Passione Gourmet I nostri migliori vini del 2018 - Passione Gourmet

I nostri migliori vini del 2018

di Passione Gourmet

Non era poi così difficile immaginare che, dopo tanti anni seduti alle tavole dei ristoranti di mezzo mondo, avessimo elaborato anche noi una precisa estetica, ed etica, in fatto di vino. Molti di noi, poi, vengono proprio dal mondo del vino ed è per questo che, oggi, abbiamo deciso di inaugurare questa nuova propaggine di Passione Gourmet a cominciare da quelli che sono stati, nel corso dell’anno appena trascorso, gli assaggi più memorabili.

ALBERTO CAUZZI

Château Pétrus – Petrus 1979
Sorprendente, il merlot non è mai stato nelle mie corde ma questo, in questa precisa annata, di questo preciso momento storico, mi ha stupito.

Divella – Blanc de blancs
Da una giovane promessa dell’enologia italiana sortisce un grande spumante, che gioca con più di una dimensione percettiva, tanto da ricordare uno champagne.

Château La Mission HautBrion 1972
Anno scarso, ma quando il manico c’è escono vini meravigliosi che tengono il tempo, tempo che scorre senza sentirlo. À la santé!

Le Clarence

ANDREA GRIGNAFFINI

Oasi degli Angeli – Kurni 2004 VV Magnum
Oltre l’idea stessa della potenza, un vino monumento e, come tale, materia scolpita e solida: imperitura.

Tenuta San Guido – Sassicaia 2015
Un vino che segna, citando J. R. R. Tolkien, “il ritorno del re” tra gli dei enoici: già acclamatissimo, e a ragione: un nuovo corso per i Supertuscan.

Giorgio Mercandelli Lanthano Bianco 2013
Per la mistica assoluta, benché ancora in nuce, di un vino che ha fatto della luce uno dei suoi elementi di base. Radioso è dir poco.

ALESSANDRO PELLEGRI

Château HautBrion 2004
La buona regola bordolese “piccolo vino in grande annata, grande vino in piccola annata” non è mai stata tanto vera: un’annata non certo memorabile degli anni duemila, eppure un vino capace di sorprendere comunque per stile ed eleganza.

Gin Iron Ball
Una chicca praticamente inesistente, assaggiata grazie a quel geniaccio di Baldo. Strepitoso, come ogni vera chicca degna di questo nome dovrebbe essere.

Le Pergole Torte Riserva 1990
Un vino-mito pienamente meritevole di questo status: una bottiglia da sogno, un paradigma di ciò che un grande vino dovrebbe sempre essere.

LUCA TURNER

Cascina Morassino – Barbaresco Ovello 1999
Un barbaresco in forma strepitosa, non una sbavatura che sia una, per esser perfetto, non manca niente, nemmeno un difetto.

Domaine du Comte Liger-Belair – Nuits-St-Georges Clos des Grandes Vignes Blanc 2013
Vengano signori vengano, la grande Borgogna in bianco è anche a Nuits, e lo è con questa bottiglia, testimone della nuova era di Louis-Michel e Costanza Liger Belair.

Fontanavecchia – Falanghina 2001
Un gioco? Un azzardo? Questo vino è tutto questo e molto di più: divertente e in grande equilibrio, rappresenta la falanghina che non ti aspetti, e che non ti saresti mai aspettato.

ORAZIO VAGNOZZI

Giacomo Conterno – Monfortino 1958
Sublime, immenso, austero, fine ed elegante. Un Barolo all’ennesima potenza, dunque, come si confà a quella che è, né più né meno, che una leggenda della storia enologica italiana.

Château Mouton Rothschild 1945
Un vino denso, opulento, integro, intenso e stratificato. Un vino immortale, dunque, nonché un privilegio per ogni degustatore.

Domaine Ramonet – Montrachet 1978
Espressivo, ricco, teso e vibrante, un vino che “borgogneggia” nel vero senso della parola. Come piace a noi.

ELENA MAFFIOLI

Vega Sicilia – Unico 1990 
Livrea luminosa, scia salina e bellissimi ricordi di mirto attraversano un vino in grado di cambiare l’esistenza di chi lo beve: in meglio. 

Quintarelli – Alzero 1996 
Quintarelli ci regala un vino dall’eterna giovinezza, il preferito della moglie di “el Bepi”.

DiBaldo – 721 Vermouth Rosso 2015  
L’eleganza della rosa damascena, in un mortaio di altri aromi così fitti e così proporzionati, da risultare un mistero inscindibile, eppur e forse proprio per questo, irresistibile. 

LEILA SALIMBENI

Château Musar – Red 1977
Unghia di un rosso mattone brillante da cui si leva un profumo di arancia sanguinella, mercurio cromo, anice stellato, tabacco trinciato ed eucalipto. In bocca l’architettura è plastica, ricorsiva, solenne e viva.

Domaine des Lambrays – Clos des Lambrays 2015
In verticale, proprio il più giovane, nonché il secondo testimone dal leggendario cambio proprietà, è irretimento allo stato puro: evanescente e penetrante, è gioia e austerità, leggerezza e profondità.

Cappellano – Barolo Piè Franco Otin Fiorin 2012 
Una bellezza da Le Mille e una Notte, di quelle che una volta incontrate non sei più lo stesso: ombrosa, delicatissima, lunare.

1 Commento.

  • Prosit10 Gennaio 2019

    Ottima iniziativa, spero in un articolo a parte per lo champagne!

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *