Passione Gourmet Monaja - Passione Gourmet

Monaja

di Erika Mantovan

Un omaggio alla famiglia d’adozione 

40% Fumin, 40% Petit Rouge e 20% di Vien de Nus: siamo al cospetto di un elegantissimo rosso valdostano prodotto in un piccolo clo – come direbbero i francesi – intorno ad Aosta, a Sarre, villaggio poco distante da Quart dove si trova Cave Monaja. Qui, i nomi sono consentanei alla storia.

La piccola cantina, in località Ameriqué, è gestita da Andrea Peloso. Coreano di origine, è stato adottato all’età di un anno dalla famiglia Monaja-Peloso. Ma il suo vero nome è Chul Kyu, e nella sua terra nativa, ad oggi, ci è tornato solo tre volte. Il trentanovenne Andrea inizia a muovere i suoi primi passi osservando i vigneti della vallée, da bambino partecipa alle prime vinificazioni artigianali nella piccola cantina di famiglia. Tra i profumi dei mosti fruttati e speziati, Andrea vede un’opportunità per “ripagare” – e con prestigio –  la famiglia che lo ha accolto e cresciuto. Nell’adolescenza si trasferisce ad Alba per studiare, dopo qualche anno diventa agrotecnico ed enologo. Dopo qualche esperienza in qualche azienda delle Langhe, ove assorbe e fa sua la percezione latomica dei vini piemontesi, ritorna nella sua Valle d’Aosta per iniziare a gestire i vigneti del nonno Carlo Alessandro Monaja (classe 1914), nominato Cavaliere della Repubblica, già Presidente dell’associazione degli artigiani. Un uomo di valori, un esempio per la comunità.

Osservazione, precisione e dolcezza

È il profilo di Andrea in vigna e in cantina, davanti alle sue barrique, anfore ma anche vasche d’acciaio. Chiamato dalla famiglia a gestire pochi filari (400 mq) il suo fare non è passato inosservato, in poco tempo diventa il “custode” di altri appezzamenti (30) per un totale di due ettari di vigneti dislocati in 8 comuni attorno ad Aosta. In Andrea inizia a farsi strada l’idea di recuperare e valorizzare vecchie viti nel villaggio abbandonato di Farys, una frazione del Comune di Saint-Denis, assieme a quelle “piccole vigne familiari” in via d’abbandono poiché di difficile gestione ma soprattutto antieconomiche per grandi aziende. Nel 2016 il suo progetto diventa un rendering prima di diventare concreto, nel 2018.

L’approccio in vigna è naturale, si adottano pratiche colturali delle certificazioni bio, con particolare riguardo alla sostenibilità, come l’adozione del sistema di lotta alla tignola con confusione sessuale o la scelta di non inserire nel proprio processo produttivo un sistema di raffreddamento per la stabilizzazione tartarica, facendo affidamento sulle temperature rigide dell’ambiente montano. Cave Monaja è la prima azienda valdostana che sposa i criteri del Ministero della Transizione Ecologica (MITE), il “Certificato VIVA” della sostenibilità ambientale.

Diversi i vini prodotti, Monaja 300 (40% Petit Rouge; 30% Fumin; 30% Vien de Nu; 300 bottiglie annue da vigne di ottanta anni), il Foehn (40% Fumin; 30% Petit Rouge; 30% Vien de Nus; affina 18 mesi in tonneaux e ulteriori 12 mesi in bottiglia), Stau (60% Chardonnay; 20% Muscat; 20% Traminer; vinificazione in acciaio e 12 mesi di affinamento in barrique) a cui si aggiungono due referenze della linea ‘Prêt à Porter’, vini di grande presenza fruttata, apprezzabili già in gioventù, realizzati con cultivar indigene e internazionali, frutto di una scelta rispettosa della tradizione della regione, che in passato vedeva la presenza del “blend” già in vigneto, e che ben racconta di quanto sia funzionale al vino l’unione di più cultivar, di più anime.

Selection Monaja Souvenii AOC Vallée d’Aoste Rouge 2020

Solo acciaio per questo mix di uve coltivate in terreni morenici sciolti ed esposti a sud, raccolte in un singolo clos vicino a Casa e di proprietà da sempre della famiglia Monaja, da cui il nome. Una vino per espriemere rispetto, e senso di appartenenza alla Valle d’Aosta nonché in ricordo a chi gestiva la storica vigna. La precisione e la pacatezza di Andrea si respirano nella nitidezza dei profumi e nella scansione dei sapori al palato. Il gusto è raffinato, commendevole per la sua viscosità da un lato, e nitidezza e piacevolezza vellutata dall’altra. Già presente in qualche carta di prestigiosi ristoranti stellati in Italia come Mudec, LAQUA, Cracco, Petit Royal.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *