Passione Gourmet Ristorante La Piazzetta, Chef Denny Manzoni, Patron Walter Stuerz, Montevecchia (LC), di Alessandro Pellegri

La Piazzetta

Ristorante
largo Maria Gaetana Agnesi 1, Montevecchia (LC)
Chef Denny Manzoni
Recensito da Alessandro Pellegri

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • La nuova linea di cucina: semplice, efficace ed economica.
  • La spettacolare vista.

Difetti

  • Ingresso del ristorante all'interno di un'area pedonale, facile fare avanti e indietro un paio di volte prima di trovarlo
Visitato il 03-2013

Un altoatesino in Brianza.
Detta così pare quasi una parodia di un film, dove gli stereotipi legati alla montagna incontrano quelli di assoluta indifferenza, produttività e messa in mostra, sul modello del Marco Ranzani della non troppo distante Cantù.
Cìò viene rafforzato, sotto ambedue gli aspetti, da una parte dal nome fortemente onomatopeico dell’altoatesino, Walter Stuerz, e dall’altra da Montevecchia, non un posto a caso in Lombardia, ma probabilmente l’angolo più maestoso e caratteristico nel cuore della Brianza.
Ora, prendete questa manciata di luoghi comuni, salite fin qua sopra e gettateli dalla terrazza. Dietro ad un ingresso non particolarmente invitante si cela una piccola realtà, a dispetto della premessa, assolutamente interessante: il ristorante La Piazzetta.
Non è una tavola adatta alla sosta al volo o della pausa pranzo con l’occhio all’orologio (anche perché Montevecchia rimane particolarmente defilata dalle rotte più battute), perché parte dell’esperienza è costituita dal relax che questo luogo riesce a trasmettere, e che ben dispone il cliente nel mettersi a proprio agio.

Tranquillità dalla quale resta immune la cucina, che si è stabilizzata dopo qualche avvicendamento ai fornelli, trovando una sua dimensione nello Chef e nel suo Sous-chef che in coppia passano appena i quarant’anni: una cucina semplice, appagante, sensata e stimolante, senza orpelli o equilibrismi, che guarda alla piacevolezza e alla golosità senza mai sbilanciarsi troppo.
Non si tratta però di una proposta ordinaria, anzi. Esce dagli ambiti della cucina tradizionale in senso stretto, ma dal territorio viene ispirata e ne affonda le mani, con un utilizzo intelligente degli ingredienti della zona, brianzola, monzese e infine lombarda. Sbirciando la carta la tradizione non la troveremo nei piatti, bensì negli ingredienti: ravioli di salsiccia che strizzano l’occhio (perfettamente) al risotto alla monzese; risotto omaggio alla bassa lombarda, ai cotechini e ai suoi tortelli di zucca. E ancora gli ottimi sciàtt di Casera, richiamo della più alta Valtellina.
Se aggiungiamo che il menù degustazione, di cinque portate, è ora prezzato a 40€, non possiamo che complimentarci.

Nel quadro non brillantissimo della Brianza gastronomica, dove osserviamo giornalmente importanti tavole in preoccupante affanno, un luogo come la Piazzetta fa ben sperare, rivelandosi indubbiamente una boccata di ossigeno e augurandoci che serva d’esempio e ispirazione.

Il pane

Una bella carta dei vini, non smisurata ma con diverse proposte interessanti, soprattutto ricaricate in maniera intelligente. Chiedete consiglio a Walter che, da gran appassionato qual è, saprà consigliarvi al meglio. Nel nostro caso ha voluto farci provare questa nuovo piccolo produttore, quasi “vicino di casa”. Vino semplice e beverino, senza particolari ambizioni ma ben fatto. A 16€ in carta, è ancora più buono.

…e poi trovi questo, di una tra le 3-4 annate veramente memorabili degli ultimi trent’anni a Bordeaux, prezzato come se i cinesi non fossero mai esistiti. Ari-bravo Walter.

Crostini con la Borreoula del salumificio “da Pinuccio”. Difficile trovarla in giro a meno di recarsi alla fonte, non fatevela scappare.

Sempre con la Borreoula, uno sfizioso antipasto: Borroeula, avocado, maionese, sedano rapa, chips di zafferano. Goloso oltremisura, un filo grasso a causa dell’avocado eccessivamente maturo, il sedano rapa dona un pò di struttura e le chips aiutano con la croccantezza.

Baccalà mantecato con chips di polenta e erbe aromatiche. Baccalà che, forse per scongiurare il rischio di un’entrée particolarmente esuberante, paga l’eccessiva mantecatura con la mancanza di texture. Nulla di errato in sé, ma un boccone poco stimolante.

Sciatt di casera su insalata di cavolo cappuccio e speck. Alziamo il livello con un classico, purtroppo spesso abusato, di Valtellina. Croccanti e non unti, con la presenza da protagonista del formaggio. Lo sbuffo alcolico della grappa, aggiunta nella pastella e ben percepita in bocca, aiuta a sgrassare la frittura. Gradevole l’apporto amaro del cappuccio.

Risotto “Pila Vecia” alla zucca con cotechino sbriciolato e gelatina di amaretto. Omaggio a Mantova e ai suoi tortelli di zucca, attraverso un risotto davvero eccellente, per concezione ed esecuzione. Forse per ingranare la quinta necessiterebbe di una maggior quantità di cotechino (o di meno riso) in quanto, verso la fine del piatto, non ne rimane e vira tutto troppo sul dolce. Peccato veniale per un piatto bello e riuscitissimo.

Canederli alla barbabietola su fonduta di gorgonzola e porri croccanti. Il classico canederlo, reso un pò più interessante dalla terrosa aggiunta della barbabietola, ed una fonduta decisamente maschia. Piatto da montagna.

Ravioli di salsiccia, fonduta di formaggino fresco e zafferano. Dopo un risotto omaggio ai tortelli, dei ravioli dedicati a Monza ed al suo risotto con la Luganèga. Anche in questo caso chapeau, concetto semplice ma piatto riuscito.

Ravioli di asparagi, briciole di bresaola e crema di Parmigiano Reggiano. Raviolo dal ripieno che, nonostante gli ingredienti, tende alla delicatezza. Briciole un filo morbide, a causa di una bresaola poco stagionata.

Filetto di maiale “Cordon Bleu” con patate alla panna acida, cialde di pangrattato, fontina, prosciutto cotto e salsa ai mirtilli rossi. Un buon filetto di maiale, contornato dal risultato dello smontaggio di un’altro piatto bistrattato, il Cordon Bleu. Divertente, semplice, buono.

Guancetta di vitello al vino rosso con puré di patate. La semplicità di un classico, ben realizzato.

Ciambellina al cioccolato fondente e gelato al tiramisù con banane caramellate.

Semifreddo all’arancia con salsa al cioccolato e arancia candita.

Strudel di mele con gelato alla vaniglia. Peccato mortale venir qui e non assaggiarlo: altoatesino da medaglia d’oro, praticamente l’Armin Zoeggler degli strudel.

Piccola pasticceria.

Walter è anche un grande appassionato di grappe. Noi pure, festa grande: tra le svariate degustate, tutte notevoli, spicca (avevate dubbi?) questa:

4 Commenti.

  • Marco 50&5015 Maggio 2013

    Da Pinuccio su a Sartirana anche una notevole bresaola…ritrovo Aldino nel pane, nei canederli, nella fonduta e nella salsa ai mirtilli ma soprattutto nello strudel…forse sono nate lì anche le altre 2 medaglie da podio. La zucca (forse zafferanata ?) attrae anche in quarta… L’A/R più volte sulla terrazza di Montevecchia è solo propedeutica, anzi a occhio non basta… Marco 50&50

  • walter15 Maggio 2013

    niente zafferano nella zucca, in parte passata nel forno e fatta a crema, in parte messa a crudo ;-)

  • la linea (mauro)18 Maggio 2013

    ebbravo il walter, dopo questa devo proprio ri-passare a trovarlo :-)

  • walter19 Maggio 2013

    io te l'avevo consigliato già prima di questa recensione :D

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