Complesso e aristocratico Pignolo
Anche se legato in maniera indissolubile al Friuli, del Pignolo non si conosce con esattezza l’epoca della sua prima comparsa. Probabilmente fu nel Seicento, anche se le prime notizie si spingono fin al XIV secolo, mentre è certo che il suo luogo di nascita siano le colline in provincia di Udine dove la storia riporta la presenza delle viti di Pignolo presso l’Abbazia di Rosazzo dove, dalla fine del ‘700, viene citato come “vino nero eccellente” su diversi testi. Fu riscoperto negli anni Ottanta dopo il ritrovamento di alcuni antichi ceppi nelle vigne dell’Abbazia di Rosazzo, dove era presente un intero filare ormai quasi centenario, miracolosamente scampato all’attacco della fillossera.
Il nome trae origine dalla particolare conformazione del grappolo, serrato e compatto, tale da ricordare la forma cilindrica della “pigna”, con gli acini molto vicini, la buccia spessa, coriacea e molto pruinosa, di colore nero-blu intenso. Si tratta di una varietà a maturazione tardiva – di solito intorno alla metà di ottobre – presente e prosperante, nei vecchi impianti, ancora a piede franco, sul suolo di marne e arenarie che si sviluppa intorno ai paesi di Prepotto, Albana, Rosazzo e Premariacco. I terreni sono minerali, a base di marne e favoriscono mineralità e finezza nei vini, anche grazie ad una buona escursione termica.
Il tempo come alleato
E sebbene ciò sia vero per il vino in generale, non bisogna avere fretta col Pignolo che necessita, appunto, di tanto tempo per essere pronto e, sebbene vanti personalità travolgente in gioventù, col tempo esso modifica il suo temperamento ribelle e spigoloso – è dotato di robusta alcolicità, buona acidità e di una trama tannica fitta e decisa – trasformandosi in un vino maestoso, fatto per le grandi occasioni complice un fascino terziario e speziato unico nel suo genere.
L’acidità, soprattutto, è il segreto della sua longevità. È per questo che la vendemmia avviene nella seconda metà di ottobre, in modo da permettere agli zuccheri di raggiungere una buona maturazione polifenolica. Pochi altri vitigni possono permettersi di spaziare fra note fruttate di frutti rossi e neri sotto spirito a note di spezie, caffè, radici, fumo, tabacco, radici, liquirizia, humus, fungo e accenti mentolati. Caldo, ricco e intenso sul palato, il tannino, finissimo e tagliente, regala profondità e stile.
Eppure per realizzarlo ci vogliono attenzione, cura e passione; tutto diventa difficile quando si parla di Pignolo, tanto che per alcuni produttori è diventata una sfida che va ben oltre la valorizzazione dell’autenticità e delle origini di questo vitigno. Non è, infatti, un vitigno produttivo: i profitti che se ne ricavano non bastano a tenere in piedi una cantina, ma la soddisfazione spesso supera le aspettative, come si evince dalla degustazione qui di seguito.
Colli Orientali del Friuli Pignolo 2018 di Colutta
Dal comune di Buttrio, le uve sono leggermente surmaturate in piante, affina in piccole botti di rovere. Esprime all’olfatto note intense di frutta sotto spirito, cliegia, lampone, note di spezie, pepe, caffè, radici, tocco mentolato. Ricco, denso, carnoso, corposo. Tannino intenso, fa sentire la sua presenza, mascolino ma ben integrato. Buono l’allungo e la persistenza. 91
Friuli Isonzo Pignol Arbis Ros 2016 di Borgo San Daniele
12 mesi di affinamrnto in carati di rovere e 6 in bottiglia. Presnta un olfatto dai profumi precisi e finissimi. Intense le note di frutta sotto spirito marasca, mora. Seguono note di fumo, tabacco, radici, liquirizia, humus. Caldo, ricco e intenso sul palato, tannino finissimo che Friuli Isonzo Pignolo Arbis Ros 2016 di Borgo San Danieleegala profondità e stile. Finale con grande slancio e profondità. Un vino che si farà ricordare. 92
Friuli Colli Orientali Pignolo 2015 di Canus
Naso complesso e profondo. Note di marasca, prugna, more, floreale, speziato, felce, humus, sottobosco, fungo. Caldo, cremoso, ricco, tannino ancora presente, austero, ma ben integrato. Vino di buon spessore e profondità. 89
Friuli Isonzo Pignolo Quantum 2013 di Sant’Elena
Nasce su terreni alluvionali, ciottolosi, magri. Olfatto dalle sensazioni scure e profonde, more di gelso, prugna, marasca, seguono cuoio, spezie, caffè, tabacco dolce. Assaggio che mostra una materia calda e complessa, un tannino ricco e intenso, tutto senza eccedere, giocato sull’equilibrio. 89
Friuli Colli Orientali Pignolo 2012 di Comelli
Vigneto sito nella frazione di Colloredo di Soffumbergo (Faedis) messo a dimora su rocce marnose-arenacee di origine eocenica, dopo la svinatura il vino riposa in botticelle di rovere francese per un periodo di circa 36 mesi. Sviluppa un aroma complesso, da scoprire un po’ per volta: inizia con sentori di frutta rossa, prugne, mora, floreale di viola, violetta, fava di cacao, caffè, cuoio, vaniglia (esito dell’affinamento in legno). Il sorso è di grande fascino per compattezza, pienezza, potenza. Lunghissima la chiusura, col tannino che si fa ancora sentire. 90
Friuli Colli Orientali Pignolo 2008 di Cantarutti Alfieri
Energico l’olfatto, gioca su note di prugne e amareneLe amarene sono i frutti del ciliegio aspro (Prunus cerasus), dalla quale derivano anche le visciole (varietà meno diffusa). Dai frutti di colore rosso chiaro, dal sapore amarognolo e leggermente acido, le amarene vengono consumate come tali, sotto forma di gelato, sciroppate o nel liquore portoghese ginjinha.... Leggi surmature, sottobosco, humus, felce, fungo, sfumature balsamiche, richiami ferrosi ed ematici.Assaggio pieno di volume, complessità e densità. Tannini fitti ma dalla grana finissima. Allungo finale fresco e sapido. Vino di grande stoffa. 91