Passione Gourmet La Capanna di Eraclio, Codigoro, Ferrara, di Roberto Bentivegna - Passione Gourmet

La Capanna di Eraclio, Codigoro, Ferrara, di Roberto Bentivegna

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

390

Recensione Ristorante

Un salto a piè pari nel “come eravamo”.
Una luce nella nebbia ferrarese, quasi un’oasi o il porto sicuro venendo da un mare in tempesta.
E’ uno scrigno di emozioni la Capanna di Eraclio.
Non si rimane indifferenti a questo locale, all’atmosfera racchiusa tra queste pareti. Sia d’inverno che d’estate è un luogo che sa toccare le giuste corde del circuito affettivo.
Alcuni ne hanno scritto come il posto dove il tempo si è fermato.
Il tempo purtroppo (o per fortuna) non si ferma, ma alla Capanna si può venire a staccare la spina, per ricaricarsi di calore, di sapori, di umanità. Senza fissare l’attenzione sul particolare, sarebbe un errore.
Bisogna godere del quadro intero, non del pezzo della cornice scheggiato.
Pesce e selvaggina: per questo, può valere la pena anche fare dei Km.
Per trovare delle canocchie molecate: cioè?
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Sono le canocchie in fase di muta, col mare grosso si sollevano dal fondo e finiscono nelle reti dei pescatori. Oggi ci sono, domani chissà. Fritte insieme alle “sorelle” e più famose moeche sono l’incipit ideale alla cena. Si mangia tutto, niente tagli alle mani per aprirle, almeno stasera. Peccato per un fritto non croccante al punto giusto, ma il gusto c’è e si sente.
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Le schie fritte con polenta
Altro top di cui pretendere almeno un assaggio: i crudi di mare.
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Il gourmet moderno dimostra quasi un rigetto verso la moda imperante del crudo, ma io dico che gli scampi di Goro o li mangi così o ti devono dare trent’anni.
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Già l’aggiunta del limone meriterebbe pene corporali, ma tant’è, dicono che ci sia la democrazia e allora ognuno si rovini come crede.
Sempre più in alto avrebbe detto il buon Mike, Capellini con giotoli e il loro inchiostro.
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Che pasta! Artigianale? Lenta essiccatura? No, Barilla. A riprova del fatto che si può fare un prodotto industriale di buona qualità e che la mano del cuoco conta sempre il suo giusto. Piatto da deux macarons, credetemi.
Armati di radar anti-nebbia o di buona cartina, il consiglio è di venire qui in periodo di “sparo”. Perché la selvaggina che troverete si inserirà tra i must dei preferiti di gola.
Risotto folaga e fischione.
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Stavolta niente prodotto industriale, giusto per capire che pregiudizi e chiacchiere stanno a zero. Riso De Tacchi, la Ferrari del riso. Mantecatura leggerissima, per non coprire la regale selvaggina, accessoriata di durelli e fegato, of course!. Quasi un riso con… piuttosto che un risotto. Gradito assai. Dritti sparati nel circuito olfattivo-gustativo. Forse non c’è la finezza o la perfezione stilistica, ma sono piatti che scuotono, che fanno accendere quella lampadina emozionale, che ti fanno ringraziare il Cielo di poter coltivare questa passione.
Se siete nati con la camicia magari troverete anche beccacce o pernici ad aspettarvi (un colpo di telefono e ci catapultiamo!), non ci ha detto così bene ma il germano reale cotto in vino rosso è sempre un gran bel andare. Idem come sopra, materia materia materia.
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Sapore maschio, è lui, il Germano, espressione di una cucina versatile che sa andare tanto di fioretto (vedi i capellini) quanto di scimitarra.
Mentre la carne si scioglie in bocca, e risenti ancora il piacere per le lunghe cotture tradizionali, non puoi che sorridere. Non è la serata del sotto-vuoto, non questa. Si può godere in vari modi, questo è un modo. Godete amici, del doman non c’è certezza.
Chiudiamo la cavalcata calorica con un godurioso zabaione caldo express con ciambella
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e un gelato alla zucca (con o senza saba)
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preceduto da un sorbetto alle mele cotte e cannella che, incredibile ma vero, sa proprio di mele cotte e cannella (e il fatto che ci stupiamo della cosa lascia intendere cosa si trova in molte gelaterie odierne).
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Il Potus
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Titoli di coda.
Lunghi applausi a questo film in bianco e nero, dove ogni cosa è quello che sembra. O quasi.
Grazie Famiglia Soncini, abbiamo bisogno anche di questo.
Ok, sono pronto a ritornar lì fuori, almeno fino alla prossima beccaccia…..

il pregio: Atmosfera unica.

il difetto: Coperto a 5 Euro.

La Capanna di Eraclio
Via per le Venezie, 21 – località Pontevicini – Codigoro (Ferrara)
Tel. 0533.712154

Chiuso: mercoledì a cena e tutto giovedì
Prezzo medio alla carta: 70 euro

www.lacapannadieraclio.com

Visitato nel mese di Novembre 2010
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Roberto Bentivegna

8 Commenti.

  • Norbert16 Dicembre 2010

    Di questo locale commovente otre ad anguille in saor di una bomtà indicibile mi ricordo un pavone, animale da me mai visto prima, che faceva la ruota nel cortiletto antistante il ristorante.... Non sempre la michelin dorme

  • Giampiero16 Dicembre 2010

    Recensione bellissima, tutta "di cuore, grazie davvero.

  • solarolo16 Dicembre 2010

    Insomma, sono anni che la Capanna è a questo livello.

  • Antonio Scuteri16 Dicembre 2010

    Infatti. Io ci sono stato almeno 6 anni fa ed era già un grandissimo posto. E ricordo anche io i meravigliosi pavoni nel cortile :-)

  • raffo16 Dicembre 2010

    Questa è la recensione che aspettavo!!!!! Nel ringraziare Rob,oserei dire che è stato di una puntualità "chirurgica"... :)

  • Giovanni Lagnese17 Dicembre 2010

    Però, cavoli, la pasta Barilla... Come si vede che non avete una sensibilità da napoletani... Giovanni

  • pie17 Dicembre 2010

    ci vado due volte l'anno nel periodo delle moleche e appositamente per quelle :-) davvero un luogo che tocca l'animo, e soprattutto il palato ! speriamo rimanga immutato ancora a lungo...

  • Elvis29 Marzo 2012

    Devo tornare in un periodo in cui presentano anche il menu di cacciagione. Mi sono trovato bene; menu di pesce completo, anguilla in 'umad, che è un must nella prima visita. Anguilla di grossa pezzatura, passata rapidamente sulle braci per un primo "sgrassaggio", poi cottura terminata con una gradevole steccatura di rosmarino e aglio. Non ho provato i crudi perché tutto non si può provare e preferisco riservarli per un altro paio di indirizzi per me più "abituali". Suggestiva la "passeggiata sul delta del Po", nome evocativo per un buon antipasto variabile di composizione, su letto di polentina bianca abbastanza liquida. Mentre ho scoperto (non so se fosse solo il mio caso) che il tanto vituperato coperto a 5 euro comprende in realtà il Franciacorta di benvenuto, quindi molto bene, ho trovato qualche "debolezza" nei dessert. Il conto finale è gravato di qualche decina di euro di troppo, a mio personale avviso, nel senso che alcuni piatti alla carta sono un po' cari (in riferimento ovviamente a piatti paragonabili e a locali di pari livello). Comunque promosso, ambiente suggestivo, paesaggio indimenticabile.

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