I Portici

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

15/20

PREGI
Piatti zelanti, accurati.
L’atmosfera del caffè chantant.
DIFETTI
Di non sempre facile codifica la sintassi del piatto.

La Campania tiene saldo il timone dell’insegna più ambiziosa della città

Dal 31 dicembre del 1899, quando fu inaugurato, fino al 1923, col suo caffè chantant, i soffitti altissimi e il piano nobile adibito a sala gioco e fumoir, il teatro Eden fu il locale più popolare della città. Oggi, esattamente un secolo dopo, la vivacità dei roaring Twenties si ritrova nel gusto di Emanuele Petrosino che, dopo soli 10 mesi dal suo insediamento, è già Giovane Chef dell’anno per la Guida Michelin.

Premesse più che incoraggianti che non esitano a diventare fattive in piatti minuziosi come La Marchigiana, omaggio al pregiato bovino dalla carne tenera impreziosita da felici riccioli d’oro e maionese, accompagnata da una giardiniera composta alla maniera di Arcimboldo. Caratteriale poi la Triglia alla puttanesca, forse solo un poco asciutta ma ancora croccante e col sugoso tagliolino che, servito a parte, rappresenta una citazione, o un omaggio, all’alta cucina francese.

Cremoso il Risotto alla zucca, ricci, alghe e lime di cui la scelta, encomiabile, di non utilizzare il Carnaroli rappresenta un esercizio di stile, soprattutto in termini di cottura: perfetta; impeccabile l’esercizio di mediterraneità dello Spaghetto ai cinque Pomodori che, omaggiando il maestro Nino Di Costanzo sviluppa ben 14 cotture e variazioni di pomodoro articolando un piatto solo apparentemente semplice, di una dolcezza verace e calda di sole. Troppo morbida la percezione lattico-leguminosa del Tortello di Parmigiano 36 mesi, mentre al Piccione e astice con radicchio e provola si contesta solo la giustapposizione, un poco pretestuosa, dell’astice slegato invero dal resto della composizione. 

Da mettere più a fuoco il reparto pasticceria: provvidenziale nella freschezza l’aria di melone bianco e brunoise di frutta fresca; molto istituzionale, invece, la millefoglie. Ottima, infine, la piccola pasticceria. 

La galleria fotografica:

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Leila Salimbeni

In famiglia si ritiene che abbia ereditato il palato del nonno Adorno, col quale ha imparato ad amare il vino e a fare colazione con pane, burro e pasta d'acciughe. Perfino le sue prime parole furono parole di gusto: precisamente, il rifiuto di mangiare i biscotti inzuppati nel latte, di cui detestava la consistenza. Una presa di posizione sul mondo, commestibile e non, che dopo una laurea in linguistica la porta a Bologna dove, con una tesi specialistica, decide di applicare la Semiotica Strutturalista alla cucina di Massimo Bottura. Correva l'anno 2010: da allora, non ha mai smesso di scriverne.

1 Comments

  1. maria sardella ha detto:

    Non ho mai provato il ristorante. Foto calligrafiche, ma non incoraggiano a sedersi al tavolo: la triglia sembra affiorare da un palude melmosa e i tre tortellini solitari sono tristi da morire. Le mille bolle (del nulla) dovunque. Restituiamo il senso al cibo.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

15/20

PREGI
Piatti zelanti, accurati.
L’atmosfera del caffè chantant.
DIFETTI
Di non sempre facile codifica la sintassi del piatto.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione: 85€, 92€, 112€, 130€
Alla carta 120€

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