Mishiguene

Mishiguene

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
Una cucina autoriale e personalissima che interpreta ricette storiche.
Un locale interessante anche per il post cena grazie alla ricerca sulla mixology.
DIFETTI
L’illuminazione del locale in alcuni punti troppo bassa.
Lo spazio un po’ angusto tra i tavoli.

La molteplice unicità dal gusto ebraico

Vivere gastronomicamente una città come Buenos Aires significa incontrare una moltitudine di sapori, usi e tradizioni che ogni popolo ha apportato nel corso delle sue diverse ondate migratorie. Siamo stati da Mishiguene, che nel suo sottotitolo di presentazione, a vanto, scrive “Cocina de immigrantes”.

Il nome stesso mishiguene, nell’antica lingua Yiddish, rimanda al termine “pazzo” ed “estroso”. Estrosa e creativa come anche la gastronomia ebraica che ha saputo interpretare nelle sue peripezie storiche, spunti e idee da ogni territorio in cui si è trovata a vivere e, di fatto, accogliere nel suo emisfero sugosi borscht, croccanti e succulenti agnelli marocchini arrostiti alla brace, carciofi alla giudia e speziati pastrami.

Lo chef Tomàs Kalika, israeliano con oltre 20 anni di esperienza in giro per la cucine di tutto il mondo, attraverso i suoi piatti sembra tracciare una linea fra le molteplici e felici contaminazioni gastronomiche. Il babaganoush con crema di mandorle e coulis di pomodoro mostra un’elegantissima mano sull’affumicatura della melanzana, tanto quanto nel fresco bilanciamento della freschezza tra pomodoro e dolcezza della mandorla. Tra i vari knock out messi a segno da Kalica nel corso del percorso proposto troviamo la tartare di ricciola, grano, pesto di erbe, succo di basilico, sedano, coriandolo, aneto e labneh: formaggio ottenuto dalla lavorazione dello yogurt. Un piatto vibrante nelle sue corde per acidità e astringenza erbacea, fino a sfociare nell’opulenza della pita fritta in accompagnamento. Sul fronte delle carni, difficile individuare la migliore: tra un pastrami fondente, i varénikes, ravioli prodromici di patate e pelle di pollo, oppure ancora il maestoso cavolfiore arrostito intero al forno accompagnato (quasi sommerso) da un ricco fondo di agnello e labneh. Scelta davvero ardua.

Ciò che conta, però, è che quello che sgorga dai piatti di Mishiguene è un continuo flusso emozionale di ricordi e sapori variegati carichi di una contaminata tradizione che della sua molteplice varietà ne fa la sua caratteristica unica e peculiare.

La galleria fotografica:

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Giacomo Bullo

Prima come cuoco, annoverando esperienze nel campo gastronomico fino al foraging nostrano, oggi come narratore amante del buon cibo in tutte le sue forme ed espressioni. E’ convinto sostenitore dell’esistenza, in qualche dizionario sconosciuto, della gastrofilia: nei suoi racconti, il tentativo di definirla. Let’s do it!

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
Una cucina autoriale e personalissima che interpreta ricette storiche.
Un locale interessante anche per il post cena grazie alla ricerca sulla mixology.
DIFETTI
L’illuminazione del locale in alcuni punti troppo bassa.
Lo spazio un po’ angusto tra i tavoli.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione 50€

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COSA DICEVAMO

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