Seta

VALUTAZIONE

Cucina Classica

18,5/20

OSPITALITÀ

18/20

PREGI
Il ritmo del percorso: nessuna ridondanza, progressione coerente; mano ferma sulla selvaggina.
Sala e tempi impeccabili.
DIFETTI
La carta dei vini, visto il contesto, potrebbe avere maggiore profondità.

La mano libera (e rigorosa) di Antonio Guida

Seta, al Mandarin Oriental Milano, è una cucina che procede “a mano libera”: la scrittura di Antonio Guida non si affida al repertorio, ma alla libertà sorvegliata di chi sa ben governare materia, calore e memoria, difendendo l’altissima cucina con un’idea precisa: levare, accordare, limare. La “mano libera” è, in realtà, mano rigorosa che concede poesia solo dopo averne verificato la grammatica. Il percorso assaggiato quest’anno pizzica dai tre menù e li ricompone in un’antologia coerente che sembra un prisma dalla luminosità cangiante a ogni portata, in cui tutto è sempre bene a fuoco. Ritmo musicale, cadenze misurate, nessuna ridondanza.

Una cucina matura e colta, che progredisce anno dopo anno

Dalla Capasanta avvolta nella bieta, con cavolo rapa in crosta di sale, salsa al cedro e aneto — un raffinato trompe-l’œil in cui il sedano rapa assume l’identità del mollusco — all’Astice blu arrosto su bisque alla vaniglia con bagna cauda e seppia, esemplare per nitidezza di cottura, la tavola si popola di contrasti gentili, intrecci di iodio, grassezze, spezie e sfumature ulteriori. Il Colombaccio con royale di fegatini, mais, ortica e salsa Périgord aggiunge un nuovo, solidissimo capitolo alla trattazione della selvaggina, rivelando una mano capace di governare queste carni con misura, fermezza e sorprendente lucidità.

Nelle creazioni del tandem Antonio Guida – Federico Dell’Omarino la tecnica agisce come un silenziatore, un gesto che affina, leviga e conduce gli ingredienti verso contrasti calibrati. È una cucina pensata, frutto di una cesellatura instancabile e oggi compiuta espressione di maturità dopo quasi vent’anni di lavoro. Il menu alterna profondità e leggerezza con naturalezza, offrendo un reset quando occorre e un affondo quando la materia lo richiede. Si mantiene sempre una coerenza interna percepibile a ogni assaggio. Vi è un momento, il più felice della serata, in cui tutto converge: precisione tattile, verticalità aromatica, un dialogo fra terra e mare che continua a vibrare ben oltre l’ultimo boccone.

Il duo raggiunge il suo numero perfetto e diventa un trio delle meraviglie, con Marco Pinna, autore di una Millefoglie con crema di zucca, caffè e foglia di cappero che incanta per la sua leggerezza pensata, la sfoglia netta, la zucca vellutata, il caffè che tende il filo amaricante e la foglia di cappero che introduce una sferzata salina. Un gesto magistrale. Oltre a questo passaggio, lievitati, grissini e piccola pasticceria sono semplicemente perfetti come consistenze e proporzioni.

La cucina del Seta, oggi, è matura e sceglie di depositarsi lentamente nel cuore del commensale, riaffiorando nella memoria con la naturalezza delle cose ben definite, quando ci si rende conto che ha già trovato il proprio spazio.

La sala e i tempi di servizio, gestiti con autorevolezza dal sempre più bravo Manuel Tempesta, accompagnano questo racconto con discrezione, tra piatti impeccabilmente in temperatura e spiegazioni misurate.

IL PIATTO MIGLIORE: Spigola con cavolfiore, ribes rosso e salsa al Vin Jaune.

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Alessandra Vittoria Pegrassi

Nasce e vive a Milano, di cui è devota e innamorata. Appassionata e studiosa di Profumi (fonda parecchi anni fa “Artessenza srl”, società e cult shop della ribalta meneghina e nazionale di fragranze di lusso), sperimenta alacremente bouquet, sapori e consistenze ma bada - sia ben chiaro e senza favoritismi - sia all’essenza che all’apparenza celebrando la vita tra assaggi, saggi e buone pietanze…

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

18,5/20

OSPITALITÀ

18/20

PREGI
Il ritmo del percorso: nessuna ridondanza, progressione coerente; mano ferma sulla selvaggina.
Sala e tempi impeccabili.
DIFETTI
La carta dei vini, visto il contesto, potrebbe avere maggiore profondità.

INFORMAZIONI

PREZZI

menù degustazione a 260 €. Prezzo medio alla carta 220 €

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