che lo Chardonnay trova la sua più autentica, pura, espressione. Il Pinot Noir è assente, mentre il Meunier si affaccia appena, con una presenza del tutto marginale.

Il microclima caldo e temperato di Cramant, dona a questi vini anche cremosità, una peculiarità che non si riscontra con facilità in altri villaggi della Côte des Blancs nei primi anni di vita del vino; ed è proprio questa caratteristica ad avere ispirato il nome del celebre Crémant de Cramant di Mumm, realizzato con uve acquistate nel 1882.
Cramant, insieme ad Avize, fu tra i primi villaggi a ottenere la classificazione di Grand Cru. Le sue vigne erano già documentate nel XI secolo, ma è solo nel 1860 che si distingue chiaramente lo Chardonnay dal Pinot Blanc. Già alla fine del XIV secolo, questo villaggio godeva di notevole fama e nel 1822 lo scrittore inglese Henry Vizetelly lo descrisse così: “Cramant, nonostante la sua encomiabile ricchezza aromatica e versatilità, spicca per leggerezza e delicatezza, diventando essenziale per ogni cuvée di Champagne che si rispetti.“
I vini di Cramant si distinguono per la loro complessità, per l’ossatura minerale crayeureuse, il carattere agrumato, teso ed elegante, e per la raffinata florealità. Ma la loro vera magia è racchiusa in uno dei capolavori della Champagne contemporanea: il Fleur de Passion di Diebolt-Vallois.

Fondata nel 1978 da Jacques Diebolt e da sua moglie Nadia Vallois, la maison Diebolt-Vallois è oggi guidata dai figli Arnaud e Isabelle, anche se Jacques, figura storica e carismatica, è ancora presente tra le botti e i tini; accogliente, fiero, con lo sguardo schietto e le mani segnate dal lavoro in vigna, Jacques continua a essere una presenza viva e ispiratrice e se si ha la fortuna di incontrarlo e degustare accanto a lui, è un’esperienza densa di storia, memoria; Jacques è il custode di un sapere che affonda le radici nei ricordi del nonno e l’origine del Fleur de Passion risale proprio al 1954, quando Jules Crépaux, preoccupato per il nipote Jacques Diebolt partito per l’Algeria, decise di mettere da parte i migliori vini dell’annata 1953, provenienti dalle vecchie vigne di Cramant. Li assemblò e li imbottigliò con tappo di sughero, creando uno Champagne speciale pensato per celebrare il ritorno del nipote. Vecchie vigne di Cramant, uve della vendemmia 1953, fermentazione in fût, senza malolattica, tiraggio bouché liège: uno champagne speciale, solo per la famiglia. Nasce così uno Champagne fuori dall’ordinario, a rappresentare il punto di partenza e la fonte d’ispirazione per ciò che sarebbe diventato il Fleur de Passion.

Negli anni ’80 Jacques lo fa assaggiare a due rinomati sommelier francesi, i quali lo incoraggiano a riprodurlo. Fu così che, con la vendemmia 1989, Jacques compie un primo tentativo in quella direzione e con la 1995 nasce ufficialmente il Fleur de Passion; le uve selezionate tra 8 vecchie parcelle di Cramant tra cui spiccano i lieux-dits Les Buzons (ben 70 anni di età), Pimonts e Gros Monts: il primo dona potenza e struttura, il secondo eleganza e finezza, il terzo mineralità e tensione. Fermentazione in barriqueCon "barrique" si intende una piccola botte di legno adatta all’affinamento di vino dalla capacità compresa tra i 225 e i 228 litri. Leggi di Borgogna (almeno terzo passaggio), lunga maturazione in barrique (in media 8 anni) sui lieviti e dosaggio a 3 g/l.

“Mi sono sempre ricordato dei vini che faceva mio nonno, e volevo tornare a quello,” racconta Jacques. “Mia moglie e i miei figli non volevano che lo facessi. Dicevano: ‘Oh, questo tipo di vino è per vecchi. Nessuno oggi vorrà berlo.’ Ma io sono testardo e l’ho fatto lo stesso.”
Fleur de Passion 2014
100% Chardonnay
Fermentazione ed élevage in barrique di Borgogna, ma senza svolgimento della malolattica. Circa 8 anni sui lieviti e dosaggio 3 g/l.
Chardonnay champenoise allo stato puro. Agrumi, gesso, bergamottoIl bergamotto è un agrume coltivato quasi esclusivamente in Italia, in particolare nella provincia di Reggio Calabria. Ha forma sferica o a pera ed è di colore giallo. Il frutto viene raccolto tra novembre e marzo. Non è commestibile (il gusto acidulo della polpa è assai sgradevole), ma è molto ricercato per la sua aromaticità. Se ne ricava un olio... Leggi, burro, erbe aromatiche, pietra focaia e liquirizia disegnano un olfatto ricco ma di classe, esuberante ma raffinato. Ma è il sorso a sorprendere: ampio, roccioso, fresco, articolato e incisivo. Emergono la pietra focaia, la nocciolina, il sale, per un finale asciutto, sottile, mai saturante o eccessivo. Con un finale che lascia vibrare le sensazioni sapido-minerali della sua terra. Una bottiglia che inganna: al netto della sua imponenza, della sua intensità… finisce in un attimo.
Cramant è sole. Cramant è un abbraccio. Cramant è energia. Un Grand Cru che affonda le sue radici nella storia, prodigioso in purezza e capace di accendere le migliori cuvée.
Altri interpreti di Cramant
Accanto a Diebolt-Vallois, altri produttori realizzano cuvée eccezionali da Cramant in purezza:
- Jacques Selosse – Cramant Chemin des Châlons
- Larmandier-Bernier – Vieille Vigne du Levant, da viti fino a 80 anni nei lieux-dits Bourrons du Levant e Le Fond du Bâteau
- Lilbert-Fils – Cramant Blanc de Blancs, assemblaggio tra Les Buissons (Butte de Saran) e Les Moyens (parte ovest del villaggio)
- Bonnaire – Blanc de Blancs
- Lancelot-Pienne – Cuvée Marie Lancelot, setosa e sapida
- Guiborat – Prisme
- Voirin Jumel – Cramant
Gli Champagne di Diebolt-Vallois sono importati e distribuiti in Italia da Partesa; avevamo da poco parlato del Prestige, qui.