Valutazione
Pregi
- L’impasto leggerissimo e digeribile.
- L’ampia offerta di pizze particolari.
- I Supplì fondenti.
Difetti
- I dolci troppo dolci.
LievitiAMO
“Mi si nota di più se vengo o se non vengo?” chiedeva Nanni Moretti. A poca distanza dal cinema di proprietà del regista, Pier Daniele Seu probabilmente risponderebbe la seconda, proponendo un impasto, protagonista indiscusso, così leggero da quasi sparire. Oggi non è più raro trovare proposte a lunga lievitazione o con farine particolari, ma il risultato che troviamo qui si distingue dalla concorrenza, perlomeno capitolina.
Da Seu Pizza Illuminati, infatti, la pizza non è solo buona, è iconica, immediatamente riconoscibile. Come detto l’impasto è l’assoluto protagonista: lievitato alla perfezione; impercettibile al centro, dove lascia spazio ai condimenti senza, però, mai abbandonarsi alla mollezza; glorioso nell’inconfondibile cornicione che permette di assaporarlo in purezza. Colpisce la regolarità di forma, dimensione, condimenti; tutto è preciso al centimetro. Se il forno non fosse a vista si rischierebbe di pensare ad una produzione meccanica, quando invece è esclusivamente il frutto dell’esperienza e della precisione maturate grazie alle migliaia di pizze infornate negli anni.
Oltre alle bolle (da lievitazione) c’è di più
Non bisogna, però, commettere l’errore di pensare ad un mero esercizio di tecnica. I condimenti sono di primissimo livello e soddisfano sia gli amanti della tradizione che i più curiosi. La nostra Dop, una tradizionalissima margherita con bufala, era squisita, con un pomodoro incredibilmente dolce, impeccabile. Piacevole sorpresa della serata la S(E)UD: alici, provola affumicata e crema di olive sono minuziosamente distribuite e bilanciate, garantendo un gusto differente ad ogni boccone senza mai perdere l’equilibrio, anche grazie all’aiuto delle preziose zesteTermine francese utilizzato per indicare le scorze degli agrumi. Lo zester è invece lo strumento utilizzato per ricavarle, conosciuto in italiano come rigalimoni. Le zeste vengono utilizzate in cucina per insaporire pietanze a base di verdure, pesce e carne oppure, candite, in pasticceria.... Leggi di limone. Fra i fritti proposti, tutti molto ben eseguiti ed asciutti, meritano una particolare menzione i supplìIl nome deriva dall'italianizzazione del francese surprise, sorpresa. Pietanza rustica tipica della cucina romana e del cibo da strada popolare. Il supplì ha forma allungata cilindrica ed è preparato con riso (carnaroli, arborio o vialone nano) bollito in acqua salata, condito con sugo di carne, parmigiano o pecorino romano, burro e lasciato raffreddare. Lavorato da freddo con uova crude e... Leggi, il cui riso è così ben condito che risultano quasi fondenti. I dolci hanno margini di miglioramento; molto interessante il caramello al mandarino della “Brandino”; decisamente troppo dolce la “Non Margherita”. La scelta delle birre non è particolarmente ampia, ma le quattro spine, tutte provenienti dal birrificio Opus, consentono di trovare l’abbinamento necessario. Quello che era considerato un enfant prodige della lievitazione romana è ormai una realtà affermata dalla forte identità; grazie a Pier Daniele Seu, alle porte di Trastevere, c’è un locale dove passare una piacevole serata fra amici, in compagnia di una pizza di altissima qualità.