Passione Gourmet Pairing Challenge Bonaventura Maschio 2019 - Passione Gourmet

Pairing Challenge Bonaventura Maschio 2019

di Alessandro Pellegri

Stessa storia, stesso posto, stesso Bar(master)

Per noi impenitenti, appassionati dell’arte del mangiare e del bere bene, uno degli appuntamenti improrogabili – pur nei torridi primi di luglio – è senz’altro il Prime Uve Invitational.

Il contest, liberamente ispirato al Jack Daniel’s Invitational, copre un lungo weekend di divertimento, tutto incentrato sull’irresistibile binomio BBQ e distillati.

L’ultima edizione, risalente allo scorso anno, ha dedicato un ampio spazio al cocktail pairing, con una categoria ufficiale in gara dedicata al miglior abbinamento tra una preparazione al BBQ e un cocktail, per ogni team che avesse voluto tentare la sfida.

Dopo quattro edizioni, e dopo aver esaurito il discorso barbecue un passo prima di scadere nella ridondanza e nella forzatura del “già visto”, ecco il colpo di coda architettato dai padroni di casa, i fratelli Maschio: mantenere il format, due giorni di evento/festa in distilleria, ma spostarsi dal mondo del BBQ verso la parte più nobile del pairing, quella con l’alta cucina: ecco dunque che, in collaborazione con i JRE, è nato il Pairing Challenge, la naturale evoluzione del Prime Uve Invitational.

Bonaventura Maschio e JRE, insieme in uno straordinario… pairing

A dover reiventare un evento di per sé quasi perfetto com’era l’Invitational, il rischio di fare peggio è molto alto: ma ecco invece che, grazie al format in parte ereditato dall’esperienza degli scorsi anni, il weekend di gara è stato ugualmente stimolante, con buona pace della comunità del BBQ europea, che ha perso una delle sue gare più affascinanti.

Per tutti gli altri invece, il Pairing Challenge è stato, come di consueto, una grande festa: 8 chef, coadiuvati da 8 loro bartender, in coppia per presentare la loro idea più avvincente, totalmente arbitraria sia per lo chef che per il bartender, con un’unica conditio sine qua non, ovvero che entrambi inserissero nella loro preparazione almeno uno tra i tre distillati d’uva Prime Uve: Bianca, Nera o Oro.

Durante la prima giornata, immancabile la visita in distilleria, durante la quale chef, bartender, giuria e ospiti sono stati coinvolti in prima persona nel processo di distillazione.

E dopo il tour, una cena in azienda ha permesso di scaldare i motori da entrambi i lati del pass, con I JRE protagonisti della gara impegnati con il servizio di alcuni piatti e drink abbinati, in preparazione al contest dell’indomani.

Fuoco alle p…iastre!

E le danze si sono aperte il lunedì di buon mattino: i nove giudici (Andrea Maschio, Filippo Sisti, Eleonora Cozzella, Margo Schachter, Lorenza Fumelli, Luca Torretta, Massimiliano Tonelli, Alessandro Pellegri, capitanati da Marco Reitano) sono stati chiamati a giudicare l’operato dei sedici protagonisti della gara.

Dopo aver assaggiato tutte le preparazioni presentate in una sequenza ben definita e ottimamente scandita dall’organizzazione, nonché dopo aver compilato per ogni preparazione una minuziosa scheda completa di giudizi e note di degustazione, e con un briefing a chiusura non privo di colpi di scena e diversità di vedute, la giuria ha decretato il podio.

Il duo che si è aggiudicato il primo gradino – e anche un non secondario premio di 5.000 € – sono stati lo chef Marcello Trentini di Magorabin e la bartender di Casa Mago, Carlotta Linzalata, che hanno presentato un maialino bbq, trota, cocco, pecan abbinato al cocktail Grape is the new black (distillato d’uva Prime Uve Oro, distillato d’uva Prime Uve Nere, sciroppo di lime kaffir, succo di lime, mix di cordiale al fiori, bitter alla camomilla).

Al secondo posto si sono classificati lo chef Giorgio Bartolucci di Atelier Restaurant di Domodossola con il bartender Vincenzo Brindisi. Al terzo Nikita Sergeev e Leonardo Niccià, chef e bartender del ristorante l’Arcade di Porto San Giorgio.

Una prima edizione già di ottimo livello, con diverse prestazioni notevoli sia sul fronte cibo che su quello dei cocktail. E questo lo decretiamo sebbene nonostante nessuno dei partecipanti abbia deciso di spingere l’abbinamento oltre i limiti del convenzionale, mantenendosi invece più sulla difensiva, tanto in termini di assonanza gustativa quanto in quelli di servizio.

Che possa essere, questo, uno spunto per i partecipanti della prossima edizione? Ai posteri l’ardua sentenza; da par nostro, come sempre, un sentito ringraziamento alla famiglia Maschio e a tutta l’organizzazione per quello che è stato, anche stavolta, un grande weekend ad alto tasso di alcol, colesterolo e, ovviamente, di divertimento!

 

 

 

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