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Recensione Ristorante
Di pochi ristoranti al mondo si può dire che sono “unici” senza rischiare di rendersi ridicoli. Certamente, però, l’11 Madison Park, oltre a poter vantare un’eccellente cucina grazie al lavoro del bravissimo Daniel Humm, ha la fortuna di risiedere in un luogo di singolare bellezza, il Metropolitan Life North Building, straordinario grattacielo déco dalla storia travagliata (per i più curiosi).
Per intenderci, un locale nel quale non si rimarrebbe sorpresi a trovare seduti ai tavoli Cary Grant e la Hepburn (a scelta, quella delle due che preferite) o a veder entrare Fred Astaire e Cyd Charisse. E certamente sarebbero accolti con la stessa rilassata gentilezza, quella cordialità tutta newyorkese con cui siamo stati accolti noi in una magnifica giornata di primavera.
Se l’ambiente predispone al meglio, bisogna però dire che tutto è stato organizzato alla perfezione per dare spazio alla notevolissima abilità di Humm, cuoco svizzero da una decina d’anni negli States dopo un apprendistato europeo di tutto rispetto (tra i vari il Pont de Brent di Montreux, all’epoca tristellato). Servizio eccellente, carta dei vini fantastica in tutto tranne che nei ricarichi (ma con possibilità di portarsi la bottiglia da casa, come abbiamo fatto noi visti i grandiosi assortimenti delle enoteche newyorkesi) e menu a mano “semi-libera”.
Mi spiego meglio: la scelta si basa su un menu del giorno che prevede, nell’opzione che abbiamo selezionato, quattro piatti (due entrée, un piatto principale e un dessert) e, per ognuno di essi, la scelta del solo ingrediente centrale; il resto è lasciato all’inventiva dello chef, a cui potrete segnalare le vostre avversioni o allergie per evitare brutte sorprese. In alternativa potete lasciare la mano totalmente libera allo chef per 7 portate (e qualche decina di dollari in più).
E davvero la cucina non delude: a parte un polpo un po’ troppo tenace (peraltro abbinato con maestria a chorizoIl chorizo, chouriço, chorizu, chourizo, xoriço è un termine utilizzato per indicare insaccati a grana grossolana a base di carne bovina o suina speziati con paprica dolce o piccante, che dona loro il caratteristico colore rosso. Sono tipici della penisola iberica e di alcune ex colonie spagnole.... Leggi disidratadato e cipolla in una preparazione rusticamente moderna), tutte le portate sono di ottimo livello. Con cappottamento virtuale da dedicare all’anatra ai sentori di lavanda, presentata in due servizi: il petto sporzionato al gueridon e accompagnato da puntarelle e mela e la coscia in mousselineLa crema mousseline, o meglio le creme mousseline, rappresentano un arricchimento della crema pasticcera. Infatti sono realizzate con una base di crema pasticcera, con aggiunta di burro. A questa base vengono poi aggiunte, a caldo, le varie aromatizzazioni, che possono essere costituite da liquori, cioccolato, paste di frutta secca (nocciola, pistacchio, mandorla), paste di frutta. La crema mousseline viene utilizzata... Leggi con foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi. Piatto simbolico di una cucina classica ma filtrata da una notevole sensibilità contemporanea e chiara prova di una macchina sala-cucina splendidamente affiatata.
Soavi anche i dolci, tra cui svetta il gelato alla camomilla con jalapeno e granola, veramente tra i più buoni gustati quest’anno.
Il tutto è preceduto e seguito da un contorno di piccole attenzioni (amuse-bouche, predessert ecc.) che, se pure normali in una ristorazione di questo livello, sono qui particolarmente interessanti. Ad esempio, il confronto tra una versione salata dei classici biscotti bianchi e neri newyorkesi (ottenuta in questo caso con un palleggio gourmandPer "gourmand" si intende una persona amante della buona tavola, in particolare delle preparazioni di stampo classico, un cultore della gola. Ghiottone.... Leggi tra parmigiano e tartufo nero) presentata al nostro arrivo in elegante scatola infiocchettata e la versione tradizionale dolce offerta a fine pasto.
Oppure il divertente egg cream alla newyorkese, il classico bibitone da pin up anni 50 (che non ha uovo al suo interno, nonostante il nome) che apre la sezione dolce con verve frizzantissima (è il caso di dirlo).
Pani di golosità contagiosa e vino, come detto, portato da casa (con corkage prezzato onesti 35 dollari), un quasi tagliente Chalasses Marnes Blues del 2009 di Ganevat che, a trovarlo, regala più di qualche attimo di felicità.
Una tappa che, a questi prezzi (il menu con 4 scelte più tutti i “complementi” immaginabili quota 74 dollari) credo sia doveroso mettere tra le tappe obbligate di un viaggio a Gotham City.
Per chi volesse saperne (vederne) di più, il link a uno splendido video di Nick Cannell.
Una finestra sulla primavera di New York
Biscotti bianchi e neri (la scatola)
Il menu
Uovo di quaglia e bacon con te di mela affumicata
Zabaione di Storione affumicato
Polpo con chorizo e cipolla
Pane e burro
Aragosta con cipollotto e asparagi
Anatra alla lavanda in 2 servizi, il secondo con mousseline di patate e foie gras.
Egg cream alla new yorkese
Gelato alla camomilla con jalapeno e granola.
Latte in varie consistenze e miele.
Biscotti bianchi e neri dolci
Il pregio: ambientazione unica
Il difetto: carta dei vini fantastica, ma prezzi molto alti
Eleven Madison Park Restaurant
New York
TEL +1.212.889.0905
Mail info@elevenmadisonpark.com
Menu a pranzo: 4 portate $74, mano libera $125
Menu a cena: 4 portate $125, mano libera $195
http://www.elevenmadisonpark.com/
Visitato nel mese di aprile 2012
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Roberto Bellomo