Passione Gourmet L'Osteria dell’Orologio - Passione Gourmet

L’Osteria dell’Orologio

Ristorante
via di Torre Clementina 114, Fiumicino (RM)
Chef Marco Claroni
Recensito da Valerio De Cristofaro

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Una proposta completa e variegata.
  • La riduzione al minimo degli sprechi.

Difetti

  • Alcune disattenzioni da parte del personale più giovane.
  • L’assenza di un assaggio di macelleria di mare dal percorso degustativo.
Visitato il 02-2023

Evoluzione

La realtà di Fiumicino sta maturando, da qualche tempo a questa parte, una concreta evoluzione. La ricerca di qualità e innovazione sono ormai capisaldi di diverse realtà locali. Così, non lontano dalla cucina di Pascucci al porticciolo e da Il Tino di Lele Usai troviamo, perfettamente inserito nel contesto, L’Osteria dell’orologio. Lo Chef Marco Claroni non è certo una scoperta ma una piacevolissima conferma che, col passare del tempo, mostra una crescita personale tale da trovare la sua massima realizzazione nella valorizzazione della materia prima e nel tentativo, ottimamente centrato, di minimizzare lo spreco alimentare.

Il maiale 2.0?

L’ottimo livello raggiunto dalla sua cucina traspare sin dagli antipasti, eleganti, ma soprattutto equilibrati. Impossibile non citare la freschezza del Ceviche di ombrina, la dolcezza della triglia e del suo amico peperone, ma soprattutto l’incredibile profumo (che non risulta affatto coprente) di affumicato della Tartare di tonno. Come detto, però, la nota più piacevole è data dall’attenzione all’utilizzo quanto più esteso della materia prima. Non parliamo di protagonismi fine a ste stessi, l’obiettivo principale è sempre fornire portate interessanti e di qualità, riuscire a farlo evitando gli sprechi è una scelta che sicuramente apprezziamo e che premia per come viene implementata. Qui l’utilizzo del pesce trascende, avvicinandosi a quello dell’amico suino del quale, come ben sappiamo, non si butta via niente. In questo senso abbiamo apprezzato la Mazzancolla, cruda con una variazione di pioppini. Le zampe, fritte sono sfiziosissime con la loro salsa; la testa è servita separatamente ripiena del suo condimento. Anche il secondo sposa la stessa filosofia. La Testa di ricciola è perfetta dal punto di vista culinario, soda, insaporita dal suo fondo bruno e sgrassata da un’interessante emulsione alla mela. L’impiattamento potrebbe migliorare, ma il risultato palatale è ottimo. Molto interessante anche la proposta di Macelleria di mare, con salumi e stagionati di pesce, della quale avremmo sicuramente apprezzato un’incursione all’interno del percorso degustativo.

Ben costruita la carta dei vini con numerose etichette anche estere e con soluzioni in grado di accontentare appassionati e non. Il personale di sala è cortese e attento, ma mostra qualche piccola sbavatura dettata, probabilmente, dalla giovane età di alcuni collaboratori che la preparazione e la qualità umana del maître riesce a compensare egregiamente, garantendo un servizio senza intoppi.

IL PIATTO MIGLIORE: Testa di ricciola al forno.

La Galleria Fotografica:

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