L’Alta Langa Docg Metodo Classico Riserva Pas Dosé Millesimato Riserva 2010 Plutone
Langhe, rilievi bucolici perenne fonte di ispirazione per la letteratura, da Cesare Pavese, a Beppe Fenoglio, da Davide Lajolo, a Giovanni Arpino, nessuno scrittore di questa parte del Piemonte ha potuto resistere da dedicare acute riflessioni, a questa gente e a questi luoghi, dove si snodano itinerari mai scontati, intrisi di cultura e di vino, come la Casa natale di Pavese a Santo Stefano Belbo, il Museo delle Langhe di Grinzane Cavour, quello del vino e dei cavatappi a Barolo, ma anche i percorsi Fenogliani, da scoprire camminando, per capire davvero questo pezzo di Piemonte, così denso di storia e cultura. Atmosfere che ritroviamo nel volume di Pavese La luna e i falò, pubblicato nell’aprile del 1950, in un ritorno alle Langhe, che lo scrittore chiamava “il mio Middle West”, insieme alla dura vita rurale, alle sagre contadine, ai falò, alla luna, alle ragazze del paese, ai riti della vendemmia. Langhe da sempre vocate al vino, grazie a una rete di produttori appassionati che hanno saputo lavorare tutti insieme, pur mantenendo le proprie individualità, facendone un’icona. Come la Enrico Serafino, un brand consolidato, forte di una storia che inizia nel 1878, a Canale (Cuneo), grazie alla caparbietà del ventitreenne Enrico Serafino, giunto dal Canavese per realizzare il suo sogno, produrre vino. La cantina viene costruita nei pressi della ferrovia Torino-Genova, pensando in grande, già intuendo che le produzioni artigianali di Barolo, Barbaresco, Metodo Classico, dovranno arrivare lontano, mentre i sotterranei dell’azienda, assolvono oggi come ieri al compito di completare con l’invecchiamento, il naturale ciclo produttivo, affidandosi all’alleato di sempre, il tempo. Il Metodo Classico piemontese, creato nel 1865, si affina, migliora, evolve, per arrivare sulle tavole più blasonate d’Europa, consolidando una reputazione di alto lignaggio, ma è nel 1990 grazie al Consorzio delle Case Storiche Piemontesi, che vengono individuate nelle colline più elevate dell’Alta Langa, le zone più vocate alla coltivazione di Pinot Nero e Chardonnay. Il disciplinare parla chiaro, i vigneti devono essere dislocati ad altezze non inferiori ai 250 metri s.l.m., riportare in etichetta il millesimo e dichiarare il periodo minimo di affinamento sui lieviti, che non può essere inferiore ai 30 mesi. Un selettivo disciplinare in cui si riconoscono i produttori della Docg Alta Langa, ferreo ordinamento, non assimilabile a nessun’altra denominazione di un Metodo Classico. Norme chiare e un progetto ben definito che ha portato la Enrico Serafino a dedicarsi alla sperimentazione per migliorare ancora, selezionando i migliori cloni e terreni, puntando sui vignaioli più virtuosi, guardando al futuro. Profonde radici di un brand, che ha confermato anche in questi ultimi decenni, di saper ispirarsi al pensiero innovatore del fondatore, tenendo fede ai propri principi e alla consolidata esperienza nella spumantizzazione, puntando sul controllo dei vigneti lieu-dit suddivisi in 56 parcelle dislocate in 16 comuni differenti, contando su una quantità importante di riserve di differenti annate, ponendo attenzione a ridurre il più possibile i dosaggi, evitando l’impiego delle Liqueur d’expédition costituite da distillati. Sfiora quasi il secolo e mezzo, l’esperienza nella spumantizzazione della Enrico Serafino, brand che ha saputo conservare un carattere familiare e un’anima artigianale, consolidando una reputazione internazionale e un notevole palmares di riconoscimenti e primati. Dalle cantine dello storico brand, è uscita infatti la prima cuvèe in assoluto di Alta Langa Pas Dosé Zero Riserva e in seguito agli studi sugli affinamenti estremi, è nato Zero140 Riserva Pas Dosé, affinato oltre 140 mesi sui lieviti.
La degustazione
L’assaggio di una cuvèe così innovativa, capace di sfidare il tempo, nata per brindare alle 140 vendemmie, tradisce nel degustatore una certa emozione. Non ci si può non accorgere che ogni azione profusa nel portare a termine il ciclo produttivo, è stata eseguita con una accuratezza fuori dall’ordinario, che ritroviamo in un sorso di straordinaria eleganza. L’attenzione del maitre de cave verso la corretta esecuzione delle metodologie produttive, è sinonimo di lavoro accurato, a partire dalla viticoltura sostenibile applicata in campagna, alle viti che hanno un’età di circa 28 anni, alla raccolta delle uve interamente manuale, al processo di fermentazione, avvenuto dopo che i grappoli d’uva sono stati selezionati a mano e pressati delicatamente in ambiente inerte con azoto. Fino al mosto, lasciato a fermentare sulle fecce in vasche di acciaio inox per 6 mesi con bâtonnage, a cui seguirà la presa di spuma con il metodo tradizionale in bottiglia, l’affinamento sui lieviti per almeno 140 mesi e la sboccatura tardiva, senza alcuna liqueur d’expédition. Quella che ci troviamo a vivere è un’esperienza assoluta, che già dal naso si rivela completa e appagante, rivelando ampiezza, complessità, profondità, con sentori di cedro, mango, chinotto, miele di acacia, noci pekam e crosta di pane, insieme a nuances speziate e floreali, lievi ed eteree. Al palato nessuna battuta d’arresto, anzi, continuità e armonia, con una bolla finissima, un sorso complesso, evoluto, pieno, burroso, ma anche elegante e intenso, con una mineralità inattesa e un finale entusiasmante che si protrae a lungo. Uno dei migliori esempi di Alta langa che ho assaggiato fino ad oggi, una super bottiglia, da gustare con chi ne capisce davvero (meglio non freddissima).
Vitigni: 85% Pinot Nero – 15% Chardonnay
Suoli: in prevalenza calcareo – argilloso
Allevamento: Guyot
Zona: Mango, Loazzolo, Bubbio
Abbinamento: la zucca di Hokkaido, con trota, tè affumicato e cipolla marinata; il luccio mantecato, con foglie di cappero e intingolo all’aglio dolce; la sbrisolona, come una lemon tarte, con gelato al limoncello e capperi canditi, a cura dell’Executive Chef Alfio Ghezzi e del Resident Chef Akio Fujita, del ristorante Senso – Eala Lake Garda (Limone).
Prezzo: 149€
E se vi è piaciuto, ecco tre etichette affini, che ho trovato curiose e interessanti:
– Franciacorta Cabochon BrutCon il termine "brut" si intende l'indicazione enologica che rivela la concentrazione zuccherina all’interno di un vino spumante. Nello specifico se contiene meno di 15 g/l di zucchero.... Leggi Rosé – Monterossa
– Quinto Passo Brut – Cleto Chiarli & Co.
– Comitissa – Lorenz Martini