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Opera Prima di Ferraris Agricola

Vino
Recensito da Irene Pinardi

Unico come il Ruchè

Nel cuore del Piemonte, Castagnole Monferrato è uno dei sette comuni astigiani, insieme a Montemagno, Viarigi, Refrancore, Scurzolengo, Portacomaro e Grana, dedicato ad un vitigno autoctono riscoperto, nonché una delle più piccole DOCG d’Italia: il Ruchè. In questo territorio collinare la natura ha creato un terroir ideale per la vigna: i suoli marnosi, e in alcune zone argillosi e sabbiosi, con presenza di tufo e soggetti ad elevata insolazione, insieme al clima mitigato sia dalle Alpi che dal mare, offrono al Ruchè il perfetto scenario per essere accolto. Di origine avvolta nel mistero, questo vitigno del Monferrato astigiano, ottiene la denominazione Doc nel 1987 e la DOCG nel 2010, ma è scientificamente che si hanno dati più certi: da uno studio del 2016 sul suo DNA risulta strettamente affine a due vitigni tipici del nord Italia, la Croatina e la Malvasia aromatica di Parma, oggi estinta. Se il primo a credere nelle potenzialità del Ruchè fu un prete vignaiolo, Don Giacomo Cauda, che ne rimase tanto colpito da sperimentarne la vinificazione in purezza, è con Luca Ferraris che trova dignità e si erge a rappresentare questo specifico territorio meno conosciuto nel panorama enologico nazionale.

Luca Ferraris guida l’azienda di famiglia dal 1999, anno in cui ricomincia a vinificare le uve provenienti dai 24 ettari di vitigni di proprietà: una vera svolta per il mondo del Ruchè perché fu il primo ad effettuare diradamenti delle uve per aumentarne la qualità. L’azienda cresce, fino al 2016, anno in cui Ferraris acquista da Francesco Borgognone la Vigna del Parroco, a Castagnole Monferrato, storica e antica vigna unico CRU del Ruchè riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura, fino ad arrivare ai 34 ettari attuali che comprendono Cà Mongròss a Montegrosso d’Asti e Tenuta Santa Chiara a Monastero Bormida. Tra i più estesi vigneti di Ruchè e parte del nucleo originario dei terreni di Ferraris Agricola troviamo il Bricco della Gioia da cui nasce Opera Prima. Vessillo del Ruchè nel mondo, Opera Prima è la dimostrazione che da questo vitigno DOCG di Castagnole Monferrato si possa ottenere un vino da invecchiamento di un’eleganza da nobile. I terreni sciolti, ricchi di calcare e poveri, così da non portare troppo vigore alla vite, incontrano un’altitudine di 286 m s.l.m e odono di un’esposizione a sud ovest che garantisce alle uve Ruchè grande concentrazione, corpo e struttura. Rese intorno ai 40 quintali per ettaro, conduzione della vigna di tipo tradizionale, grande attenzione alle maturazioni fenoliche e zuccherine con leggero appassimento degli acini, supporto organico del terreno, reinnesti e operazioni mirate al fine di conservare la capacità vegetativa in equilibrio con quella produttiva, sono le attenzioni che permettono a Opera Prima la sua unicità. Dopo un lieve appassimento, il mosto passa rotofermentatori in acciaio a temperatura controllata e sosta a contatto con le bucce per circa 20-25 giorni con la tecnica del “cappello sommerso”, per poi essere trasferito per almeno 3 anni in tonneau e successivamente, riposare in bottiglia per almeno altri 12 mesi.

La degustazione

Fiore all’occhiello di una denominazione riscoperta, ecco Opera Prima in una piccola verticale.

Ruché di Castagnole Monferrato Riserva Opera Prima 2017

La 2017 è stata un’annata particolare, caratterizzata da una gelata a metà aprile che ha compromesso le nuove gemme ma che ha seguito ad un’estate calda. Per questo le rese sono state di 32 quintali per ettaro, inferiori rispetto alla media. Quest’annata di concentrazione si rivela in un color rosso rubino scuro che si schiude in un bouquet fruttato di prugna matura e ciliegia, note mentolate e una speziatura di pepe e liquirizia. Alla bocca è caldo, corposo e strutturato, tannico e nella sua gioventù rivela potenziale di invecchiamento.

Ruché di Castagnole Monferrato Opera Prima 2016

L’annata 2016 si è rivela rispetto alla 2017 più elegante, data dalla stagione fresca e piovosa che l’ha accompagnata. Il colore rosso rubino tende leggermente al granato e al naso si dimostra più discreto ma allo stesso tempo più armonico: i sentori di violetta e rosa si alternano alla succosità della ciliegia e a note balsamiche. La beva è fresca, vivace, leggermente amaricante, pulita e netta con un finale bilanciato tannico e sapido.

Ruché di Castagnole Monferrato Opera Prima 2015

Concordante con la 2017, la 2015 è un’annata di materia e corpo. Le note di frutta si fanno evolute, nella ciliegia sotto spirito e nella mora matura, con sentori di petali di rosa appassita; il sorso presenta un tannino più spigoloso, con un finale succoso, caldo e persistente.

Ruché di Castagnole Monferrato Opera Prima 2010

L’annata fresca garantisce alla 2010 la miglior espressività tra le annate in degustazione: emerge infatti tutta la potenzialità del Ruchè nel suo naso armonico e fine di erbe medicinali, spezie dolci e confettura di ciliegia. Il sorso è di struttura, elegante, rotondo e dal finale lungo con tannini piacevoli e di buona freschezza.

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