Il Bilancio di sostenibilità dell’azienda toscana
Ruffino presenta il suo ‘Bilancio di sostenibilità’, un tema sul quale l’azienda punta molto e sul quale intende investire un terzo del capitale da qui al 2025.
È quanto apprendiamo da Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda toscana che fa parte del gruppo americano Constellation Brands, in occasione della conferenza stampa tenutasi lo scorso mercoledì 30 novembre a Palazzo Mezzanotte, Milano.
“Ogni giorno ci confrontiamo con i temi che riguardano questo mondo in transizione: dal caro energia, alla sostenibilità ambientale. La nostra scelta è stata quella di porci come attori protagonisti anziché limitarci ad osservare, le grandi aziende hanno l’obbligo morale di essere d’esempio. Certo, non abbiamo tutte le risposte, ma cerchiamo di darci dei traguardi di breve e medio termine e il bilancio di oggi dà trasparenza e visibilità ai piccoli passi che sono stati fatti in questa direzione” spiega Sartor. “Oggi il consumatore inizia a chiederci maggiore sostenibilità e voglio pensare che grazie alla Generazione Z, da qui a 10 anni, questo diverrà un vero e proprio obbligo. Noi siamo partiti quando questo obbligo non c’era, quando non c’era neanche un vero e proprio beneficio fiscale. Abbiamo iniziato questo percorso ambizioso, semplicemente, perché era la cosa giusta da fare”.
A moderare l’incontro il Prof. Marco Frey, Direttore del Laboratorio di ricerca sulla sostenibilità (SuM) della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa e Presidente della Fondazione Global Compact Italia. L’economista illustra come il comparto vitivinicolo si stia muovendo in direzione della sostenibilità, producendo di meno rispetto al passato, ma aumentando il valore dell’indotto. “Bisogna fare meglio con meno”, questo il punto centrale dell’intervento.
Cosa significa in concreto?
“Ruffino Cares è il progetto che riassume il nostro impegno” chiosa Sartor prima di addentrarsi nella puntuale illustrazione di ogni forma di intervento. Un impegno che prima di tutto va in direzione del risparmio delle risorse idriche, dell’autoproduzione di energia e del riciclo dei materiali di scarto, ma che assume anche una dimensione sociale sotto l’egida della “diversity e inclusion” e del “giving back” in favore della collettività. Un impegno che si concretizza nell’allocazione del 28% degli investimenti annuali del gruppo a favore della sostenibilità, fondi già stanziati sino al 2025.
Non possiamo far altro che augurarci che Ruffino sia d’esempio per molti altri che decideranno di seguirne i passi, allora sì che ci sarà speranza.