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Il Rosè de Saignée di Janisson Baradon…

Vino
Recensito da Laura Bonato

…e “Un sapore di ruggine e ossa

Capita, talvolta, che degustando un vino la testa voli, atterrando in qualche pellicola, quasi un viaggio polisensoriale senza pagare il biglietto. Con il Rosè de Saignée di Janisson Baradon il volo è stato immediato: bevo, cala il buio, ed in un attimo va in scena “Un sapore di ruggine e ossa” di Jacques Audiard.

Mi piaceva essere guardata. Mi piaceva sapere che li seducevo. Ma poi tutto questo mi annoiava”. E non so più se a parlare sia Marion Cotillard o il mio Riedel traboccante. Sorseggio lentamente mentre va a fuoco un melodramma che parla di tenerezza, disperato romanticismo, ma anche di rabbia e disincanto. Il regista, in questo caso, è Cyril Janisson, che gestisce 9 ettari di vigneti, 8 dei quali collocati sulle colline intorno ad Epernay

Si tratta di un Rosè de Saignée prodotto con sole uve Pinot Noir provenienti da un’unica parcella, “La Croisette”.  Siamo nella Valle della Marna e quel nome, “La Croisette”, replica quello della ben più famosa Promenade di Cannes, timbrando in maniera indelebile la trama di questo champagne: il colore è pieno e nitido, un rosa salmone quasi saturato come i tramonti sul litorale osservati dalla barca; il perlage è vivace, sa di brezza estiva e mare increspato.

La retroetichetta racconta di uno champagne d’autore, figlio delle mani sapienti di due fratelli, quinta generazione di vigneron, che coltivano i vigneti senza l’uso di diserbanti e insetticidi. La naturalità, rivendicata del prodotto si percepisce fin dal primo assaggio che sprigiona, con brutalità, note di agrume e frutta rossa, per poi evolvere, una volta scaldatosi, in derive ematiche e animalesche.

Come nel cinema di Jacques Audiard, tuttavia, c’è qualcosa di incompleto e sospeso in questo calice, l’ingresso fresco e le tinte delicate vengono presto contaminate da frequenti squarci selvaggi, sporchi. Una bevuta provocatoria che potrebbe allinearsi alla pellicola, ballando sulla linea di demarcazione tra commedia e orrore, in un paso-doble a ritmo di freschezza e ossidazione.

Se vuoi andare avanti, dobbiamo fare le cose per bene: è di gentilezza che sto parlando.”

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