Un ambasciatore di longevità
Quando si parla di Pauillac c’è un fatto ineludibile che ospita il motivo della loro magna longevità, le parcelle situate in terreni alluvionali e sabbiosi, quelle con un sottosuolo più impermeabile per intenderci, non sono all’interno dell’Appellation. Al contrario, sono i suoli poveri, con affioramenti ghiaiosi e argilla ad essere considerati come predestinati, riuscendo a consegnare vini profondi, e immensamente eleganti. L’acqua piovana è drenata. Il suolo non è mai madido. Tra l’estuario della Gironda e l’Oceano Atlantico, il microclima vede l’aria in continuo movimento. E, manco a dirlo, la maturazione fenolica è raggiunta. C’è una concentrazione e un’eleganza che potremmo definire come “solida”, un terroir eccezionale, le viti resistono agli inverni più rigidi e alle estati eccessivamente calde.
E, fino a qui, è tutto stupendo. Ma la verità dei racconti diventa materiale quando si riesce ad assaggiare questo credo imprigionato in una bottiglia che, una volta aperta, esplode.
Château Pichon-Longueville Comtesse de Lalande 1997
Già classificato come 2° Cru Classé nel 1855, il vino si erge sulla sua stessa struttura, facendo della sua classificazione un vanto. Un rispetto. Si apre da subito, è così aperto che dopo pochissimi minuti è un’emozione pronta a esplodere da tempo, ma che riesce a mantenere una sua compostezza, un contegno nobile fatto di aromi vegetali, e mai terziari. Splendidamente ritmati da una sensazione ancora più fruttata e densa. Il tannino è ancora abbracciante. Non si contiene, poi, l’energia è come fosse infatuata dai suoi stessi echi più marini, sempre decisi, sfumati poi in sensazioni tra il laccato e l’umami. E poi arriva quel momento di contatto con i tannini gallici a ricordaci come le aspettative circa la longevità siano state ampiamente rispettate. E quanto sia stato ingiusto aprire la bottiglia. Il vino meritava di stare in vetro ancora per raggiungere il suo apogeo gustativo. Ma si è lasciato amare così tanto irresponsabilmente che il ricordo è, e resterà, tra quelli epocali. Per dovere di cronaca, precisiamo che il vino è composto per il 45% da Cabernet Sauvignon, 35% Merlot, 8% Petit Verdot e 12% Cabernet Franc. E, appreso l’uvaggio, ecco spiegate longevità e morbidezza, ma sopratutto la definizione tannica. Vino che si conferma essere in grado di raccontarsi con verve anche dopo trent’anni.
Pichon Longueville e Comtesse de Lalande, un storia di famiglia
Forse non tutti sanno che l’azienda, fondata nel 1689 da Pierre de Mazure de Rauzan, diventa di proprietà della Famiglia Longueville solo nel 1694, grazie al matrimonio di Thérèse de Mazure de Rauzan e il Baron Jacques de Pichon Longueville, il primo presidente del parlamento di Bordeaux. Inizia così la storia di uno dei più celebri vigneti del Bordeaux. Uno dei pochi Château ad essere rimasto nelle mani di uno stesso proprietario per oltre 250 anni, nel 1779, quando il Barone Joseph de Pichon Longueville rilevò la tenuta, aveva appena 19 anni, e a quell’età non sapeva di certo che avrebbe vissuto il passaggio di tre rivoluzioni, cinque Re, due Repubbliche e un impero. Per resistere bisognava eccellere. Gli sforzi saranno premiati: nel 1855 Napoleone III richiese una classificazione dei migliori vigneti, Pichon Longueville è Deuxième Grand cru Classé. Nel 1850 la proprietà viene divisa tra i cinque figli.
Virginie de Pichon Longueville, Contessa di Lalande.
E saranno le tre sorelle a fare squadra: uniscono le proprie eredità per condurre la cantina, fatto piuttosto insolito anche per l’epoca. Sarà la più giovane delle sorelle, Virginie de Pichon Longueville, Contessa di Lalande a dedicarsi maggiormente alla tenuta, oltre a promuovere i vini ci mette la faccia, Château Pichon diventa quello che conosciamo oggi: Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande.
Per dare ancora più lustro alla sua attività, nel 1850 incarica l’architetto di Bordeaux Duphot di costruire una residenza che si ispirasse nientemeno che all’Hôtel de Lalande a Bordeaux, luogo dell’infanzia del marito. Senza eredi, lo Château viene tramandato dalle zie alle nipoti.
Dai conflitti ai giorni nostri, per una maggiore conoscenza e complessità dei vini
Nel 1920, a causa della prima guerra mondiale e, con lei, la conseguente depauperazione di molti vigneti nel Medoc, i terroir vengono messi all’asta. E, sebbene le condizioni economiche non fossero favorevoli, Edouard e Louis Miailhe, discendenti di un’antica famiglia di proprietari terrieri e commercianti di vino bordolesi, nel 1925 entrarono in possesso dello Château. Alla figlia di Edouard, May Eliane de Lencquesaing, va il merito di essere stata una delle più attive amatrici non solo della tenuta ma del Bordeaux tutto. Viaggi, cerimonie, banchetti. Feste. I Pichon Longueville Comtesse de Lalande non mancavano mai. May, La Générale – così soprannominata per la carriera militare del marito – riesce a far crescere vertiginosamente la qualità dei vini. Nel mondo si parla di Pichon. Fioccano riconoscimenti dalla critica mondiale.
I terroirs.
Nel gennaio 2007, la Maison Louis Roederer diventa il nuovo proprietario, dopo soli due anni applica tutte quelle scelte già attuate nel resto delle tenute: inizia uno studio dei vitigni, portainnesto e suoli atto a un programma di reimpianto dei vigneti. Sono sessanta le parcelle mappate e reimpiantate con viti adatte alle specifiche del terroir mediante la “selezione massale”. Il rispetto per l’ambiente si traduce in un approccio sempre più “ecologicamente responsabile”: si abbandona l’uso di diserbanti, si cambiano i sistemi di potatura per favorire l’aumento produttivo delle piante. Dal 2013 si seguono le pratiche biodinamiche, ogni anno si convertono almeno tre vigneti. Oggi, oltre un terzo del parco vitato di 90 ettari, di cui 11 nel comune di Saint-Julien, è in biodinamica.
La nuova cantina.
La cantina ha subito un’importante opera di ricostruzione, basata su un know-how tanto ancestrale, come la caduta delle uve per gravità, quanto moderno, visibile negli 85 tini troncoconici in acciaio inossidabile che consentono vinificazioni parcellari, estrazioni delicate e precise. La personalità di Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande diventa dunque più complessa, stratificata, per vini più carichi di souplesse e armonia, senza peccare di profondità e raffinatezza. Una nuova era è iniziata.
Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande è distribuito, in Italia, da Sagna.
Il racconto delizioso di un vino leggendario