L’Osteria dell’Orologio
Valutazione
Pregi
- Una proposta completa e variegata.
- La riduzione al minimo degli sprechi.
Difetti
- Alcune disattenzioni da parte del personale più giovane.
- L’assenza di un assaggio di macelleria di mare dal percorso degustativo.
Evoluzione
La realtà di Fiumicino sta maturando, da qualche tempo a questa parte, una concreta evoluzione. La ricerca di qualità e innovazione sono ormai capisaldi di diverse realtà locali. Così, non lontano dalla cucina di Pascucci al porticciolo e da Il Tino di Lele Usai troviamo, perfettamente inserito nel contesto, L’Osteria dell’orologio. Lo Chef Marco Claroni non è certo una scoperta ma una piacevolissima conferma che, col passare del tempo, mostra una crescita personale tale da trovare la sua massima realizzazione nella valorizzazione della materia prima e nel tentativo, ottimamente centrato, di minimizzare lo spreco alimentare.
Il maiale 2.0?
L’ottimo livello raggiunto dalla sua cucina traspare sin dagli antipasti, eleganti, ma soprattutto equilibrati. Impossibile non citare la freschezza del CevicheLa cevice è una ricetta a base di pesce o/e frutti di mare marinati nel limone, uniti ad alcune spezie come il peperoncino e il coriandolo. Preparazione tipica della gastronomia di alcuni paesi dell'America Latina che si affacciano sull'Oceano Pacifico quali: Colombia, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Messico, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Guatemala.... Leggi di ombrina, la dolcezza della triglia e del suo amico peperone, ma soprattutto l’incredibile profumo (che non risulta affatto coprente) di affumicato della Tartare
La bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di tonno. Come detto, però, la nota più piacevole è data dall’attenzione all’utilizzo quanto più esteso della materia prima. Non parliamo di protagonismi fine a ste stessi, l’obiettivo principale è sempre fornire portate interessanti e di qualità, riuscire a farlo evitando gli sprechi è una scelta che sicuramente apprezziamo e che premia per come viene implementata. Qui l’utilizzo del pesce trascende, avvicinandosi a quello dell’amico suino del quale, come ben sappiamo, non si butta via niente. In questo senso abbiamo apprezzato la Mazzancolla, cruda con una variazione di pioppini. Le zampe, fritte sono sfiziosissime con la loro salsa; la testa è servita separatamente ripiena del suo condimento. Anche il secondo sposa la stessa filosofia. La Testa di ricciola è perfetta dal punto di vista culinario, soda, insaporita dal suo fondo bruno
I fondi bruni sono preparati con ossa e carni rosse o scure arrostite al forno. I succhi ottenuti dalla tostatura in forno vengono sfumati (spesso con una componente alcolica) e fatti ridurre in casseruola fino alla densità desiderata ed ottenere così il fondo bruno.... Leggi e sgrassata da un’interessante emulsione alla mela. L’impiattamento potrebbe migliorare, ma il risultato palatale è ottimo. Molto interessante anche la proposta di Macelleria di mare, con salumi e stagionati di pesce, della quale avremmo sicuramente apprezzato un’incursione all’interno del percorso degustativo.
Ben costruita la carta dei vini con numerose etichette anche estere e con soluzioni in grado di accontentare appassionati e non. Il personale di sala è cortese e attento, ma mostra qualche piccola sbavatura dettata, probabilmente, dalla giovane età di alcuni collaboratori che la preparazione e la qualità umana del maître riesce a compensare egregiamente, garantendo un servizio senza intoppi.
IL PIATTO MIGLIORE: Testa di ricciola al forno.
La Galleria Fotografica:
La mise en place. Alice marinata, gel di lamponi e olio vegetale. Bombette di crema di scampi, Cialda di spaghetti e impepata di cozze. Antipasti crudi: un trittico speciale. Ceviche di ombrina e insalata di cocco, triglia nero di seppia e peperone piquillo, tartare di tonno affumicata, zucca, tartufo e maionese alle nocciole. Mazzancolla, cruda con variazione di pioppini, testa con il suo condimento e zampette fritte. Spaghetti del tellinaro. Un classico dell’osteria. Alghe, panura, bottarga, lupini, cuori di mare…tutto quello che la rete del tellinaro restituisce. Tortello di arzilla alla mugnaia, castagne e nocciola. Il mare d’autunno. Polpo alla griglia, variazione di carote, miso e bietolina. Ottimo nella sua semplicità. Cotoletta alla milanese di spadino. Apprezziamo l’uso di un pesce povero, adoriamo l’uso delle puntarelle e della colatura con la salsa di rucola. Baccalà in olio cottura. Salsa al cavolfiore, caviale di aringa e olio di nduja. Testa di ricciola al forno. Non sarà bella, ma diamine come balla. Ottima! Ottimo Danubio, il primo dei nostri dolci Meringa, spuma di castagna, gelato al caffè e al mascarpone. Biscotteria e tartufi da caffè. Una simpatica bolla pugliese che ci ha accompagnato a tutto pasto. Asciutta e minerale non stupisce, ma regala un palato rinfrescato e pulito pronto ad ogni boccone.