Bertolani, 100 anni di bollicine

La nuova bottiglia dell'azienda Bertolani.

Una nuova etichetta

In Emilia a maggio c’è decisamente fermento; dopo il primo week-end con Fermento Emilia a Montecchio (RE), in cui regnano le bollicine e Vignaioli Contrari di Spilamberto (MO), sovrapposta a Spumantitalia che quest’anno si è svolta a Bologna, arriva anche il week-end di Cantine Aperte (24-25 maggio, in tutta Italia). E proprio in quest’ultima occasione la cantina Bertolani di Scandiano, sui colli reggiani, approfitta per presentare una sua bottiglia in edizione limitata: 100, proprio per festeggiare il secolo di vita dell’azienda vitivinicola nata grazie a nonno Alfredo. L’evento specifico per onorare il traguardo di questi cento anni di vita di Bertolani sarà il 7 giugno, ma intanto ci occupiamo in anteprima del loro Metodo Classico a tiratura limitata. Ne saranno imbottigliate infatti solo 2025 bottiglie nel formato 0,75, ognuna accompagnata da una confezione di cartone anch’essa numerata, che riprende graficamente l’etichetta e riassume la storia della cantina.

Si tratta di una cuvée di uve Lambrusco, millesimo 2023 (12% Vol.), dunque uno spumante rosso, raro nel panorama italiano – e non solo – delle bollicine nobili. Siamo prossimi alla sboccatura, quindi ci troviamo di fronte a uno spumante in evoluzione, la cui sosta sui lieviti, in questo progetto è piuttosto breve. A differenza del progetto di spumantizzazione che da tempo ha portato i fratelli Andrea e Nicola Bertolani a nobilitare al massimo la Spergola, uva bianca autoctona tipica dei colli di Scandiano, con l’etichetta Vincent, già da vari anni sul mercato e che usualmente predilige soste sur lies più lunghe. Progetto che si è evoluto anno dopo anno riducendo i dosaggi per un vino bianco spumante sempre più contemporaneo.

In questo caso, 100 è un Brut che però non fa pesare affatto il dosaggio, anzi; oltre il colore in sintonia con le aspettative, di un rosso porpora intenso, relativamente poco penetrabile e che mostra  subito una sfarzosa crema di bollicine, l’olfatto è in sintonia con le aspettative di queste uve rosse emiliane, concedendo immediata freschezza, ma anche frutto rosso di piccole dimensioni, in particolare mirtilli e latenze di fragolina di bosco, con riverberi floreali di rosa selvatica. Al palato le bollicine restano ancora relativamente corpose, ammorbidendo il palato che si ossigena bene, dando anche una sensazione di lieve astringenza tannica, mai invadente. Buona la persistenza, con efficace ritorno dei frutti di bosco e un piacevole affondo su note di tamarindo.

Questo spumante, come altri emiliani, arricchisce il panorama con una proposta di qualità che aiuta questi territori, sovvertendo una volta per tutte la logica dei grandi numeri. Certo, in questo caso particolare la tiratura è limitatissima, ma nulla ci vieta di credere che il progetto possa andare avanti mantenendo una nuova etichetta per un metodo classico rosso. Parallelamente ai due rifermentati in bottiglia che già Bertolani propone, uno appunto di uve Lambrusco e l’altro di Spergola, sorella fresca e di pronta beva del più raffinato Vincent già citato.

La nuova etichetta dell'azienda Alfredo Bertolani.
La nuova etichetta dell’azienda Alfredo Bertolani.

Il centenario dell’azienda Bertolani

Alfredo Bertolani, il bisnonno dell’attuale generazione vinificava la Spergola praticamente in purezza, già negli anni ’50 e ’60, ben al di fuori delle mode contemporanee.

Con Bertolani, il cui vissuto è tutto sui colli di Scandiano, la storia dei vini emiliani è largamente testimoniata. Risalendo ai tempi dei romani, sembra che lo stesso nome della cittadina di Scandiano potesse derivare dall’uva Scantiana, di certo sappiamo che la Società Enologica Scandianese già nel corso del 1800 raccoglieva i più importanti proprietari terrieri locali e si impegnava nella promozione del vino alle esposizioni mondiali come quella di Parigi del 1878.

Sotto il simbolo della Rocca dei Boiardo, Alfredo Bertolani nel 1925, acquisendo parte delle attrezzature della Società Enologica stessa, aprì la sua azienda con il motto «Semplicità, onestà e pulizia». Superando quasi indenni la guerra, la seconda generazione con Vincenzo e Nemesio traghetta la cantina al nipote Giancarlo che negli anni ’70 introduce la modernità del metodo Charmat. La tradizionale metodologia della rifermentazione in bottiglia viene accantonata. Ma soprattutto negli anni ’80, come segno della modernità e del rinnovamento, non solo nel mondo dei lambruschi, arriva l’imbottigliamento sterile al posto della pastorizzazione. Non tutti sanno che proprio questo processo, pur garantendo una sanificazione delle uve, riduceva drasticamente la vita di un vino, in particolare dei nostri lambruschi che si dovevano consumare di lì a pochi mesi, un anno. Oggi, con i cicli di fermentazione a temperature controllate, ma prima ancora la selezione e il lavaggio delle uve, si è potuto eliminare la pastorizzazione utilizzando filtraggi sterili a due stadi. Il risultato è garanzia di durata decisamente maggiore di un vino.

Negli anni ’90 e 2000 Bertolani completa il suo cammino, prima attraverso l’imbottigliamento in atmosfera modificata che evita le ossidazioni dei vini, sostituendo l’aria con azoto (assenza di ossigeno), poi con la quarta e attuale generazione, unitamente alla sorella Elena viene realizzata la nuova sede attuale. Un edificio rispettoso dell’ambiente, a basso impatto con l’ampia copertura in legno, che sfrutta l’utilizzo di fonti rinnovabili compresa una capiente vasca interrata per il recupero delle acque piovane. La coibentazione della struttura fa la differenza, con una riduzione della climatizzazione in cantina pari a punte del 60-70% rispetto agli standard legislativi. L’impianto fotovoltaico esteso sulla superficie di copertura e la gestione computerizzata dei processi fermentativi completano il quadro di una cantina decisamente all’avanguardia che cura ogni passaggio, fino al recupero e riciclo delle bottiglie brandizzate per un nuovo processo di imbottigliamento. A riprova della sensibilità ambientale di Andrea e Nicola ci sono le numerose certificazioni di cui Bertolani oggi può dare sfoggio, ma anche l’esemplare criterio di lavorazione in vigna, con trattamenti che dal punto di vista fitosanitario fanno dell’Emilia in generale, un territorio all’avanguardia.

Da sempre la cantina si serve di vigneti nella sola fascia collinare, in particolare proprio intorno a Scandiano e tutto ciò si esplicita nella produzione di 400-450mila bottiglie all’anno, fra bianchi e rossi. Ora non ci resta che aspettare gli imminenti festeggiamenti per i cento anni, un traguardo indubbiamente significativo che è giusto sottolineare, anche con una bottiglia speciale.

Visited 90 times, 8 visit(s) today

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recensioni Ristoranti Italia Visualizzazioni:73

Il Luogo di Aimo e Nadia

Sessant’anni di successi Nella frenesia ansiogena di una metropoli sempre in accelerazione e...

Wine News Visualizzazioni:90

Bertolani, 100 anni di bollicine

la cantina Bertolani di Scandiano festeggia il suo centenario presentando una bottiglia in...

Recensioni Ristoranti Mondo Visualizzazioni:387

Sorn

Sorn è il primo ristorante nella storia della Thailandia a ottenere il più alto riconoscimento...

Close