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Tenuta Argentiera, la sommità di Bolgheri

Vino
Recensito da Sofia Landoni

Una verticale per raccontare

Quel rapporto strettissimo con il mare, quello sguardo intimo e complice che le onde e le vigne si rivolgono l’un l’altro, trasportato dalla brezza leggera come fosse un dolce e timido messaggio. Tenuta Argentiera è l’azienda più prossima al mare e la più alta, fra tutte quelle sparse nel noto territorio di Bolgheri.  Dai 200 m.s.l.m. della sua collina, corre rapidamente verso valle e poi risale, nuovamente, su altri dolci rilievi, coprendo così una superficie di 75 ettari.

Nata nel recente 1999, Tenuta Argentiera si è fatta presto conoscere per l’intensità e la profondità dei propri vini, che ben si sono inseriti nel livello qualitativo che connota l’area del bolgherese. Forse influenzata dalla bellezza del territorio, Tenuta Argentiera ha scelto di privilegiare il sistema di lavorazione – in campo così come in cantina – basato sull’interazione fra uomo e vigna, fra mano e terra, fra palato e uva. L’ultima parola sulla decisione dei tempi di vendemmia è infatti delegata all’assaggio degli acini in campo, così come avviene per la definizione dei processi di vinificazione oppure dell’affinamento. L’esperienza dell’enologo e il confronto tra chi quei vini li lavora quotidianamente è il punto nodale dell’attività di cantina. Nessuna pigiatura delle uve, ritenuta una pratica dannosa per l’espressività del frutto: gli acini cadono nelle vasche ancora interi, destinando la loro rottura al naturale processo di fermentazione e allungando considerevolmente il tempo di macerazione, che porterà ad avere estrazioni più delicate.

Il vino di punta dell’azienda è un omaggio al nome dell’azienda stessa, la quale a sua volta ricorda le miniere d’argento che esistevano nella zona di Bolgheri anni or sono. Il Bolgheri Superiore Argentiera DOC fece quindi il suo debutto nel mercato con la vendemmia 2004. Una verticale delle annate più significative, nel 2019, raccoglie come un album fotografico la storia di Tenuta Argentiera, che mostra la gran voglia di crescere attraverso la sequenza dinamica della sua evoluzione.

Bolgheri Superiore Argentiera DOC 2004

La prima annata prodotta. Un’annata fresca, che ha portato a una raccolta tardiva, spintasi fino agli ultimi di ottobre. Un’annata che oggi regala un naso complessissimo, intrigante e intricato. Arpeggia le note balsamiche mentolate e quelle animali del cuoio, con tinte terrose di humus e foglie secche, caffè e miele. In bocca sosta con la fermezza dell’acidità ancora ben definita. Il tannino è affascinante e vellutato, nell’accezione del grande equilibro. Ancora veemente nella dinamicità del sorso e nello spessore gustativo dato dai ricordi di propoli e cioccolato fondente.

Bolgheri Superiore Argentiera 2010

Annata atipica, anch’essa, nel segno delle basse temperature e con abbondanza di piogge. Emerge l’espressione del frutto, al naso, sullo sfondo di una complessità compatta, quasi impenetrabile. Ciliegia, terra, cacao e cocco, con l’eco di una nota balsamica. La bocca si connota in una lieve nota amaricante. Pare ancora giovane, con un tannino ancora allappante. La chiusura un po’ ruvida non pregiudica la finezza complessiva del vino.

Bolgheri Superiore Argentiera 2011

La fisionomia di un’annata più classica ha visto accadere un agosto torrido, ottenendo delle uve molto concentrate. La posizione collinare elevata ha consentito, tuttavia, di avere una buona ventilazione e di portare così in cantina uve sane, dalla bella definizione aromatica. Inizialmente timido al naso, si apre pian piano sulla frutta rossa, sul peperone e sulla paprika. In un secondo momento affiorano una parte mielata e una terrosa di fungo. La nota erbacea del Cabernet si esprime in modo pungente ma in ottimo equilibrio con il resto del bouquet. La bocca è sensibilmente tannica, con la freschezza in secondo piano, perfettamente integrata come è al corpo del vino e alla sua complessità gustativa.

Bolgheri Superiore Argentiera 2012

Annata equilibrata, la 2012, in cui le uve hanno raggiunto una piena maturazione fenolica. Dal calice si eleva un connubio scuro che ricorda ora la carruba, ora la liquirizia, su uno sfondo balsamico ed erbaceo. In bocca mostra un ottimo corpo rotondo, pieno, affatto pesante. La freschezza scalpitante rende il sorso estremamente vivo. Il tannino è, invece, molto omogeneo, come lo è la sapidità. È un vino straordinariamente avvolgente, nelle durezze così come nelle morbidezze. Il finale leggermente amaricante rifinisce l’espressione di bocca.

Bolgeri Superiore Argentiera 2013

Annata importante e difficile. Una grandinata a fine maggio costrinse a una cernita molto stretta delle uve, diminuendo nettamente la quantità ma non intaccando la qualità di ciò che rimase. Si esprime, al naso, con le note pungenti della cola, del frutto di bosco e della terra, per poi aprirsi su una caramella alla violetta e su una traccia tostata. La bocca mostra un’intensità aromatica moderata e un buon corpo. Si veste della delicatezza e della discrezione, persino nella tannicità.

Bolgheri Superiore Argentiera 2015

Annata solare, dove però la maggior consapevolezza dell’azienda ha saputo fare comunque la differenza, anche in un’annata passata alla storia per le sue condizioni favorevoli. Il naso è particolare: la parte erbacea convive con quella balsamica resinosa e con una trama fruttata dolce che ricorda lo sciroppo di mirtillo. La bocca regala una carezzevole percezione vellutata, che accoglie un tannino mordente, quasi amaricante. Tuttavia non si tratta di un vino aggressivo, anzi, al contrario si compone di un bellissimo equilibrio e di molta eleganza.

Bolgheri Superiore Argentiera 2016

La sua giovinezza, la naso, si dipinge nei toni agrumati e nella frutta acidula come il lampone e le bacche rosse selvatiche. Ancora un po’ chiuso ed ermetico: ha ancora bisogno del suo tempo per sviluppare la propria personalità nel tempo a venire. Accenna già a una bella eleganza in potenza e a una gentilezza del sorso, pur nell’irrequietezza di un tannino verde. Esprime la sua gioventù non tanto nella freschezza o nel tannino spigoloso, ma quanto più nella coesione del sorso, ancora da fondersi nelle sue parti. Promette una meravigliosa evoluzione, nel segno della finezza e della classe.

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