Passione Gourmet Pierre Trattoria Sartoriale - Passione Gourmet

Pierre Trattoria Sartoriale

Ristorante
viale dei Mille 1 C, Treviso
Chef Luca Tartaglia
Recensito da Davide Scapin Giordani

Valutazione

16/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Tecnica e personalità del cuoco.
  • Servizio al contempo preciso e alla mano.
  • Prezzi abbordabili sia dei menu degustazione sia della carta.

Difetti

  • Rapporto tra intensità dei sapori e porzioni servite nel menu da 10 portate non sempre a punto.
  • Alcuni dettagli estetici della sala migliorabili.
Visitato il 11-2021

Semplicità e cura del dettaglio

Due ragazzi giovani, preparati e concreti sfidano Treviso. Proprio di sfida si tratta, perché se è vero che non c’è concorrenza nel settore fine dining, è altrettanto chiaro che la città non ha mai accettato cucine particolarmente spinte sotto il profilo tecnico e creativo, con l’unica eccezione di Undicesimo Vineria, capace però di attrarre in poco tempo il popolo dei gastronomi-viaggianti, senza i quali avrebbe vissuto una parabola probabilmente più breve.

Luca Tartaglia e Nicolò De Pol hanno ben chiaro che per conquistare i clienti locali devono proporre una cucina semplice. Curata in ogni dettaglio, ma semplice. Basta scorrere la carta per capire che si sono immedesimati perfettamente nel ruolo: si passa dai bigoli di Bassano con busara di scampi al risotto zucca e parmigiano, al trancio di pescato del giorno con verdure di stagione. Il tutto a prezzi assolutamente abbordabili. Ma quando Luca, anche se da solo ai fornelli, decide di premere sull’acceleratore, questo piccolo bistrot dall’atmosfera informale diventa teatro di una cucina di caratura superiore.

Rassicurante, ma anche un po’ osé

Si rompe il ghiaccio con due piatti che dimostrano fantasia ed eleganza nella scelta degli accostamenti: il consommè di topinambur con vongole, limone, olive e origano e l’inebriante saor di rose e spezie. Se gli spaghetti gamberi, cocco e limone nero sembrano rompere il ritmo del menu per la concentrazione spiazzante della salsa, si torna subito su un registro di finezza ed equilibrio con il risotto zucca, nocciola, pera, aglio nero e tartufo bianco.

Ancora un piatto dal peso specifico cospicuo come la salsiccia di tonno con crema di patata dolce, salsa di miele di castagno, arancio e senape in grani, per poi andare a toccare l’intoccabile con un omaggio al periodo di formazione vissuto dal cuoco a Parigi: la “Lièvre à la Royale”. Preparata comme il faut, è resa unica da una crema di radice di prezzemolo, frutta e spezie che all’occhio richiama le “murrine” di Murano. Un piatto di passaggio tra dolce e salato perfettamente centrato, i fegatini di pollo con corniole e gruè di cacao, e il pre-dessert, cocomero disidratato con caprino e caviale di aringa, sono gli ultimi lampi di luce prima di un Montebianco goloso, ma più adatto a chiudere un pranzo à la carte che un menu con un tasso di originalità così elevato.

Nicolò, in sala, riveste un ruolo fondamentale. Oltre a gestire da solo il servizio e la piccola ma ben assortita cantina, sa fare da trait d’union tra il talento del socio e le diverse esigenze dei clienti. Ecco spiegato, dunque, il nome “Trattoria Sartoriale”: un locale camaleontico, capace di cambiare faccia per accontentare chi cerca rassicurazioni e comfort come chi arriva con grandi aspettative gastronomiche.

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