Chablis ‘L’Humeur du Temps’ Olivier et Alice De Moor 2018

IL NOSTRO GIUDIZIO

Un foulard di seta di chardonnay, lo Chablis

Alice e Olivier de Moor sono paladini di una viticoltura sostenibile e cosiddetta naturale, e dal 2005 si sono pienamente convertiti alle colture biologiche certificate da Ecocert. Ma l’azienda dei due coniugi, situata nel villaggio di Courgis appena a sud di Chablis, va oltre alle certificazioni e coltiva i 7 ettari di proprietà con metodi e tecniche al limite dell’esoterico, ritornando ai ritmi di un tempo e sposando ciò che Steiner ha raccontato nei suoi trattati di coltura biodinamica.

Un uso lieve di zolfo e rame, pochissimo, e l’impiego di tecniche e di interventi ridotti al minimo; nessun lievito selezionato, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, rispetto delle uve e della loro piena maturazione; rispetto soprattutto di ciò che l’uva stessa ci vuole raccontare, in una determinata annata: tutto questo fa emergere vini dotati di grande carattere, diversissimi tra di loro e tra le varie annate. L’unica concessione alla tradizione vinicola della zona è l’utilizzo di piéce di rovere francese per l’affinamento.

Chablis è adorabile per la sua nota fine ed evanescente, molto diversa dalle appelation della Côte d’Or, che esprimono solitamente potenza e vigore. Qui siamo all’eleganza più estrema, quasi trasparente, fine e sottile come un filo di seta. Ma se avete pazienza di aspettarlo nel bicchiere per un certo tempo, allora riceverete in cambio sottili note di mandorla, accompagnate da un lieve sentore acetico che con il tempo scomparirà totalmente, lasciando spazio a un nerbo citrico e a un sentore morbido, setoso, persistente e lungo di fiori bianchi, agrumi nobili e mela annurca. In bocca, pur essendo sottile, si rivela progressivamente lungo e diritto, teso, molto persistente.

Vino dal grado basso ma corredato da acidità e nerbo che lo rendono molto bevibile sin da giovane, ma con un gran futuro davanti a sè. Ideale accompagnarlo con pesce azzurro alla griglia e patate al forno. Immenso.

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Alberto Cauzzi

Imprenditore della New Economy con il pallino dell’enogastronomia, gira il mondo a caccia del miglior ristorante di alta cucina, non ancora trovato. Al vino è approdato apparentemente per caso, provenendo da una famiglia di astemi. Scoprì in seguito che un suo bis-nonno era un ottimo produttore di vino, nebbiolo in Valsesia, ed anche un discreto consumatore. E' stato il vice direttore della guida ristorante de L'Espresso per gli anni 2023 e 2024. E’ stato l’ideatore ed è il presidente del progetto Passione Gourmet. Le sue passioni: l’avanguardia misurata in cucina e i grandi vini di Borgogna.

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