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Una già “grande” Grande Cuvée 168ème Édition

15-04-2020
di Leila Salimbeni

Era tempo che non ci entusiasmavamo così per una Grande Cuvée

Ebbene questo tempo, e a dispetto della contrizione del presente momento storico, è arrivato con la 168ème Édition per la quale, nel corso della chiacchierata virtuale con la Chef de Cave Julie Cavil e col rappresentante della sesta generazione della Maison, Olivier Krug, s’è scomodata la parola “energia” che, per quanto pertinente, troviamo invero assai riduttiva. Qui c’è grandezza, la grandeur cui Krug ci aveva abituato anche nelle sue Grande Cuvée ma che, ultimamente, invero, ci era sembrata un poco ridimensionata, almeno agli esordi.

Non stavolta. Non un filo di contrazione o di chiusura in questa ID 219012, ma solo una grandiosa, generosa apertura, una grandezza che se per qualcuno è anche figlia del dosaggio, forse appena più elevato, rappresenta però anche un ritorno agli antichi fasti: all’antica autorevolezza, e magnificenza, della Maison. Già in questa sua prima fase iniziale.

Nella fattispecie, troviamo qui un 42% di vini di Riserva di cui il più agée è, non a caso, il monumentale Verzenay 1996 e un avvicendarsi di altre 11 annate ripartite tra un 52% di Pinot noir, 35% di Chardonnay (di cui una buona parte proveniente dalla Côte de Blancs) e 13% di Meunier. Il restante 58% è da tributarsi invece alla sola annata 2012 che, invece, in Champagne ha visto concentrarsi tutte le occorrenze meteorologiche immaginabili: gelate, canicole, piogge, vento e siccità. Il ché si riverbera potentemente anche al bicchiere, animato da una pienezza ricorsiva e incalzante, succosa e potente, che già lascia presagire, e generosamente, tutto lo splendore della sua grandezza futura.

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