Bagnadore Riserva 2011 Barone Pizzini

IL NOSTRO GIUDIZIO

Cronologia di un cambiamento

La consapevolezza acquisita in un percorso è la chiave del cambiamento che sta alla base di qualunque tipo di crescita. Bagnadore 2011 è forse quella tacca del cammino di Barone Pizzini che segna un momento come questo. Uno dei tanti momenti, una delle tante tacche, uno di quei gradini che, chi è stato pioniere fin dall’inizio con il primato di un’azienda biologica, ha affrontato più e più volte. Persino quando questi gradini erano alti, impervi o scivolosi, come quelle annate difficili, che costringono il viticoltore a fare i conti con la sua scelta biologica e ad affrontarla nel suo realismo anziché escluderla o eliminarla. La tenacia di chi persegue ciò che desidera ha portato Barone Pizzini a studiare, elaborare soluzioni, accogliere circostanze avverse e, finalmente, a superare il gradino. L’ennesimo gradino, che mai sarà l’ultimo.

La degustazione del Bagnadore 2004 e del Bagnadore 2011 mette in rilievo questa crescita, esplicitata in una diversità di stile che passa attraverso il tempo della consapevolezza. Non è un’etichetta come le altre, il Bagnadore, in quanto fu una Riserva voluta fortemente da Pierjacomo Ghitti che, insieme a Ugo Colombo, rese possibile la nascita dell’azienda vitivinicola Barone Pizzini. Si tratta quindi di un Franciacorta dal grande valore produttivo e dall’inestimabile valore affettivo, che porta nel nome un omaggio alla famiglia Ghitti, detta “i Bagnadore” in virtù dell’omonimo torrente che scorre a fianco della dimora quattrocentesca a Marone.

Una ripartizione di Chardonnay – al 60% – e Pinot Nero – al 40% – provenienti entrambi dal vigneto Roccolo, compone il blend del Bagnadore 2011. Silvano Brescianini – General Manager dell’azienda – racconta ai tavoli del ristorante Viva di Viviana Varese che la 2011 è stata un’annata straordinaria. La calura primaverile ha anticipato le maturazioni, che hanno potuto proseguire in modo uniforme e graduale durante l’estate fresca. La qualità delle uve si presentava talmente elevata, che è stato deciso di farne una riserva destinata a sostare sui lieviti per più di 70 mesi. Sono quei 70 mesi in cui la trama della complessità si cesella piano piano nel silenzio, per poi svolgersi, con la stessa paziente lentezza, nella compostezza del calice elegante.

Franciacorta DOCG Bagnadore Non Dosato Riserva 2004

Naso complesso, rotondo, omogeneo. Ricorda il miele, il narciso e la pasta sfoglia, con qualche sfumatura che vira verso la frutta secca. La bocca cremosissima e piena esplicita la completezza di un vino che è giunto alla sua massima espressione. Un’espressione di equilibrio e di eleganza, sottolineata dalla chiusura finemente amaricante.

Franciacorta DOCG Bagnadore Non Dosato Riserva 2011

Naso delicato, fine, che gioca sulla discrezione di un piacevole fiore bianco e di una nota erbaceo mentolata che affiorano dallo sfondo di pane fresco. Il tocco pungente della bolla desta la bocca, rifinita dalla cornice fresca. È avvolgente, non per un elevato apporto glicerico ma bensì per la traccia evidente del lievito. Una certa sapidità rende il sorso dinamico pur rimanendo presenza dosata, in equilibrio con tutte le molteplici sfaccettature gustative di questo vino elegante.

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Sofia Landoni

Ha studiato le scienze agrarie, la musica e il vino, per poter unire tanti ingredienti differenti e creare gli abbinamenti più strani, necessari a raccontare qualcosa, forse di sé e forse degli altri. Affascinata dalle storie e dalle narrazioni, dal gusto e dall’armonia, oggi degusta e scrive per guide, riviste e redazioni, con la consapevolezza che le cose migliori non hanno bisogno di troppe parole.

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