MoS

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Proposta gastronomica particolare e molto variegata.
Dehors sul porticciolo di Desenzano.
DIFETTI
Difficoltà a trovare parcheggio nei periodi caldi.

Il romanticismo di Stefano Zanini

Stefano Zanini è uno chef under 30, decisamente talentuoso, con un pensiero e proposta culinaria assolutamente identitaria, che valorizza i prodotti del Garda, dal lago alle montagne. La formazione l’ha avuta alla corte di Ducasse e, in Francia, ha scoperto di avere un amore per il vegetale, ispirato da Gagnaire; poi, a Copenhagen, ha imparato l’utilizzo di fermentazioni, al Relae, per, infine, scaldarsi con il calore mediterraneo, nella cucina del Signum, a Salina. Ognuna delle esperienze si ritrovano, ovviamente, nella sua idea e filosofia di cucina; lui si definisce un romantico e si è decisamente innamorato di quel locale, un po’ démodé, sul porticciolo di Desenzano, dove ha deciso di iniziare la sua avventura da chef imprenditore, aprendo il ristorante MoS. Il romanticismo traspare della sua persona, dal suo modo di porsi e dalla sua cucina, decisamente suggestiva.

Immersioni

Il percorso degustazione Immersioni è quello dove lo Chef scatena il suo pensiero più creativo, non dimenticando però l’impostazione, classica, francese, con piatti che riportano ad Oltralpe, e salse di grande personalità, da elegante e preciso saucier.  Si parte con un omaggio al territorio, puramente vegetale, anzi erbivoro, presentato senza condimenti, se non un gel di limone salato a ripulire la bocca dopo ogni assaggio, tenendo il focus sul singolo elemento vegetale. Tutta la prima parte del percorso, incluse le due portate che dovrebbero rappresentare i carboidrati, è in realtà particolarmente leggera (forse anche troppo): ci sono i Ravioli, che in realtà non sono ravioli ma due piccole quenelle di ricotta di capra, deliziosi e intriganti per la salsa, tendente al dolce, con grana padano, silene , foglia di vite e caramello di bieta. Il Risotto è in realtà senza riso, ma pane secco, trasformato in chicchi, dalla interessante masticazione, e goloso, per la mantecatura con siero maturato e lisca di pesce di lago, essiccata e grattugiata. Strepitosa la salsa che accompagna la Lingua allo spiedo: una salsa charcutière con  jus poivrade, di bellissimo effetto visivo. Con l’Anatra abbiamo la preparazione super classica, come phitivier (con la sfoglia purtroppo non perfettamente cotta e il petto borderline), ma anche una peculiare e perfetta cottura della coscia, all’interno dell’ osso midollo, con rosmarino, pepe, scalogno e una salsa di sarda al verde. Fuori dal percorso ma assolutamente consigliata la Tarte tatin di mele renetta e zabaione al marsala. Un percorso molto vario con una visione, una profondità di pensiero, un romanticismo suggestivo,  che promette sicuri sviluppi futuri.

IL PIATTO MIGLIORE: Lingua allo spiedo.

La Galleria Fotografica:

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Fiorello Bianchi

Appassionato viaggiatore e gourmet, alla costante ricerca di esperienze gastronomiche e di piatti superwow, a cui dedica parte del suo tempo libero e dei suoi viaggi. Interessato a scoprire nuovi talenti, amante delle proposte più originali che riescano a stupire e convincere il palato.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Proposta gastronomica particolare e molto variegata.
Dehors sul porticciolo di Desenzano.
DIFETTI
Difficoltà a trovare parcheggio nei periodi caldi.

INFORMAZIONI

PREZZI

Tre menù degustazione a 60 (vegetariano), 78 e 95; alla carta sui 100 euro

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