Degeres, Montepepe

Una voce fuori dal coro

Da un lato il Mar Tirreno, dall’altro le Alpi Apuane. Là, in quel di Massa Carrara sulla piccola collina conosciuta come Montepepe si mescolano uliveti, pini marittimi, querce da sughero, corbezzoli e un vigneto. Un vigneto a dimora su una terra bruno rossastra, sostenuto da muretti a secco che sanno di antiche e sagge maniere agricole. Sono viti ad alberello che guardano il mare versiliese, collocate a mezza collina con la solarità dell’esposizione sud. Bacche bianche e bacche rosse convivono sullo stesso appezzamento, che si estende per 5 ettari su una superficie di matrice minerale. Vermentino e Viogner per le prime, Syrah e Massaretta – varietà autoctona della zona di Massa Carrara – per le seconde, a creare una tavolozza varietale completa ed esaustiva dell’espressione viticola del territorio.

Ed è qui, in questo pittoresco scenario collinare, che l’omonima azienda Montepepe produce i propri vini, corredando degnamente l’attività ricettiva esercitata nel limitrofo Relais. La cura per il territorio trapela da ogni dettaglio produttivo, sia per ciò che riguarda la struttura alberghiera, sia per quello che concerne la cantina. Restaurata la struttura ottocentesca, la cantina moderna valorizza al meglio le caratteristiche termiche offerte naturalmente dal luogo, grazie alla vicinanza del mare e all’aderenza con la collina, ma anche grazie al tetto “vegetale” della cantina, costituito da un uliveto.

Il fascino storico di questa realtà è rimarcato da piccoli angolini di antichità e da una sala risalente al 1700, il cui pavimento è tutt’ora composto dalle piastrelle in pietra che vennero posate all’epoca. Qui, ogni anno, si ripete la vinificazione di un nettare particolare. Particolare in quanto il suo carattere, nel calice, si manifesta come i tratti di un outsider, come un profilo singolare e, proprio per questo, riconoscibile. La sua spontaneità cromatica si dipinge in tinte dalla trama personalizzata, connotata da una sorta di vitalità. Il nome di questo vino – ripartito in un 60% di Vermentino e un 40% di Viogner – è Degeres. I tonneaux da 5 hl ne scortano la vinificazione, che presenta una durata di circa 8 mesi seguiti da ulteriori 24 di affinamento in bottiglia. L’impronta della macerazione concentra la personalità di queste bacche, unite in un connubio armonico che si racconta in sole 2000 bottiglie numerate e 100 magnum. Una chicca, un privilegio, un piccolo scrigno di Toscana da scoprire nelle sue più remote pliche.

IGT TOSCANA DEGERES 2013

Naso intenso, carnoso, pieno. Naso di frutta gialla matura e di albicocca sciroppata. Un tratto erbaceo ricorda il mallo e la nocciola cruda, su uno sfondo di biscotto e di eucalipto con un soffuso accenno tostato. La bocca è altrettanto piena e avvolgente, equilibrata dal contrappunto di una sapidità vibrante, legata ad una freschezza pungente ma non tagliente. Riecheggia nelle impressioni di tamarindo e cola, segno di un piacevole bilanciamento fra acidità e morbidezza che sfuma in persistenza.

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Sofia Landoni

Ha studiato le scienze agrarie, la musica e il vino, per poter unire tanti ingredienti differenti e creare gli abbinamenti più strani, necessari a raccontare qualcosa, forse di sé e forse degli altri. Affascinata dalle storie e dalle narrazioni, dal gusto e dall’armonia, oggi degusta e scrive per guide, riviste e redazioni, con la consapevolezza che le cose migliori non hanno bisogno di troppe parole.

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