Valutazione
Pregi
- Tra i top della pizza attualmente sul mercato.
Difetti
- Non sono accettate prenotazioni.
La pizzeria di Ciro Salvo è una di quelle inossidabili certezze su cui un amante della Pizza, quella con la P maiuscola, può contare oggigiorno.
La qualità proposta, a circa due anni ormai dall’apertura e nonostante il recente ampliamento dei locali, è oggetto di legittima e indiscutibile ammirazione, nonché fonte di inenarrabile goduria per i fortunati avventori.
La perfezione tecnica messa a punto da questo bravissimo artigiano è più che proverbiale, e permette la sublimazione del gusto attraverso quella leggerezza cui ogni pizzeria dovrebbe aspirare.
Il livello eccelso delle materie prime da solo non potrebbe infatti garantire la riuscita di una eccellente pizza, se non congiunto a levità dell’impasto e a cottura millimetrica che ne rappresentano il valore assoluto.
La perfetta idratazione e lievitazione dei pani sono frutto di attenzione e sensibilità maturate nel corso di lunghi anni di lavoro; non meno importante è la liturgica gestualità nella loro manipolazione che appare degna, e non appaia blasfemo e fuori luogo il paragone, di quella dei grandi maestri giapponesi del sushi.
Non sarà affatto difficile, così, per una persona gustare un paio di pizze e magari, perché no, dividerne una terza senza colpo ferire, senza patire appesantimenti di sorta né tardivi pentimenti, accompagnando magari il tutto con una buona bottiglia scelta dalla discreta lista di vini campani presente nel menù.
Una marinara e una margherita, ideali pietre di paragone per tarare il livello, di inaudita bontà, una broccoli e salsicce di inebriante golosità e persino una carbonara, omaggio non esattamente territoriale a uno dei must della gastronomia nazionale, di riuscita e avvolgente piacevolezza, possono essere dei validi spunti con cui deliziarsi.
Oltretutto, poi, qui siamo nel cuore di Napoli, a pochi metri da uno dei lungomari più belli del mondo, ideale completamento di un’esperienza appagante in tutti i sensi.
Mise en place.
Marinara.
Marinara con scarole, e non solo…
Carciofi e capocollo di Martina Franca.
Una “colpevole” ma buonissima carbonara, molto poco tipica, ma la curiosità era tanta…
Broccoli aprilatici, salsicce e nduja.
Per chi non vuole rinunciare al vino, una selezione interessante di cantine campane tra cui questo ottimo Costa d’Amalfi.
Il pizzaiolo all’opera, alquanto attenzionato…
Napul’è…
Posso chiedere un'opinione a voi esperti riguardo questa affermazione di Ciro Salvo: "La vera pizza napoletana prevede la cottura in forno a legna con cupola basse a bocca stretta, per mantenere la temperatura sui 450-500 gradi, e per far sì che la pizza cuocia in 40-60secondi.". Ma cuocendo per così poco tempo a temperature così alte non si rischia di avere al centro della pizza quella roba molliccia, bagnaticcia di pomodoro e un cornicione bruciacchiato?
http://www.lucianopignataro.it/a/lezione-1-pizza-napoletana-e-pizza-visintin/70911/
Grazie. Alcune di queste osservazioni già le conoscevo. La mia voleva essere una domanda più scientifica, diciamo così. È corretto per digeribilità, cottura ottimale, ecc.? Il modo di consumarla dei napoletani non lo critico affatto...