Passione Gourmet Bjana Metodo Classico Blanc de Noir - Passione Gourmet

Bjana Metodo Classico Blanc de Noir

di Marcello Carli

Gli spumanti silenziosi della Brda

Ci troviamo al confine tra Friuli Venezia-Giulia e Slovenia, nella zona del Carso. Più precisamente abbiamo appena scavalcato il confine fra Italia e Slovenia, ci troviamo di fronte a paesaggi magnifici. Colline sinuose che cambiano colore con l’intensità della luce che si diverte a giocare come fosse una tavolozza di un pittore, creando sfumature che vanno dal giallo paglia al colore dell’oro, dall’ambra fino ad arrivare ai riflessi argentei come quelli della carta delle caramelle, il tutto giostrato dai raggi del sole che si infilano tra questi rilievi montani. Sono i colori che richiamano i vini prodotti in questa zona, la più famosa per i macerati in Italia e forse nel mondo. Ma questa volta non si tratta di tale tipologia, bensì di una delle realtà vitivinicole più profonde di tutta l’area slovena che basa la propria filosofia esclusivamente nella produzione di Metodo Classico dal 1990.

Il proprietario è Miran Sirk, un uomo silenzioso e pacato che gestisce la sua azienda in tutte le fasi di produzione, dalla coltivazione delle uve – molto difficoltosa per via dei terreni scoscesi – alla lavorazione delle stesse in cantina, passando quindi da agricoltore ad enologo; tutto questo traspare dalle sue grandi mani, usurate dal lavoro e dal tempo. Miran ci accoglie caldamente con la sua gamma di spumanti rivelandoci subito una sorpresa: oggi degusteremo una new entry che ancora non è sul mercato ma lo sarà presto, il loro spumante Bjana Blanc de Noir a base Pinot Nero in purezza.

Il vigneto di poco più di un ettaro al 45% di pendenza con esposizione nord-est è sempre ventilato, caratteristica fondamentale per questa tipologia di vitigno che soffre muffe e marciumi, essendo un grappolo molto fisso e serrato. Il tutto, coltivato a terrazze faticosamente ricavate da una pietraia che dona un’ottima salinità al vino, oltre a creare un perfetto drenaggio delle viti. Un ridotto numero di ore di insolazione al giorno – considerando che in estate dopo le 16 è già in ombra – e una produzione limitata a 10 tonnellate per ettaro donano la struttura giusta ai vini base e ne assicurano una bella freschezza. La vendemmia è rigorosamente manuale con un’attenta selezione delle uve, un misurato uso del legno e livelli estremamente bassi di solforosa. Terreni difficili da lavorare, dove la meccanizzazione è praticamente impossibile, ma che alla fine ripagano in qualità.

Non appena il liquido scende nel calice con quel suo colore dorato, i profumi si aprono con grande intensità ancor prima di avvicinarlo al naso e ne richiamano i frutti rossi di mirabelle e uva spina. Al palato con grande eleganza la consistenza della carbonica è soffice e cremosa, si stende per tutta la bocca rilasciando salivazione con la sua acidità spiccata ma non pungente, bilanciata da un sapore morbido di pinolo e purea di pera. Un bel connubio tra una lieve nota di tannino e una grassezza burrosa fievole, artefice di un giusto utilizzo dei lieviti durante la loro autolisi. Rimaniamo sbalorditi da questo assaggio, da questo Metodo Classico che è considerabile a tutti gli effetti uno spumante gourmet capace di inserirsi nelle wine list di numerosi ristoranti che vogliano spaziare su prodotti di eccellente qualità purtroppo ancora poco conosciuti dal grande pubblico.

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