Lido 84

VALUTAZIONE

Cucina Classica

18/20

PREGI
Una cucina comprensibile ma ricca di livelli di lettura.
Il savoir faire di Giancarlo Camanini in sala.
La competenza e la conoscenza dei piatti del sommelier Manuele Menghini.
DIFETTI
La carta dei vini poco profonda e con ricarichi leggermente sopra la media.

Nel segno di una pacifica e golosa rivoluzione, Riccardo Camanini sta lentamente lasciando la propria impronta nella storia della ristorazione italiana.

Forte di un sostegno trasversale che va dai colleghi di padella al mondo del web, passando per le guide cartacee e, dato non meno importante, dalla clientela che riempie con costanza i tavoli del Lido 84, lo chef ex Villa Fiordaliso può a buon titolo considerare vinta la scommessa di lasciare l’impiego da dipendente per mettersi in gioco in prima persona.

Un successo di tale misura difficilmente può essere spiegato con il solo valore numerico di una cucina o di un cuoco. A vincere è, qui più che altrove, un progetto o, ancora meglio, un’idea illuminata di ristorazione. Idea che passa attraverso il solo apparente snaturamento del servizio, con una brigata di giovani cuochi a partecipare alla recita quotidiana e rendere partecipe il cliente, spettatore ed allievo, dell’esperienza alchemica della trasformazione del cibo. Assistere al passaggio al torchio del rognone, celebrare la discesa della salsa nel piatto,  vivere in diretta la mantecatura della cacio e pepe en vessie sono elementi di un processo di collegamento empatico fra cuoco e cliente che rappresenta a nostro modo di vedere uno degli elementi-cardine delle fortune del Lido 84. Se poi ad esso aggiungiamo la location, cui una recente ristrutturazione interna ha donato una neoclassicità solo superficialmente in ossimoro con la cucina, il rapporto qualità/prezzo da carnet settimanale e una cantina a lunghi tratti interessante, ecco che il gioco sarebbe fatto anche con una cucina di livello notevolmente inferiore. Però…

Però di livello notevolmente inferiore, questa cucina non è. E’, anzi, in crescita costante, con un processo di maturazione che appare inarrestabile nell’instancabile voglia di arricchimento tecnico. Il torchio che troneggia in sala è solo la punta dell’iceberg di un’infinità di finezze che Camanini, equidistante dal nascondere quanto dall’ostentare, condivide con i clienti a fine servizio negli usuali giri ai tavoli, non benedicenti urbi et orbi ma reali arricchimenti dell’esperienza. Nel piatto si sfiora il fondo scala in un paio di circostanze: con una seppia di consistenza indimenticabile, frutto di un certosino lavoro di controllo dell’umidità e con il succitato rognone, incontro miracoloso fra uno degli ingredienti-feticcio del gourmet e il recupero dello speziato “miele da viaggio” risalente nientemeno che a Apicio. Il menu a mano libera, meno organico del bilanciatissimo Oscillazioni provato in altre occasioni, ha retto l’urto malgrado in un paio di passaggi si siano verificate ridondanze di ingredienti. In due occasioni, invece, è stato l’utilizzo dei grassi a balzare agli occhi e in modo contrastante: nel riso burro e salvia il carico è apparso eccessivo in modo gratuito mentre, all’opposto, il grasso sfacciato dell’olio al mandarino ha supportato le uova di salmerino e la tapioca come meglio non si sarebbe potuto concepire.

La valutazione, prima forse generosa ma inquadrata nella logica dell’assenza dei mezzi punti, è ora pienamente giustificata dalla crescita generale del locale. Lentamente ma inesorabilmente, a Gardone Riviera si sta scrivendo un capitolo importante nella ristorazione italiana.

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Carlo Cappelletti

Di professione musicista, le ascendenze marchigiane e la passione bruciante per la buona tavola lo collocano idealmente nel solco tracciato dal padre di tutti i musicisti gourmet, Gioacchino Rossini. Amante del Friuli e delle cucine con un'identità territoriale molto forte, l'unico ingrediente che teme, sedendosi al tavolo di un ristorante, è Giovanni Allevi come sottofondo.

3 Comments

  1. Gourmand * 2 ha detto:

    Sarà la grafica oppure io stesso ,sono migliorate le vostre foto all’interno dei servizi sincero rimpiango la vostra vecchia impostazione leggervi mi veniva molto meglio, si che scrivete ,pubblicate anche meno e forse meglio , ovvero quell’uscita al Pic di Anne Sophie in terra francese è spettacolArte…. e ancora altro buono ^ _ ^ Ma mi piacevate di + prima ,restate i primi in Italia che leggo sulla rete .

  2. Cristian ha detto:

    Mi piacerebbe fare una seconda visita da Camanini…la prima per me fu splendida, ma per mia moglie non troppo perchè in preda a nausea e scoprimmo due giorni dopo che era incinta.
    Ma quella cacio e pepe in vescica resta il piatto di pasta più buono mai mangiato. Così come la torta di rose!

  3. Roberto ha detto:

    Anche io preferivo vecchio layout
    Roberto

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

18/20

PREGI
Una cucina comprensibile ma ricca di livelli di lettura.
Il savoir faire di Giancarlo Camanini in sala.
La competenza e la conoscenza dei piatti del sommelier Manuele Menghini.
DIFETTI
La carta dei vini poco profonda e con ricarichi leggermente sopra la media.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione: 48€, 65€
Alla carta: 70€

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