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The Quarantine’s Club – Gimlet

di Alessandro Pellegri

Gimlet

Nuova settimana, nuovo appuntamento con il Quarantine’s Club. Quello di oggi vogliamo dedicarlo a un cocktail non straordinariamente conosciuto e diffuso, ma senza alcun dubbio piacevole e versatile, soprattutto con l’avvicinarsi alla stagione calda: il Gimlet.

Parente stretto del Gin&Tonic, per almeno tre buoni motivi: è un cocktail molto semplice da replicare a casa, è a base gin, ma soprattutto nasce, così come il Gin&Tonic, con intenti medicamentosi.

Si narra infatti che il Gimlet veda la luce alla fine dell’800 e debba le sue origini -e il suo nome- a un ammiraglio medico della marina inglese, Sir Thomas Desmond Gimlette, e alla sua necessità di far assumere ai propri marinai il lime, per scongiurare la carenza di vitamina C e il conseguente scorbuto. La sua brillante idea fu quella di mescolare il lime al gin, in modo da renderne gradevole o, meglio, piacevole l’assunzione.

Ai tempi, proprio perché la finalità prima era l’assunzione del lime, il rapporto della miscelazione era un estremo 1:1, tanto gin quanto lime. Ma visto che, in era moderna, l’assunzione è legata a soli motivi di piacere, si è di netto ridotta la componente di lime lavorando in direzione dell’equilibrio e del bilanciamento. La versione IBA (il Gimlet fu incluso in tale lista solamente nell’edizione 1986) prevedeva 7/10 di Gin o Vodka e 3/10 di Cordiale al Lime.

Non esiste quindi al giorno d’oggi una ricetta codificata, ma più delle linee guida, per cui saranno ugualmente ammessi rapporti 1:2, 1:3 o finanche 1 a 4; è concesso l’utilizzo di succo di lime fresco, ma anche del Rose’s Cordial Lime.

Insomma, come spesso accade, è questione di gusti.

Per il nostro Gimlet abbiamo utilizzato un benchmark tra gli appassionati, ovvero Tanqueray N°Ten, un gin dritto, secco e dalle botaniche classiche di agrume, pompelmo, coriandolo, mixato in rapporto 1:3 con del succo di lime fresco (45 ml di gin e 15 ml di lime).

Qualora vogliate un drink più morbido e gradevole, ma non abbiate modo o voglia di reperire il Cordiale al lime, per smussare la dirompenza del lime potete aggiungere al cocktail, senza far inorridire nessuno, 10 ml di sciroppo di zucchero (la prossima settimana vedremo come realizzarlo a casa).

Per questo drink è necessario lo shaker: se non lo avete a casa le strade sono due, o comprarlo su Amazon o aguzzare l’ingegno.

Spazio dunque a soluzioni casalinghe quali barattoli in vetro per le conserve, borracce, thermos: va bene un qualsiasi contenitore grande almeno 500/600 ml che abbia un’imboccatura sufficientemente ampia da permettere l’ingresso dei cubetti di ghiaccio, ma soprattutto una chiusura ermetica.

Idem per il dosaggio delle parti, qualora non disponiate di uno jigger graduato potete provare ad utilizzare un dosatore dello sciroppo, una siringa o qualsiasi cosa vi permetta di misurare a passi di 5 ml.

Qualora proprio non abbiate nulla, considerate che una tazzina di caffè è, in media, da 50/55 ml.

Riempite a metà lo shaker con del ghiaccio appena estratto dal freezer, inserite 45 ml di gin, 15 ml di succo di lime spremuto fresco e filtrato con un colino (salvate dalla parte centrale del frutto, prima di spremerlo, una fetta spessa 5/6 mm) e, a piacere, sciroppo di zucchero. Chiudete lo shaker e shakerate vigorosamente per dieci secondi. Servite filtrando in coppa Martini o coppetta classica, possibilmente anch’essa ben fredda da freezer. Decorate il bicchiere con la fettina di lime tagliate in precedenza.

Il Gimlet è un cocktail che, visto il suo nerbo acido e la sua relativa poca complessità, si presta bene sia come aperitivo  sia come after dinner (magari con più lime, ad effetto digestivo).

Azzardando un poco -ma nemmeno troppo- potrebbe sorprendervi in pairing durante il pasto.

Provate e raccontateci il vostro abbinamento perfetto!

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