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Un Gin al tiglio

15-02-2020
di Alberto Cauzzi

Lo spirito della foresta made in Selvatiq

Frutto di un progetto di ricerca che unisce il mondo dei superalcolici a quello della natura incontaminata, Selvatiq nasce dall’incontro tra Charles Lanthier, imprenditore con esperienza pluriennale nel campo degli Spirits e Valeria Margherita Mosca, Master Forager e fondatrice di Wood*Ing Lab, il laboratorio di ricerca specializzato nell’impiego del cibo selvatico.

Ma cominciamo dall’inizio: per foraging s’intende la pratica di raccogliere, senza danneggiare la natura circostante, tutto il materiale edibile che cresce spontaneamente sul territorio; non solo frutti ed erbe, quindi, ma anche bacche, cortecce, muschi, radici e così via, concetto che Valeria ha implementato col foraging conservativo che si pone come obiettivo quello di utilizzare le specie invasive che minacciano l’equilibrio dell’ecosistema naturale.

I principi che animano la mission? In primo luogo la sostenibilità, tanto che Selvatiq definisce i propri Spirits Made-to-Nature, ovvero realizzati nella natura con lo scopo di salvaguardarne la biodiversità. Anche il packaging rispecchia questa filosofia: design essenziale e materiali come vetro riciclato e tappo di sughero naturale, per un impatto ambientale ridotto ai minimi termini. Altra formula è poi racchiusa nel binomio Wild & Nomadic, perché la ricerca di nuovi ingredienti si sposta e si evolve a seconda delle condizioni e delle necessità ambientali dei luoghi via via selezionati.

Come tale, si tratta di un progetto radical che non fa riferimento a una distilleria fissa ma che si concretizza per lo più sullo stesso luogo di raccolta. In particolare, questa prima collezione presenta agli appassionati un Gin, un Vermouth e un Bitter realizzati a seguito della ricerca svolta in Valtellina, dove è stato possibile reperire una grande varietà di specie botaniche come il tiglio col quale è stato realizzato il Beyond Gin; le gemme di pino silvestre per il Beyond Vermouth e, infine, la gramigna quale responsabile della decisa aromaticità del Beyond Bitter.

Valeria, frattanto, è già partita alla volta di nuovi territori “da raccogliere”. Chissà dove ci porterà la prossima volta…

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