La critica ha giudicato troppo in fretta?
Ci apprestiamo all’arrivo sul mercato dell’annata 2015 di Barolo, ricca e strutturata, antipasto della 2016 che dovrebbe rivelarsi come un’annata storica, di grande classicità, gusto e prestigio. Veniamo da un filotto di annate caratteriali, diversissime tra loro ma molto interessanti: la 2010 e la 2013 hanno dimostrato la finezza e la classe che può raggiungere il Barolo, la 2011 e la 2012 sono state più calde e gastronomiche, le più pronte.
Non la 2014, almeno per la critica e per chi si è fermato alle prime apparenze per decretarne la bocciatura. Sicuramente è stata un’annata irregolare, fresca e piovosa, ma da queste parti erano anni che non ci si confrontava con millesimi come questo.
Bisogna saper cercare bene, per portare a casa l’assaggio giusto. Ma, in fondo, non è proprio questo il bello del nostro lavoro? La curiosità, la voglia di andare oltre.
C’è una forte distinzione da fare tra chi è riuscito a lavorare sulle delicatezze del millesimo e chi no, chi è riuscito a portare a casa un frutto maturo e chi ha capito che l’annata andava assecondata, accompagnata nel percorso verso la bottiglia e non, invece, stravolta.
Dopo aver messo nel bicchiere gran parte dei Barolo 2014, più e più volte, ci si accorge di una certa disomogeneità dei vini: qua e là troviamo qualche tannino irruento e poco maturo ma ci sono bottiglie che ti fanno togliere bellissime soddisfazioni.
Ne ho scelte tre da condividere con voi.
BAROLO PRAPO’ 2014 CERETTO
L’arrivo di Alessandro Ceretto ha segnato una svolta interessante nei vini di questa maison storica di Langa. I suoi vini stanno raggiungendo, anno dopo anno, uno stile ben definito fatto di eleganza e rispetto per il territorio. Non è un caso che da tempo il mondo abbia puntato gli occhi sui Cru della famiglia Ceretto.
Nell’annata 2014, fra questi Cru, il Prapò è stato l’unico ad essere prodotto e la profusione dell’ attenzione rivoltagli si avverte tutta.
Un bicchiere di rara finezza, già dal vestito granato, che porta profumi di frutta matura, grafite e rimandi balsamici. Al sorso è pieno, con uno splendido gioco di gusti tra il tannino maturo e l’armonica sapidità.
BAROLO BRUNATE 2014 GIUSEPPE RINALDI
Da qualche anno la mano di Marta accompagnava quella del compianto Citrico e i vini già mostravano delle caratteristiche di finezza che non si erano mai viste da queste parti, laddove i vini risultavano elegantemente burberi come il grande Beppe.
Questo Brunate è la dimostrazione che a cercare bene si possono bere dei veri e propri “ready to drink” di Nebbiolo!
Profumi di fiori rossi e frutti di bosco, pesca e prugna che fanno da preambolo ad un gusto fresco, piacevole, polputo, dai tannini eleganti, persistente e con forti rimandi di frutta.
BAROLO BRUNATE 2014 PODERI ODDERO
Un altro dei nomi storici nel cuore delle Brunate, angolo di seta del Barolo. Il 2014 della famiglia Oddero è un altro fulgido esempio di bevibilità e piacevolezza di questa annata.
Il naso ha il pregio del magnetismo: rose, pesca e radici, mentolo e tratti minerali. La bocca è dinamica, verticale ma non troppo, che lascia al frutto e all’agilità di beva il palco principale.
Tre grandi esempi di un’annata valutata al ribasso troppo in fretta, e che non smetterà di riservarci delle bellissime sorprese!