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Monferace en primeur

24-10-2022
di Passione Gourmet

Monferace en primeur 2018

Castello di Ponzano, 10 ottobre 2022.  I dodici produttori dell’Associazione Monferace sono tornati a raccontarsi alla stampa del settore dopo lo stop imposto dalla pandemia. La scelta della sede dell’Associazione Monferace dal 2015 ha uno scopo plurimo: far vedere le bellezze monferrine e  palesare la storicità architettonica del Castello di Ponzano, le cui antiche cantine sono la testimonianza di come il vino sia parte integrante del tessuto sociale di questa parte di Piemonte. Sono 24 i comuni del Piemonte in cui si produce il Monferace (grignolino invecchiato) prodotto in purezza e nelle migliori annate, affina 40 mesi, di cui 24 in botte di legno. Il nome Monferace riprende l’antico nome del Monferrato aleramico, tratto dalla cinquecentesca “Descrittione di tutta Italia” di Leandro Alberti. Ma non si tratta di un semplice vino ma di un progetto che unisce i produttori che lavorano per raggiungere un unico obiettivo: riposizionare l’immagine del grignolino, e inserirlo tra i protagonisti dello scenario viticolo piemontese. Il progetto Monferace riscatta l’immagine del grignolino, simboleggia il recupero di un’antica e importante tradizione della storia enologica piemontese. Per eleganza e struttura si inerisce tra i vini dal lungo potenziale di invecchiamento. I vigneti adibiti al Monferace devono essere impiantati su terreni calcarei-limo-argillosi, nelle varie combinazioni, anche con presenza naturale di sedimenti sabbiosi. Le superfici vitate si sviluppano in 24 comuni del Monferrato Aleramico e devono essere a giacitura esclusivamente collinare, con esposizione idonea ad assicurare la migliore maturazione delle uve. Inoltre, il numero di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 4.000; la resa massima di uva non deve essere superiore alle 7 tonnellate per ettaro. “Aspetti non secondari anzi fondamentali, il Monferace è l’espressione più autentica del territorio che speriamo si manifesti oggi nei vini dell’annata 2018 e che continui a farlo in futuro. La 2018, proprio per le sue caratteristiche, si presenta come un’annata tra le più coerenti con la storia del Monferace, abbiamo rossi di grande eleganza e dal lungo potenziale di invecchiamento” – ha commentato all’apertura dell’evento Guido Carlo Alleva, Presidente dell’Associazione Monferace e titolare di Tenuta Santa Caterina.

Monferace en Primeur

Una giornata per approfondire la sfaccettatura dei suoli Monferace, il geologo Alfredo Frixa, ha messo in luce che “i vigneti Monferace mostrano una grande variabilità di situazioni geologiche legate anche alla composizione delle colline monferrine, fatte da sedimenti marini di età comprese tra i 30 e i 3 milioni di anni fa. Un quadro regionale più completo sarà chiaro il prossimo anno, alla fine del progetto del Consorzio che sta coinvolgendo numerosi produttori e aziende del Monferrato Casalese.”

La Masterclass, condotta da Robin Kick, Master of Wine di fama internazionale, ha visto il coinvolgimento di tutte le aziende dell’associazione Monferace e delle ultime aziende recentemente associate: Accornero, Alemat, Angelini Paolo, Castello di Uviglie, Cinque Quinti, Hic et Nunc, Fratelli Natta, Liedholm, Sulin, Tenuta la Fiammenga, Tenuta la Tenaglia, Tenuta Santa Caterina, Vicara. Annata 2018 sotto la lente, che per i produttori rappresenta un vero e proprio giro di boa, per definizione degli sili e del raggiungimento di un livello qualitativo dei vini elevato. I principali punti di incontro tra i vini, al netto dei diversi periodi di macerazione sulle bucce, ci sono nasi esplosivi, balsamici e sui furti rossi carnosi; sorsi potenti e viscosi, di grande struttura e coinvolgimento.