L’Antidoto

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Grande creatività e originalità.
Tecnica padroneggiata come in tavole di categoria diversa.
DIFETTI
Locale molto rumoroso.
Sedute piuttosto scomode.
Prezzi un po’ elevati.

Una nuova tavola romana

Al talento non servono grandi cucine né mezzi sofisticati per sbocciare. A volte basta un piccolo angolo tra le vie di Trastevere, due piastre elettriche, un forno, e la capacità di far parlare gli ingredienti senza alzare la voce. L’Antidoto si cela dietro una facciata sobria, quasi ritrosa. Ed è proprio in questo spazio raccolto che il giovane chef Mirko Pelosi, classe 1994, mette a fuoco una cucina essenziale, costruita su pochi elementi e su una sensibilità che si affina, giorno dopo giorno, piatto dopo piatto.

Dopo anni trascorsi nelle retrovie di importanti ristoranti europei, Pelosi è rientrato in Italia con l’intento preciso di lavorare sul Lazio, sui suoi prodotti più puri e sui piccoli produttori che lo accompagnano, silenziosamente, nella definizione di ogni portata. Le materie prime arrivano da una rete costruita nel tempo, fatta di fiducia e scambio. Sono quasi sempre locali, talvolta poco conosciute, con qualche deviazione mirata e coerente.

La cucina di Mirko Pelosi

Sedersi a L’Antidoto significa entrare nella dimensione personale dello Chef. Ogni proposta nasce da un processo di messa a fuoco, dove l’attenzione è rivolta alla tenuta complessiva dell’insieme più che alla singola trovata. Ne è un esempio il Collare di scorfano speziato al berberè che restituisce profondità a un taglio povero, qui trattato con rispetto e accortezza. Le Zucchine gialle, arricchite da bottarga, levistico e sidro, si muovono tra sapidità e freschezza con grande equilibrio. Il Tataki di tonno rosso, accompagnato da foglie di fico e peperoncino affumicato, costruisce una sequenza gustativa calibrata, che alterna umami e dolcezza.

I dessert mantengono la stessa linea: il Sorbetto al finocchietto selvatico con composta di fragole rinfresca il palato con una nota vegetale limpida; la Crema al mascarpone con gelsi e fiori di sambuco gioca invece su morbidezze floreali, senza risultare stucchevole.

La carta dei vini non esiste, ma le bottiglie sono visibili ovunque e si scelgono insieme, guidati dai suggerimenti del personale.

L’Antidoto è una sosta fuori scala, che si sottrae all’enfasi diffusa e lavora per sottrazione, lasciando spazio prima di tutto al gesto e alla materia. Qui rigore e delicatezza convivono su una tavola nuda, pensata per chi cerca un luogo spoglio da inutili opulenze. Un antidoto, appunto.

IL PIATTO MIGLIORE: Zucchine gialle, bottarga, levistico, burro e sidro.

La Galleria Fotografica:

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Roberto Bellomo

Ingegnere, con la coerenza che gli è propria si occupa da una vita di risorse umane. La cucina è una delle sue poche passioni durature e l'alibi per viaggiare il più spesso possibile. Ama la Francia, dove ha vissuto per un po' e pensa che invecchierà , i paesi baschi e, soprattutto, la Scandinavia.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Grande creatività e originalità.
Tecnica padroneggiata come in tavole di categoria diversa.
DIFETTI
Locale molto rumoroso.
Sedute piuttosto scomode.
Prezzi un po’ elevati.

INFORMAZIONI

PREZZI

Non è presente alcun menù degustazione; prezzo medio alla carta 60€

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