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Recensione Ristorante
Immaginate un sabato d’estate in cui la canicola vi divora e decidete di sfuggirle d’impulso. Salite in auto, partite, l’obiettivo è la fresca brezza di un lago. Non scegliete un rifugio qualunque, ma quello che per molti (soprattutto per gli stranieri del nord Europa) è il lago per antonomasia, il Garda. Una meta così amata, un vero e proprio mare d’acqua dolcissima, sulle cui rive, a due passi da Desenzano e Sirmione, alberga un ristorante che ha scritto la storia più lucente e raffinata della cucina locale.
I protagonisti sono Giuliana Germiniasi e il compianto Giancarlo Tassi. Lei, figlia dei fondatori del Capriccio, ai fornelli. Lui indimenticabile anfitrione della sala, strappato alla vita e all’affetto dei suoi clienti e dei suoi amici in un triste autunno di qualche anno fa. Ricordare Giancarlo induce alla commozione, quanti momenti unici ha regalato, con la sua simpatia e la sua professionalità. Era un uomo d’alti tempi, che ha saputo plasmare con la passione e la tenacia di Giuliana sempre al fianco, un locale di fascino e accoglienza, con una carta dei vini importante e personale, un servizio attento e premuroso, una cucina d’alto respiro. Un luogo che ha giustamente meritato l’ambito riconoscimento della stella Michelin, ma che oggi palesa alcuni segnali di debolezza, comprensibili e giustificabili dall’immenso dolore che la mancanza di Giancarlo infonde. Il blasone del locale è rimasto intatto, ma la cucina segnala qualche leggera deviazione dalla qualità assoluta del passato. Partiamo dalla parte più convincente, ovvero il dessert: un dolce d’alta scuola, vecchio stile ma golosamente e persistentemente elegante: una meringa che sovrasta un gelato al latte crudo, polvere di pistacchio e zuppa di frutti rossi. Solo in apparenza semplice. Discrete le Noci di capesante rosolate al burro di cacao, croccante di latte cagliato, indivia belga e pomodorini caramellati al Pedro Ximenez, in cui avremmo preferito maggiore coerenza nell’abbinamento degli ingredienti. Un difetto veniale che abbiamo riscontrato anche nel Risotto al crescione, pomodoro arrostito e mandorle di mare in cui la nota amara è troppo accentuata. I ravioli di barbabietola virano eccessivamente sul sapore dolce e la salsa al gorgonzola non riesce a bilanciare l’equilibrio del piatto. Tutte piccole carenze che si possono eliminare con facilità e maggiore attenzione in futuro, visto che la mano di Giuliana ci ha offerto un’ottima parmigiana di melanzane in stile classico, impreziosita dal formaggio a crudo, e soprattutto un eccellente quanto intrigante Filetto di Coregone al vapore, tapiocaLa manioca (Manihot esculenta Crantz), anche nota come tapioca, cassava o yuca (da non confondere con la yucca, pianta succulenta dell'America centrale), è una pianta della famiglia delle Euphorbiaceae originaria del Sudamerica. Ha una radice tuberizzata commestibile, molto ricca in amido. La specie è coltivata in gran parte delle regioni tropicali e subtropicali del mondo. La radice viene preparata e... Leggi al nero, pastinaca, frutto della passione e capperi: piatto veramente d’alto livello, ben pensato e realizzato nelle proporzioni e negli abbinamenti. Il Capriccio ha tutte le carte in regola per tornare alla grandezza di un tempo, rendendo giustizia alla sua fama: un grande ristorante (lo si percepisce dal livello del conto) sa e deve garantirlo.
All’aperitivo : fegatini pralinati, marshmallow di capasanta, sferificazione di vitello tonnato
Le capesante
La parmigiana di Melanzane
Il risotto
i ravioli di barbabietola
Gli ottimi tortelli di crema di mais e formaggio, tartufo nero e uovo in camicia
Il coregone
L’ombrina cotta a bassa temperatura, salsa tonnata, spinacini novelli e caviale di salmone
L’ottimo dessert
Il pregio : una location piacevole, soprattutto d’estate
il difetto : il costo
Ristorante Capriccio
Piazza S. Bernardo, 6 (Loc. Montinelle)
Manerba del Garda (BS)
Tel. +39.0365.551124
Chiuso il martedì
Menù degustazione da 69 e 90 euro, alla carta 100 euro
Visitato nel mese di Agosto 2012
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Alberto Cauzzi