Contrasto

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Rapporto qualità/prezzo.
DIFETTI
Prenotazioni solo telefoniche.

La moderna limpidezza molisana di Lucio Testa

Sino al 2019, Cercemaggiore era conosciuta come antica “sentinella” dei Sanniti, in quanto paese a quota più alta della provincia di Campobasso. Ma è proprio qui, suo luogo d’origine, che il giovane e imperturbabile chef Lucio Testa, formatosi ad Alma e poi in Francia (al Georges Blanc e da Bernard Fournier) ha deciso di tornare e realizzare una cucina di pregevole fattura. Il suo è uno stile limpido, con passaggi, fondi e salse di scuola d’Oltralpe (luogo al quale è dedicato il percorso l’Anatra Mulard) senza eccessi, mosso disinvolto tra l’amaro, l’acido e il fermentato. Piatti pensati senza voler precludere nulla al territorio molisano e con la volontà di trasmettere, con estrema calma, il suo istinto e la sua opera di ricercatezza, fatta di equilibri e contaminazioni oltre che di qualche sensata spigolosità. Tutto in una visione di conturbante, quanto colta, modernità.

I millimetrici “millemetri”

L’impeccabile servizio accoglie in un ambiente assai signorile, un tempo vecchio granaio, consentendo di scorgere dalle salette ben insonorizzate i territori circostanti, di per sé quasi lunari; a ragion veduta, caratteristica spesso comune ai tratti interni dell’Italia centrale. Ma tutto si ravviva, partendo proprio dai nomi scelti per i menù. Il più articolato “Millemetri”, evoca l’altitudine di Cercemaggiore, volendone rimembrare sapori spesso dimenticati, qui, in continuo movimento. Dopo i vivaci assaggi di benvenuto, giocati su differenti percezioni gustative, un distinto esempio se vogliamo anche di tecnica, è la costruzione della monolitica consistenza della Melanzana e pomodoro. Stratificata come millefoglie e condita con pomodoro sotto cenere, rifinita con una spuma di pomodoro, basilico croccante e un fondo realizzato con patata reidratata. Le Fronne di rosa sono invece il magico ricordo di una pasta fresca tipica molisana, che però abbandona il più classico dei condimenti al sugo di maiale e sublima il palato con una identità “green”; dall’impasto, fatto con ortica e cicoria, al condimento, dove il pesto al levistico (o sedano di monte), col suo sapore leggermente amaro, contribuisce a renderlo armonico. Assurge il primato degli assaggi la Trippa di maiale, proposta con porro bruciato, leggera giardiniera e brodo freddo (con funghi e scorze di formaggio); ensemble di sapori guidati da una lineare complessità, giocata tra temperature, sapidità, scioglievole grassezza e pulizia sul finale, capolavoro anche per gli amanti del quinto quarto. Altrettanto interessante il passaggio più “acquatico” dell’Anguilla alla brace servita con un fondo all’aglio dolce ed erbe di campo, piatto di egregia cottura e presentazione, perfetto nel bilanciamento degli ingredienti.

In chiusura, freschi e non stucchevoli i dessert, mentre la cantina, curata da Sara Di Bartolomeo, è commisurata all’alternanza delle contaminazioni. Una esperienza dalla sensoriale contemporaneità, in un luogo lontano dalle folle, dove il tempo per certi versi sembra sì essersi fermato, ma forse proprio per regalare questa sosta di raffinata e personale piacevolezza, caratteristiche che giustificano ampiamente le ambizioni dello chef Lucio Testa.  

IL PIATTO MIGLIORE: Trippa di maiale e brodo.

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Andrea Mucci

Dall’inizio del terzo millennio lavora in ambito finanziario ma la tavola, qualsiasi sia la sua declinazione, ne occupa da sempre i ritagli del tempo libero, alimentandone la ricerca del gusto, della piacevolezza e del senso estetico. Sommelier AIS per passione, si innamora dello champagne, che berrebbe anche a colazione e degusta con immancabile sottofondo jazz. Nel piatto ricerca l’essenza della materia prima, tra forma e soprattutto sostanza, con la curiosità di sapere cosa avrà da dire al palato.

0 Comments

  1. Ciro R. ha detto:

    Interessantissimo…dalla vicina Campania sicuramente lo proverò
    Grazie

  2. Ciro R. ha detto:

    Interessantissimo…dalla vicina Campania sicuramente lo proverò
    Grazie

  3. Luciano ha detto:

    Ci siamo stati nel periodo di Natale, forse il punteggio è anche strettino….?
    Percorso Anatra Moulard non plus ultra

  4. Luciano ha detto:

    Ci siamo stati nel periodo di Natale, forse il punteggio è anche strettino….?
    Percorso Anatra Moulard non plus ultra

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
Rapporto qualità/prezzo.
DIFETTI
Prenotazioni solo telefoniche.

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PREZZI

Menù degustazione a €60 e €65
Prezzo medio alla carta €60

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