Passione Gourmet Giulio Ferrari Riserva del Fondatore - Passione Gourmet

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore

Vino
Recensito da Andrea Mucci

Ieri, oggi (domani)

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Di questa magnificenza tutta italiana conosciamo ormai tutto, si è scritto e parlato, e, a onor del vero. Sempre si parlerà. In termini più fisici, uno spumante italiano fulgido alla memoria (come accade per l’altra fuoriserie da iper collezione Riserva Bruno Lunelli).

Una mini-verticale, ampia in termini temporali, ha caratterizzato una serata paga e ovviamente ricca di stupore. Protagonista assoluto, la massima espressione del celebre Chardonnay di montagna raccolto nel Maso Pianizza, più antico e altamente vocato cru della cantina e trasformato al meglio dalla Casa Trentina. Prodotto, lo ricordiamo, solo nelle migliori annate per poi essere coccolato in maturazione sui lieviti per dieci anni, superando i 36 mesi del disciplinare (Trento doc). Bottiglie in grado di regalare da sempre e per sempre emozioni uniche, aspetto che, alla lunga, consente al singolo assaggio di vincere la sfida anche a distanza di decenni. In un ambito più contemporaneo, in cui il cambiamento climatico assume un rilievo sempre più dirompente, almeno per ora, in quel fazzoletto di territorio, questo vitigno trova ancora la sua enclave migliore, consentendo di ottenere, anche grazie alla lentezza di maturazione, quella magica e vincente base di acidità, elemento imprescindibile per segnare i tratti evolutivi degli anni a venire. 

A posteriori, non appaia superfluo ribadire che per l’Italia, le peculiarità di questo Metodo Classico rappresentano un vanto di cui andare fieri. Giulio Ferrari, è il divo della spumantistica, accezione mai più azzeccata se pensiamo alla tenuta decennale, in assioma alla sua per l’appunto divinizzazione, quasi parallela al mondo Champagne, ritenuto dai più, e anche dal sottoscritto, passateci il parallelismo, un terroir che regala la miglior bollicina al mondo.  

La degustazione

Riserva del Fondatore 2004

Iniziamo con un millesimo che rappresenta anche la prima versione “extra brut” (dosage 2,5 g/l) ed è frutto di una stagione in cui la vendemmia ha visto un buon recupero nel mese di settembre, particolarmente soleggiato. La vista si irradia di bolle finissime e briose che illuminano il calice con il più classico dei color oro, oro puro, mentre al naso risulta inizialmente un po’ austero, caratteristica dipesa proprio dal clima mediamente più freddo. I profumi giocano per lo più sul frutto maturo, tra una pesca e una mela renetta, un cedro, sino a piacevoli sprazzi iodati e speziati. L’ossigenazione e l’innalzamento della temperatura però poi sorprendono regalando un sorso pieno, con un bell’allungo agrumato e un intrigante salinità. Una complessità crescente che sfocia in una finezza seducente e ampia, quasi ovattata. Insomma, l’esemplificazione di come si possa assecondare al meglio l’andamento climatico, offrendo la massima espressività della vocazione territoriale. Tutt’ora un capolavoro. 91/100

Riserva del Fondatore 2001

Vendemmia iniziata verso la seconda decade di settembre dopo una stagione climatica dall’ottimo potenziale, grazie ad un andamento vegetativo regolare. Visivamente regala un bell’oro brillante con perlage molto fine mentre il naso resta avvolto da una scia lunga e complessa, un tono evolutivo assai sofisticato che sprigiona tostature, speziature, frutta esotica e a polpa gialla, zafferano e sullo sfondo vaghi ritorni di rugiada, avete presente quella del mattino? È quel sorso che aspettavi, nella sua espressiva freschezza, lunga ma allo stesso tempo vellutata, con un ritorno più cremoso e un finale particolarmente cristallino. Una delle annate che merita l’assaggio dove e quando possibile, capace di evolvere magistralmente e sapersi esprimere alla grande, evocando quasi un amorevole abbraccio. Ad avercene di questa golosa bellezza! 92/100

Riserva del Fondatore 1997

Annata meteorologicamente eccellente con vendemmia iniziata verso la metà di settembre. Lo assaggiamo ancora luccicante apprezzandolo nelle sue sfumature dorate e scrutandone l’ancor delicato e presente perlage. Si apre verso sentori di tostature che accennano una leggera mineralità, sovrastata a piccoli passi da frutta secca, nocciola, pain d’épices. Sensazioni che si fanno via via più dure e che fanno venire in mente il sale e la ghiaia. La bocca te l’aspetti morbida e invece ti sorprende ancor oggi per la sua dinamicità, austera, agile e fresca. Dopo averlo deglutito, per minuti, lascia in bocca una meravigliosa scia sapida. Un grandissimo spumante forse ancora in tempo per onorare una grande occasione. Un Giulio Ferrari quasi a due facce e anche per questo, ricco e appagante in termini di longevità, il più “barocco” della serata, evolutivamente parlando. 90/100

Riserva del Fondatore 1993

A distanza di ben quattordici anni dalla sboccatura, al calice si presenta con sfumature ambrate e dorate oltre che con un lento perlage. Il naso annuisce ad una chiara “sindrome evolutiva”, segnata da iniziali sentori terrosi, di sottobosco, che richiamano a un fungo a un tartufo, poi in rapida evoluzione, miele e frutta secca, ritorni iodati che sottintendono in successione un profumo che ricorda un distillato. Impressioni confermate all’assaggio, arricchito da un’avvolgente sensazione cremosa e vagamente balsamica. Pensare che dopo una mezz’ora, il calice è pervaso da ritorni innegabilmente liquorosi, molto vicini a uno Sherry fino, evoluzione verosimilmente condizionata dai processi ossidativi. Nella sua complessità, anche per questo, giocherebbe ancor bene se degustato (quasi) in meditazione… 91/100

Riserva del Fondatore 1989

Sparring partner” della serata. Il più “anziano” ma ancora in grado di trasmettere un perché del proprio animo, tra tostature, discreta persistenza e freschezza. Ovviamente privo di particolare perlage ma comunque ennesima riprova di longevità, caratteristica anticipata al naso da profumi dolciastri, quasi mielati e in bocca da una discreta verve. In taluni casi sono tanti i fattori che possono influenzare la tenuta temporale di queste bottiglie. A lui tutto gli è permesso, tutto gli è concesso, considerando l’età, lui può! 88/100

Assai difficile dunque decretare la migliore. Da un lato, meglio così. Giulio Ferrari, un vino affascinante, appagante e suggestivo, ora e sempre.

Nota: ringrazio Giovanni Carullo per l’organizzazione della degustazione.

1 Commento.

  • Sara11 Giugno 2024

    Spettacolo!!!!!!!

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