Passione Gourmet The Quarantine's Club - Gin & Tonic - Passione Gourmet

The Quarantine’s Club – Gin & Tonic

di Alessandro Pellegri

“Il tempo è ciò che facciamo di esso”

In questo periodo, come non mai, ci permettiamo di aggiungere. Chi per un motivo chi per un altro, ognuno è costretto a ridisegnare la propria organizzazione tanto degli spazi quanto dei tempi. Ci si ingegna al massimo per fare in modo che sia un tempo di qualità e anche noi, nel nostro piccolo, ma buono, vogliamo contribuire a dare il nostro apporto, mettendo a disposizione del nostro affezionato pubblico le nostre passioni, i nostri amati hobby, il nostro spirito critico, quanto più verticale possibile.

Abbiamo scritto spirito e verticale: spirito perché con simpatia rivolgeremo in questa rubrica l’attenzione agli “spirits”, e come questi si declinano e possono prendere vita in assoluto e anche in relativo attraverso sapienti e semplici miscelazioni. Verticale perché a noi piacer essere critici, nel senso più nobile del termine, e scendere in profondità con le analisi, non fare i generalisti. Racconteremo a nostro modo, ovvero quello che già conoscete, la mixology che si può creare a casa, ad arte, con poche attenzioni, anche con l’ausilio di esperti bartender e qualche distillato, per conoscerlo più in profondità.

Ci teniamo però a dirlo forte e chiaro: la mixology casalinga non sostituisce il nostro cocktail bar preferito, né la sua qualità, né tantomeno la sua atmosfera. Chiamiamola miscelazione feriale, quella dei giorni di lavoro. Quella festiva ritornerà, e più di prima, saremo ancora più contenti e, speriamo, ancora più consapevoli nel degustare il nostro drink preferito. È una quarantena questa, imposta o volontaria che sia, la rispettiamo e sta a noi renderla il più leggera e piacevole possibile.

Alessandro Pellegri e Luca Turner

Gin & Tonic

Inauguriamo questa nuova rubrica, non a caso, con il re dei cocktail casalinghi: il Gin & Tonic.

Il Gin & Tonic (attenzione “Gin-and-tonic”, e non “Gin-tonic”) è, come lo stesso nome suggerisce, Gin ed Acqua Tonica, ghiaccio e qualche “accessorio”. Ma nonostante la sua estrema semplicità, è doveroso tenere a mente alcune accortezze.

In primis, il ghiaccio. Quante volte avete detto o sentito dire “…ah, questo drink è tutto ghiaccio, mi hanno fregato?
In realtà, la quantità di ghiaccio nei cocktail on the rocks (rocks uguale ghiaccio) è fondamentale: più ce n’è, prima il drink si raffredderà e meno si annacquerà, in quanto il raffreddamento operato dal ghiaccio alla bevanda sarà più veloce. Una volta che la bevanda è in temperatura, il ghiaccio si scioglierà meno in fretta.

Che sia in cubetti oppure in un pezzo unico è irrilevante (alcune differenze in realtà ci sono, ma non è il caso di scendere così in dettaglio) quel che conta è il volume di ghiaccio inserito nella bevanda, pertanto la scelta è soggettiva. L’unica accortezza che ci sentiamo di consigliare è di realizzare il ghiaccio non con acqua di rubinetto, ma con acqua oligominerale a basso residuo fisso.

Noi per praticità realizziamo il ghiaccio per il Gin & Tonic in bicchieri di plastica da 20cl, in modo da avere un unico blocco, la soluzione preferibile per il mantenimento della temperatura. Ma soprattutto, abbiate cura di estrarre dal freezer il ghiaccio qualche secondo prima dell’utilizzo: ciò garantirà la massima resa di raffreddamento (e quindi la minima diluizione).

Quanto al bicchiere, anche in questo caso spazio a quel che avete a disposizione: un baloon da vino rosso, come potete vedere qui sopra, è quanto l’ultima moda della mixology suggerisce, in quanto ampio (e scenografico) a sufficienza per contenere il drink e una gran quantità di ghiaccio. In realtà, trattandosi di un (quasi) long drink fresco e dissetante, anche un tumbler alto va più che bene. Insomma, usate quel che vi fa più comodo, senza farvi problemi, purché sia sufficientemente ampio.

Veniamo agli ingredienti. Per nostra fortuna – soprattutto in questo periodo – anche la GDO si è accorta di quanto il trend della mixology fosse in ascesa. Se fino a qualche anno fa “acqua tonica” al supermercato fosse un sinonimo di Schweppes-in-bottiglia-da-litro, ora è possibile averne una buona scelta in ogni punto vendita sufficientemente grande. Lo stesso vale per i distillati, in questo caso particolare per il gin: la GDO offre spunti a sufficienza per divertirvi.

Non ci sentiamo di consigliarvi un gin o un’acqua tonica in particolare. Il mercato ne è pieno, aguzzate la vista, leggete e preferite in rapporto al prezzo ciò che più vi aggrada. Sbizzarritevi con l’aromaticità del gin, e in tal caso vi consigliamo di utilizzare una tonica dal profilo più neutro, oppure al contrario utilizzare un gin dal naso più composto, e quindi divertirvi con qualche tonica aromatizzata.

La parola d’ordine, mai come in questo caso, è “provare”: fate tentativi, e per gradi troverete ciò che è più nelle vostre corde.

Un consiglio che ci sentiamo di darvi, almeno all’inizio, è di evitare di tentare la strada di improbabili decori e aromatizzazioni al cetriolo/rosmarino/tè/pepe/origano e piantine varie, perlomeno fino a che non avrete ben individuato cosa più vi piace, sia come gin sia come tonica. Diversamente, il rischio di perdere la bussola è alquanto elevato: difficilmente creerete un drink sgradevole, ma è meglio mantenere le briglie salde.

Fondamentale, il rapporto tra Gin e Acqua tonica. Non esiste una regola scritta, ma molto dipende dalla situazione e dal momento della giornata in cui preparate il cocktail. Per un aperitivo o per un drink rinfrescante in terrazza, potere comodamente tenere un rapporto di 1 a 4 (1 parte di Gin e 4 di Tonica) o spingervi fino a 1 a 5 per un drink poco alcolico e beverino. Se invece, come noi, apprezzate che la componente del Gin sia ben presente (d’altronde, non si chiama Tonic & Gin…) potete arrivare a tenere un rapporto di 1 a 3 senza rischiare eccessi alcolici.

Quindi ora, mano al calice, al gin, alla tonica e al bicchiere, ci siamo:

In questa occasione vogliamo prepararci un cocktail sufficientemente alcolico ma comunque molto fresco e piacevole, dalle marcate e ricorrenti note di agrume. Abbiamo quindi scelto un Tanqueray Flor de Sevilla (22.99€ da Esselunga), caratterizzato appunto dalle botaniche agrumate, e una Tonica Fentimans Indian Tonic (2.19€ sempre da Esselunga), dal profilo fresco e neutro. Inoltre, ha una caratteristica squisitamente pratica: la bottiglia da 275 ml permette di realizzare 2 Gin & Tonic, ognuno con 45 ml di gin (un jigger pieno, o una tazzina da caffè scarsa), mantenendo l’esatto rapporto di 1:3.

Inserite in primis il ghiaccio nel bicchiere, poi il gin e, infine, la quantità di tonica desiderata, che dovrà essere ben fredda per scongiurare al massimo la sopracitata diluizione. Mescolate il tutto con un bar spoon o con il manico di un cucchiaio da cucina.

In questo caso, per ampliare le note di agrume e spingerle verso il citrico, abbiamo aggiunto al cocktail un’ampia scorza di profumatissimo limone femminello. Ci raccomandiamo di utilizzarne una varietà di buona qualità e che lo stesso sia – è chiaramente specificato – non trattato. Nel dubbio evitate, sarebbe un peccato vanificare un ottimo gin o un’ottima tonica: mai come in questo caso, poi, con un drink composto da due ingredienti, “less is more”.

Ora, non vi resta che provare, ma soprattutto farci sapere come sono andati i vostri esperimenti con i nostri consigli!

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