Valutazione
Pregi
- Il fascino dell'Isola delle Rose.
Difetti
- Venezia è una città costosa...
Non si è badato davvero a spese per l’apertura del primo JW Marriott italiano.
E non solo per la ristrutturazione, affidando i lavori alla felice mano dell’architetto Matteo Thun.
Tutto, dal personale ai servizi offerti al cliente, denota la grande ambizione di questa nuova realtà nel panorama dell’hotellerie veneziana.
Il settore ristorativo è senza dubbio uno dei aspetti più curati di questo resort nato nell’Isola delle Rose: sono 4 i ristoranti della struttura e alla guida di quello di punta, il Dopolavoro dining room, è stato chiamato Giancarlo Perbellini.
Lo chef veronese ha selezionato la brigata di cucinaPer Brigata di cucina si intende l'insieme di tutto il personale di una cucina professionale, sia operatori qualificati che apprendisti, che opera nella preparazione di vivande per il servizio. Si tratta di un concetto ideato dal grande Auguste Escoffier, come struttura gerarchica organizzata in forma piramidale in cui mansioni e compiti erano rigorosamente distribuiti in ruoli specializzati, separati ma interdipendenti,... Leggi ponendo in cabina di regia Federico Belluco, già al suo fianco a Casa Perbellini.
Il risultato è già di tutto rispetto nonostante il mese di luglio sia stato “l’anno zero” per questa brigata e questo ristorante: è infatti questo il primo menù pensato completamente dalla brigata. Non quindi una riproposizione fedele dei grandi classici dello chef Perbellini, ma un menù ideato completamente ex novo per il nuovo pubblico da Belluco e il suo team, ovviamente con la supervisione dello chef veronese.
Una scelta coraggiosa ma coerente, non volendo importare un format di cucina pre-definito, ma desiderando adattare l’idea di cucina di Perbellini al nuovo contesto lagunare.
Quindi ingredienti locali (per le verdure sono a disposizione gli orti di questa isola particolarmente fertile) e reinterpretazione di ricette della tradizione veneziana, nel tentativo di contestualizzare il più possibile la cucina del Dopolavoro.
Non una fotocopia di altri locali della galassia Perbellini, ma un locale completamente nuovo, con l’ambizione di allargare la clientela (ad oggi prevalentemente alberghiera) e di potersi porre come riferimento nel panorama ristorativo veneziano.
Non sarà una facile missione, perché qui il cliente dovrà venire esclusivamente per il cibo, non essendoci al Dopolavoro una vista su Venezia come quella del ristorante più informale al 4° piano della struttura.
Quindi dovranno essere cibo e servizio a fare la differenza.
Sul secondo sono state giocate carte altrettanto importanti: il sommelier, Ottavio Venditto, miglior sommelier d’Italia AIS 2014, ha un entusiasmo contagioso e sa comunicare il vino in maniera convincente e coinvolgente. Non da meno il restaurant manager Nicola Abbattista, professionista di grande esperienza internazionale.
Allora il tasto su cui spingere ancora è proprio il mantra di Giancarlo Perbellini: gusto, gusto, e ancora gusto.
Piatti come il polpo alla plancia, il carpaccio di manzo o la crostatina inversa vanno in questa direzione: puliti, semplici, gustosi. Il resto della carta deve seguire questa logica, arrivando a concentrare in maniera più convincente i sapori e lasciando la scena agli ingredienti selezionati.
Così il ristorante potrà diventare non solo una bandiera del made in Italy per la numerosa e variegata clientela straniera, ma anche un riferimento per il cliente italiano alla ricerca di una cucina di qualità in una scena difficile come quella veneziana.
La visita è già più che consigliabile: fatevi portare da San Marco all’isola con la navetta dedicata, assicurandovi di arrivare con buon anticipo per potervi gustare un aperitivo all’ultimo piano dell’albergo, con una vista che spazia a 180° sulla splendida laguna veneziana.
Data la recentissima apertura, abbiamo preferito non assegnare il voto ma mantenere sospesa la valutazione, in attesa di ulteriori visite con tutti gli elementi al dovuto regime.
La ristrutturazione dell’edificio originale, datato 1936, è stata molto rispettosa dell’impianto originale.
E’ presente anche uno scoperto per le serate più fresche.
Uno degli orti a disposizione della cucina.
L’interno del locale, bello ma un po’ freddo. Andrà sicuramente personalizzato col tempo.
C’è anche una sala privata.
Burro buonissimo…
…e olio siciliano in degustazione.
Appetizer:
Polenta, baccalà e peperone.
Pane al latte fritto, vitello e salsa tonnata.
Rapa e ricotta.
Pane e acciuga.
In abbinamento: Ruinart Blanc de blancs.
Ricciola marinata con emulsione di cozze al “gratin”.
Ottima l’idea, che richiama la textura di una cotoletta, ma l’eccesso di pane penalizza il gusto del pesce.
In abbinamento: Soave Classico “Monte Carbonare” 2013 Suavia.
Carpaccio di manzo, emulsione di funghi estivi, rucola e senape.
Un grande piatto: partendo da un simbolo della tradizione veneziana (il mitico Carpaccio di Cipriani) si arriva a un piatto assolutamente moderno, dove è la concentrazione dei sapori ad essere protagonista (funghi di 5 diverse varietà ed emulsione della loro acqua).
In abbinamento: Carjcanti 2011 Gulfi.
Zucchine in saorParticolare metodo di cottura e di conservazione di materie prime ittiche. Il pesce viene prima infarinato, poi fritto e infine disposto a strati con cipolle cotte in agrodolce, pinoli e uvetta passa. Celebri per questa preparazione sono le sarde in saor venete.... Leggi, fiore in tempuraLa tempura è un piatto tipico della cucina giapponese a base di fritto misto di molluschi, crostacei e verdure. Gli ingredienti vengono intrisi, prima della frittura, in una pastella di farina di riso, acqua gasata e ghiaccio.... Leggi e burrata.
Base di cipolla di Tropea, zucchina cruda, cotta e fritta, burrata, fiore di zucchina fritto
Da rivedere le proporzioni tra le varie componenti.
In abbinamento: Sauvignon “Pière” 2013 Vie di Romans.
Scampi alla “busara”.
Altra rivisitazione di un classico veneziano.
In abbinamento: Pinot bianco Vorberg 2013 Cantina di Terlano.
Mezze lune di crème brulèe al mais tostato, storione marinato e caviale.
L’unico piatto di Casa Perbellini proposto anche a Venezia: sempre ottimo.
In abbinamento: Terre alte 2012 Livio Felluga.
Trancio di branzino, insalata di fagioli cannellini e salsa al Verdisio.
Semplicità e gusto.
In abbinamento: Ribolla gialla 2010 Damijan Podversic.
Polpo alla plancha, lardo e maioneseLa maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa madre, cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento). La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e... Leggi al rafano.
Il piatto più convincente della serata: pochi ingredienti per un risultato esplosivo. Un cicchetto vestito a festa.
In abbinamento: Pinot nero “Vigna S.Urbano” 2011 Hofstatter.
Petto d’anatra in agrodolce di camomilla, pane speziato e naoni.
Tecnicamente corretto ma un po’ confusionario.
In abbinamento: Solare 2007 Capannelle.
Sorbetto, gelatina di pesca, noce Pecan.
Bellini.
Crostatina inversa.
Il dessert migliore: Gelato di rabarbaro, pistacchio e fragola, pistacchi, frolla. Bello e buono.
Crema di riso al latte, albicocche, mandorle e rosmarino.
Ananas, formaggio caprino e pan di spezie.
Tiramisù di oggi.
In abbinamento ai dessert: Malvasia delle Lipari Capofaro 2013 Tasca d’Almerita.
Piccola pasticceria (ottima la frutta osmotizzata).
Da non perdere, prima di cena, la vista dal 4° piano dell’Hotel, che spazia su tutta la laguna.