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Terlaner Rarity 2008 e Terlaner I Grande Cuvée 2018

Vino
Recensito da Passione Gourmet

Terlaner: due monumenti a confronto

La Cantina di Terlano (Bz) ha abituato, nei decenni, gli appassionati a una lunga storia di eccellenza, traguardata anno dopo anno da vini mai scevri di personalità e fascino. Nel suo DNA riposa tutta la tradizione e la storia della enologia altoatesina, le quali compiuta espressione trovano tanto nelle etichette più facili (ci si riferisce alla linea Tradition) quanto nelle selezioni (linea Selection), che bella interpretazione danno sia delle uve tipiche – a bacca bianca e a bacca rossa – sia dell’estrema vocazione del territorio terlanese.

Ma la Cantina di Terlano è pure – e più che giustamente – nota per altri due prodotti: le Rarity e il Terlaner I Grande Cuvée. Le prime sono testimonianza delle enormi potenzialità di invecchiamento dei vini bianchi, la seconda è un monumento all’uvaggio Terlaner, taglio di questi tre vitigni, che da secoli è patrimonio di queste terre. E non a casa usiamo il termine “monumento”: il Terlaner I Grande Cuvée rappresenta la quintessenza – quasi l’idea platonica – di questo blend.

Ma cosa succederebbe se si potessero assaggiare contemporaneamente un Terlaner I Grande Cuvée e un Terlaner Rarity? Ora è possibile scoprirlo perché la Cantina di Terlano ha appena immesso sul mercato l’ultima annata di Grande Cuvée, datata 2018, e il Terlaner Rarity 2008.

Storia di un terroir

Un passo indietro è, ora, necessario. Si deve tornare al lontano 1893, regnante ancora kaiser Franz Joseph, quando 24 viticoltori decisero di fondare la Cantina sociale di Terlano. Sapevano che la loro era una terra da vini bianchi: l’elevato tenore minerale dei terreni posti nel cono di deiezione che sovrasta il paese, l’escursione termica fra il giorno e la notte (mitigata dall’accumulo di calore del porfido quarzifero), la perfetta esposizione e la buona ventilazione erano le giuste premesse per creare grandi vini. Le differenti altitudini dei vigneti, invece che essere uno svantaggio, si rivelarono essere un ulteriore atout: grazie a esse le singole specificità dei tre vitigni si manifestarono con ancora più completezza. Il passo successivo fu quindi quello di provare ad assemblare questi tre ‘campioni’ per creare un ‘fuoriclasse’. Dalla freschezza e dalla acidità del Pinot Bianco, dalla morbidezza e dal calore dello Chardonnay, dalla raffinata aromaticità del Sauvignon nacque il Terlano, un vino estremamente strutturato e complesso, dall’incredibile longevità, che può conservarsi anche dopo molti anni di invecchiamento.

ll passo successivo avvenne negli anni Sessanta dell’ormai secolo scorso quando Sebastian Stocker (classe 1929), allora giovane kellermeister della Cantina, sognò un vino che potesse rivaleggiare con i grandi bianchi francesi e tedeschi. «Se lo immagini, lo puoi fare», recitava un noto claim pubblicitario di pochissimi anni fa: e così fu!

Grazie ai terreni, all’età delle viti, a basse rese per ettaro, Stocker riuscì a ottenere una solida base sul quale erigere il suo “monumento”. Vinificando in grandi botti di rovere, sur lie, i vini – prima di passare in bottiglia – acquistano carattere e complessità. Le partite più pregiate maturano per almeno dieci anni sui lieviti fini all’interno di piccoli fusti d’acciaio in pressione da 2.500 litri, in quello che è il sancta sanctorum della Cantina di Terlano. Ed è proprio da questo caveau che esce, ogni anno, la Rarity.

Terlaner I Grande Cuvée 2018

Il Terlaner I Grande Cuvée 2018 (sigillato da una goldkapsel che ne contraddistingue l’eccezionalità) è un’etichetta relativamente giovane: la prima annata imbottigliata risale al 2011, e da allora è stato prodotto sette volte, con l’esclusione dell’annata 2014. Come detto da Rudi Kofler questo vino rappresenta «la ricerca di una sintesi perfetta, l’espressione dell’anima più pura della Cantina di Terlano. Un prodotto che riunisce in sé l’eccellenza dei cru più pregiati dei tre vitigni, così suddivisi: 70% Pinot Bianco, 27% Chardonnay e 3% Sauvignon». Nel bicchiere il vino si presenta di un acceso giallo paglierino, non troppo carico. Al naso i profumi appaiono molto intensi, ampi e di qualità eccellente. Le sfumature aromatiche sono varie e complesse: dall’agrumato all’erbaceo e al floreale, con sentori speziati (pepe bianco) e di grande mineralità. È poi in bocca che il Terlaner I Grande Cuvée sfodera tutta la sua classe: mostrandosi più elegante che opulento è, al contempo, caldo e morbido, fresco e sapido, e si distende con grande equilibrio e intensità in un susseguirsi di fascinose sensazioni retronasali, di estrema lunghezza e finezza.

Terlaner Rarity 2008

Differenti invece sono la freschezza e la pulizia del Terlaner Rarity 2008 (la cui produzione è limitata a solo 3.300 bottiglie): non in eccesso o in difetto rispetto alla Grande Cuvée, semplicemente in differenza. Il vino, un guanto di sfida al tempo, è insieme nevrile e femminile. Suadente, si presenta di un bellissimo giallo paglierino, ancora brillante nonostante il prolungato invecchiamento. Si apre quindi su un ventaglio aromatico che, oltre a essere di grande ampiezza, si dimostra sin pungente nelle sue note erbacee (quasi balsamiche), fruttate (frutta a polpa bianca, in parte disidratata) e fragranti (quasi di crosta di pane) date dall’autolisi dei lieviti. In bocca si ritrova tutto il suo nerbo, la sua giovinezza decennale, ma le parti ‘dure’ del vino (mineralità e freschezza) non prendono mai il sopravvento sulle morbidezze. Così il sorso, pieno e complesso, è sì accompagnato da una verticalità infinità, ma si distende con dolce eleganza, in fin di bocca, su sensazioni caloriche e pseudocaloriche che invogliano al sorso successivo.

Gianluca Montinaro

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